Fino al 13 maggio 2023, lo spazio espositivo Carlo Azeglio Ciampi (via de’ Pucci 16) ospita la mostra Carlo Cantini. Il suono delle immagini. Allestita negli spazi offerti dal Consiglio regionale della Toscana e realizzata dalla Fondazione Gold Note per l’Arte, l’esposizione monografica è stata presentata da Marco Casucci, vicepresidente del Consiglio regionale della Toscana, Antonio Natali, storico dell’arte, Carlo Cantini, fotografo e Raffaele Nencini, curatore della mostra.
“Una mostra che parla molto di Toscana – ha affermato il vicepresidente del Consiglio regionale Marco Casucci - e di paesaggi, del volo del nostro Pegaso alato. Le ultime foto di Cantini compiono un salto ulteriore verso la modernità e l’innovazione, con elementi di contaminazione, con fotografie che diventano suono e riescono a descrivere e cogliere il suono dell’immagine, con la rara capacità dell’artista di rinnovarsi e proporre tecniche sempre nuove.”
Il percorso espositivo si articola lungo quindici scatti, che si propongono di offrire al pubblico un punto di contatto con la riflessione condotta dall’artista riguardo all’atto del fotografare. L’intera carriera di Carlo Cantini, infatti, è attraversata dalla costante tensione tra ciò che in un’immagine fotografica è manifestamente visibile e quelle componenti che sono invisibili, e tuttavia non di meno presenti, a cui le fotografie possono soltanto alludere. Questo dialogo, che di per sé costituisce uno dei grandi temi di riflessione della fotografia come disciplina, assume nella poetica del Maestro la connotazione di una vera e propria investigazione, da cui possono scaturire delle tracce per conoscere il mondo.
All’origine di questo progetto c’è un lavoro condotto nel 2022, una ricerca di fotografia etnografica attorno al mondo dell’aufiofilia, che ha permesso a Cantini di esplorare inedite sinestesie (non a caso: Il suono delle immagini). La realtà materiale in cui quest’indagine si è data è il contesto di una eccellenza toscana, l’azienda Gold Note di Montespertoli, dove vengono ideati e prodotti sistemi di riproduzione sonora tra i più ricercati al mondo. Ecco allora che proprio come un etnografo, il fotografo rende visibile il vasto universo di esperienze dal quale ha origine la cultura della buona riproduzione sonora, con tutto il suo patrimonio condiviso di conoscenze, competenze e saperi.
«La fotografia non è mai una casualità, nella memoria del fotografo c'è sempre un riferimento a quello che ha vissuto nel passato, la rappresentazione concettualmente si può ritrovare in quella memoria – ha affermato Carlo Cantini -. Arrivato a Gold Note, senza nessuna conoscenza di quello che avrei trovato, m'incuriosì il rapporto visivo dall'interno verso l'esterno, questa simbiosi tra costruzione del suono e la natura, tutto questo mi ha riportato a un progetto che avevo realizzato sul concetto della rappresentazione fotografica dall'interno verso l'esterno, con la natura che vibra come un suono».
È allora questa «memoria del fotografo» che il curatore Raffaele Nencini ha cercato di valorizzare, costruendo un intreccio tra rimandi impliciti ed espliciti. I diversi momenti di una carriera artistica ormai più che cinquantennale risuonano tra loro, offrendo suggestioni molteplici. «L’intento curatoriale – ha dichiarato Nencini – è dunque andato non tanto nella direzione di ripercorrere le tappe di un lungo percorso di ricerca visiva che richiederebbe ben altro genere di operazione, quanto di evidenziare delle relazioni interne allo sguardo del decano dei fotografi fiorentini. La manualità dei lavoratori dell’industria del suono risveglia il ricordo di uno scatto in cui si coglieva la gestualità delle sarte nel backstage di una sfilata. Il gioco di interni ed esterni sapientemente intessuto da Cantini grazie a una finestra dello stabilimento di Montespertoli solletica il ricordo di una vecchia residenza artistica a Villa Romana, sul finire del secolo scorso».
Ammiratore dell’arte di Cantini, Antonio Natali, già direttore della Galleria degli Uffizi, ha detto: «Per dare visibilità al suono Carlo ha poeticamente combinato la visione degli interni di un’azienda (che sul suono lavora) con l’epifanie di campagna, offerte allo sguardo dalle finestre di quelle stanze. Insieme a un gioco lirico di luce e di ombre, inconsciamente ne viene un intreccio di suoni (appunto): quelli artefatti con rigore matematico e quelli casuali e ripetitivi della natura».
“Carlo Cantini. Il suono delle immagini”
Ingresso gratuito
Orario: da lunedì al venerdì, dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 19; sabato dalle 10 alle 13.