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domenica 28 aprile 2024

"Transitions", mostra dell'Istituto Europeo di Design all'Istituto degli Innocenti di Firenze

14-06-2023

L’Istituto Europeo di Design svela nel Salone Brunelleschi dell’Istituto degli Innocenti di Firenze, in piazza Santissima Annunziata, l’installazione Transitions, espressione di come la riflessione della moda si leghi spontaneamente a quella dell’arte. Interpreti del progetto un gruppo di otto studenti di Fashion Design selezionati dalle sedi del Gruppo IED e guidati dalla mentor Lucy Orta, artista visiva internazionale nota per il suo talento straordinario in grado di unire disegno, scultura, tessile, fotografia, cinema, performance e di affrontare temi che riguardano il contemporaneo con un linguaggio innovativo di co-creazione.

L’installazione, attraverso l'uso di materiale e elementi formali ricorrenti, crea un campo comune dentro il quale il concept di Transitions è stato interpretato. Un grande stage accoglie i diversi progetti che dialogano fra loro e abitano lo spazio del Salone Brunelleschi con un lavoro corale e allo stesso tempo multiforme. Gli studenti sono stati chiamati a decodificare il termine transizione inteso come momento di passaggio e di complessità che ogni cambiamento comporta: ogni transizione è la conseguenza di una necessità di adattamento a una crisi che permette al contempo di progettare un futuro diverso. Ogni transizione è un passaggio che ripensa le forme dell'umano dal punto di vista sociale, ecologico, tecnologico. 

Sono lieta di avere fatto da mentore al gruppo di talentuosi studenti internazionali IED in questa tappa fondamentale del loro percorso creativo. Le loro risposte creative ne dimostrano il ruolo da protagonisti di un mondo futuro in cui dovremo abitare. I giovani designer si misurano con instabilità ambientale e molteplici timori, per immaginare scenari positivi e adattivi. In una mostra che induce alla riflessione vedremo una serie di idee speculative: futuri abitati da esseri con identità multiple e ibridi uomo-natura-macchina del Novacene, abiti disegnati dall’IA generativa, tessuti che emettono canzoni o crescono in autonomia prima di essere riassorbiti naturalmente nella terra. La mostra all’Istituto degli Innocenti è un’installazione fertile e un incubatore per le molteplici interpretazioni del tema ‘Transizione’ tra moda, film e performance, collocate in un dialogo critico a cui il pubblico è invitato a parteciparedichiara Lucy Orta, artista e Chair of Art and the Environment, University of the Arts London.

Siamo nel Salone Brunelleschi dell’Istituto degli Innocenti, nel centro storico di Firenze durante una delle settimane più aperte al mondo dell’anno - dichiara Riccardo Balbo, Direttore Accademico Gruppo IED. Eppure Transitions non è solo l’oggi ma una proiezione sul futuro di IED e sul modo di fare scuola di tutto il Gruppo. Transitions esprime il movimento, il cambiamento da una condizione ad un’altra. Questi passaggi sono come dei ponti, delle connessioni, ibridazioni fra discipline e linguaggi apparentemente lontani che creano il nuovo, come accade nell’incontro tra l’arte e la moda. Abbiamo scelto Lucy Orta proprio perché in lei abbiamo riconosciuto un artista e mentor in grado di contaminare ad altissimi livelli, connettere, leggere il contemporaneo e intendere la moda come un’espressione critica dell’arte”.
Mesi di lavoro in team hanno portato alla realizzazione di una grande installazione dove tutti i progetti, ognuno nella propria individualità, risuonano in una visione complessiva. L’installazione amplia il terreno della moda includendo elementi performativi, disegni, immagini fotografiche e video. Qui i giovani Fashion Designer si raccontano come futuri protagonisti attivi di un mondo che dovranno abitare, i progetti diventano quindi lo strumento attraverso cui esprimere i rispettivi punti di vista sui temi che più sentono urgenti del contemporaneo.

La scelta dell’Istituto degli Innocenti sottolinea l’attenzione ai grandi temi umani e sociali, terreno comune alla missione formativa IED, scuola e luogo di produzione critica in costante dialogo con le istituzioni, e anche incubatore di idee e di processi da sviluppare e presentare in occasioni di confronto internazionale con il settore produttivo della moda come quello di Pitti.

I PROGETTI

Fluvoxamina performance di interazione libera con capsule collection di Gaia Invernizzi - IED Milano
Attraverso la costante ricerca del difetto - anche quando inesistente - l’individuo si trova a vivere in un continuo stato di transizione tra reale e percepito, arrivando al punto di non distinguere la realtà dalla finzione, sentendosi bloccato in una continua autocritica. Una possibile soluzione potrebbe essere quella di aprirsi allo spazio, prendere coscienza delle possibilità che un corpo possiede, accettarne le alterazioni e sentirsi liberi di cambiare. La performance porta a conoscere se stessi grazie all'interazione con i capi, questi non seguiranno le linee e le forme del corpo esistente ma ne creeranno uno nuovo. Attraverso la possibilità di utilizzare l'indumento in modi diversi, l’individuo può realizzarne uno e adattarlo alla propria volontà, alle diverse circostanze e soprattutto utilizzarlo come veicolo di accettazione.

