Per la prima volta, grazie ad un accordo siglato tra l’
Opera di Santa Maria del Fiore e la
Chiesa Cattedrale di San Zeno con il
percorso di visita “Il tesoro di San Jacopo”, dal
1 agosto al 31 dicembre 2023, sarà possibile
visitare i “tesori” dei due complessi monumentali di Firenze e Pistoia grazie a un biglietto congiunto. Un itinerario che unisce le due città toscane, vicine per posizione geografica, storia, cultura e devozione cristiana.
Simbolo di questa affinità e fulcro del progetto sono due opere capitali dell’oreficeria sacra medievale: l’Altare d’argento di San Giovanni nel Museo dell’Opera del Duomo a Firenze e l’Altare d’argento di San Jacopo nella Cattedrale di San Zeno a Pistoia. A questi si aggiungono le opere dei grandi artisti e architetti che operano nelle due città, dal Medioevo al pieno Rinascimento, tra cui Filippo Brunelleschi, Lorenzo Ghiberti, Giorgio Vasari, Il Verrocchio, I Della Robbia e i Buglioni, Michelozzo, Coppo di Marcovaldo e altri ancora.
Nella sala del “tesoro” del Museo dell’Opera del Duomo di Firenze è conservato uno dei capolavori dell’oreficeria toscana a cavallo tra Tre e Quattrocento l’Altare d’argento di San Giovanni, commissionato dall’Arte di Calimala come dossale per l’altare maggiore del Battistero di Firenze: occorreranno oltre cento anni di lavoro, 200 chili d’argento e 1050 placchette smaltate per portarlo a termine. Il suo archetipo si trova nell’imponente e raffinato Altare d’argento di San Jacopo nella Cattedrale di San Zeno a Pistoia, realizzato in onore del Santo Patrono della città per contenere una sua preziosa reliquia. Due capolavori dell’arte sacra medievale: quello di San Jacopo, più antico, sarà d’ispirazione al suo successore fiorentino. I due altari i si somigliano per materia e tecnica (argento sbalzato con dorature, parti a tutto tondo e smalti), per invenzione (storie in bassorilievo entro riquadri che si dispongono intorno a nicchie con le figure a tutto tondo dei santi “titolari”) e per esser il risultato entrambi di un lavoro plurisecolare (1287-1456 gli estremi dell’altare di Pistoia; 1366 -1483 di quello fiorentino), svolto dalle mani dei maggiori orafi e artisti toscani del tempo.
Ed è sempre l’
Altare d’argento di San Jacopo a collegare le due cattedrali nel nome di Filippo Brunelleschi. Agli inizi del 1400, Brunelleschi, che inizia la sua carriera come orafo e scultore, partecipa al concorso per la realizzazione della Porta Nord del Battistero di Firenze e nello stesso periodo realizza per l’
Altare d’argento di Pistoia la formella con i profeti Isaia e Geremia sul lato sinistro del dossale: figure che, pur nelle dimensioni ridotte, per la libertà plastica e la verità naturale e psicologica e per l’intensità spirituale dei gesti e delle espressioni, costituiscono uno delle più preziose testimonianze dell’inizio del Rinascimento. Ritroviamo Brunelleschi a Firenze alle prese con una delle imprese più importanti di tutti i tempi, la costruzione della Cupola della Cattedrale di Firenze, che realizzerà a partire dal 1420. Evidente il rapporto tra la Cupola del Brunelleschi e quella della Basilica dell’Umiltà a Pistoia - iniziata da Giuliano da Sangallo, proseguita da Ventura Vitoni e terminata da Giorgio Vasari - in un percorso che abbraccia dal 1420 al 1568 il lavoro dei più eccellenti architetti del tempo. I due altari d’argento hanno in comune un altro artista: Leonardo di Ser Giovanni che nel 1361-1364 opera sul lato sinistro dell'altare Jacopeo alle storie del Vecchio e del Nuovo Testamento, e successivamente, fino al 1371, sul lato opposto a quelle della vita di San Jacopo e poi, nel 1366, sarà incaricato insieme a Betto di Geri di eseguire alcune scene della vita del Battista sul lato frontale dell'Altare d’argento del Battistero fiorentino. In particolare a lui si devono le due formelle simili eseguite per i due altari: "San Jacopo di fronte a Erode" (Pistoia) e "San Giovanni di fronte a Erode" (Firenze).
Il dialogo tra le due Cattedrali continua grazie alle opere di altri grandi artisti e architetti del Medioevo e del Rinascimento tra cui Coppo di Marcovaldo con il Crocifisso nel Duomo di Pistoia e i mosaici del Battistero di Firenze; Lorenzo Ghiberti che mentre lavora alla monumentale Porta Nord del Battistero di Firenze (1403 - 1424), realizza con la sua bottega, nel 1407, il Reliquario di San Jacopo nella Cattedrale di Pistoia. E poi il Verrocchio a cui si deve la celebre formella con la Decollazione del Battista per l’Altare d’argento di San Giovanni (a cui si ipotizza abbia lavorato anche un giovane Leonardo, formatosi alla Bottega del Verrocchio) e la Palla dorata (1468 – 1471) sulla Cupola del Brunelleschi, mentre a Pistoia, a partire dal 1476, realizza il cenotafio del cardinale Niccolò Forteguerri sulla parete della navata sinistra della Cattedrale di San Zeno. E poi le terrecotte invetriate dei Della Robbia e dei Buglioni: nel Loggiato dell’Ospedale del Ceppo (Buglioni) e nel portico del Duomo (Andrea della Robbia) a Pistoia; in Santa Maria del Fiore (Luca della Robbia) e nel Museo dell’Opera del Duomo (Andrea della Robbia e Benedetto Buglioni). Michelozzo che lavoro al corpo di fabbrica dell’Ospedale del Ceppo a Pistoia e alla Lanterna del Duomo di Firenze, e soprattutto, al San Giovanni nell’Altare d’argento, che riprende il san Jacopo dell’omonimo altare di Pistoia.
Il biglietto congiunto “I due tesori” (costo dell’intero 18 euro, ridotto 10) consente la visita a Firenze del Museo dell’Opera del Duomo - dove è conservato l’Altare d’argento di San Giovanni, la Porta Nord del Battistero di Lorenzo e tanti altri capolavori degli inizi del Rinascimento - del Battistero e della Cripta di Santa Reparata nella Cattedrale. A Pistoia, la Cattedrale di San Zeno con il percorso di visita denominato “Il tesoro di San Jacopo” che comprende la visita audioguidata delle principali opere d’arte e dell’Altare d’argento di San Jacopo oltre al Battistero di San Giovanni in Corte e la Torre campanaria.
Per ulteriori informazioni:
https://duomo.firenze.it/it/scopri/museo-dell-opera-del-duomo