Jano Bikoitza video e outfit di Marcos Escobar Aguirre - IED Madrid
Giano, in lingua spagnola Jano, è il dio romano degli inizi, materiali e immateriali; Bikoitza in lingua basca significa doppio: il cosiddetto Giano Bifronte, rappresentato con due volti per la capacità di guardare il futuro e il passato. Partendo da queste due definizioni il progetto associa il concetto di doppio al mondo dei gemelli: esseri umani geneticamente identici possono sviluppare sensibilità estetiche individuali anche molto diverse, che portano alla composizione di outfit completamente differenti.

The Transition of Silence performance con tessuti e materiali sonori di Luca Mantovani - Accademia Aldo Galli di Como
The Transition of Silence parte dal desiderio di catalogare i suoni di diversi materiali e in particolare di diversi tipi di tessuto indagando lo stretto rapporto tra colori, emozioni e suoni: i tessuti e i materiali hanno un loro suono che può essere mutato in colore, dal colore trasmettere emozioni e quindi comunicare oltre la parola. Il progetto vuole superare le convenzionali barriere linguistiche e culturali e creare un nuovo canale di comunicazione attraverso tessuti parlanti in grado di trasmettere quindi suoni ed emozioni.

Dizygoth capsule collection di capi tecnici e materiali di ricerca sulle bioplastiche di Carolina Puiggròs Figueras - IED Barcelona
Dizygoth esplora la connessione tra i gemelli che cresce durante la gestazione nel grembo materno, la separazione alla nascita e il ricongiungimento delle due esistenze con la morte. La collezione percorre la transizione umana della vita dalla gestazione alla morte. La capsule collection presenta capi tecnici pensati per essere usati e restare in contatto con la terra e la natura. I capi sono trasformativi, progettati per essere indossati in modi diversi e interattivi, mentre i materiali impiegati sono il risultato di una ricerca sulle bioplastiche che si fondono in natura.

From Flesh to Code, A Dialogue on Transition performance di Michele Serra - IED Cagliari
Cosa accadrebbe se gli esseri umani potessero evolversi ancora una volta grazie alla tecnologia? Una nuova figura umana racchiude parti del corpo in grado di facilitare i compiti nel metaverso, mescolando l'anatomia umana con le infinite possibilità degli avatar digitali. Sull’abito esposto vengono posizionati inserti metallici, costituiti da oggetti tecnologici dismessi e riciclati, composti da cavi rotti, vecchi smartphone o parti di altri apparecchi elettronici. I nuovi esseri umani, iperconnessi con lo spazio digitale, sono rappresentati in modo da lasciare allo spettatore libertà di interpretazione: la tecnologia sul corpo è un bene o un male? La persona ha il controllo di queste appendici elettroniche o è schiava della macchina?

Prodigy capsule collection e performance ispirate all’uomo-gargoyle di Riccardo Lerda - IED Torino
Brutalità e oscenità sono il filo conduttore della collezione tra il rimando a vizi e meschinità dell'essere umano e la rappresentazione di concetti violenti e fantastici. La collezione è ispirata alle forme dei doccioni, con l'obiettivo di rappresentare il grottesco nell'atteggiamento dell'uomo moderno che, consapevole dei propri errori, sembra non essere in grado di promuovere il cambiamento. Lo studio delle forme e delle linee dei doccioni emerge nella collezione per mostrare la transizione uomo-gargoyle,dando vita a capi che esprimono la forma del corpo umano che muta in esseri fantastici e mostruosi. Le fantasie dei tessuti sono precise e complesse, pensate per ottenere capi funzionali ma allo stesso tempo performanti, quasi teatrali.

Body of Transformations, Transformations of Body installazione di Federica Borzì - IED Firenze
Siamo di fronte a cambiamenti epocali mai affrontati prima dall'umanità. Viviamo in un'epoca di profondo progresso scientifico e tecnologico che sfida continuamente le discipline tradizionali, i concetti di salute e di essere umano: le macchine sembrano capaci di sostituire l’uomo. L'umanità vive sulla fragile linea di confine tra naturale e artificiale, reale e virtuale, uomo e macchina. Tutto questo porta ad alcune domande: che cosa è umano? Cos'è il corpo? Nessuno ha una risposta unica e certa sul futuro, ed è qui, proprio su questa consapevole incertezza che si colloca il progetto.Body of Transformations Transformations of Body mostra come cambia un indumento quando cambia la realtà del corpo che lo indossa e apre ad una riflessione sulla relazione tra i vestiti e il (futuro) corpo.

Survive zaino di Livio Pilla - IED Roma
Partendo dalla riflessione su un Pianeta Terra sempre più arido, Survive esprime la necessità di affrontare il cambiamento climatico e la scomparsa delle risorse naturali. Molte persone in tutto il mondo sono costrette a migrare e diventare rifugiati climatici a causa dell’emergenza clima ma, anche se un individuo può perdere la propria terra per mancanza delle risorse naturali, il suo intelletto resta l'unica risorsa da mantenere. L’installazione consiste in uno zaino che, come per i berberi dell'Africa o i moderni viaggiatori del Sahara, contiene tutto ciò di cui si ha bisogno per sopravvivere all'ambiente ostile dei luoghi attraversati. Lo zaino racchiude tutte le nostre risorse, non più l'inutile e il temporaneo, ma solo l'indispensabile, avvolto in un moderno materiale tecnologico che raffigura la nostra inesauribile capacità di evoluzione.

Per maggiori informazioni: www.ied.it