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sabato 23 novembre 2024

FloReMus: concerto "Il liuto umanista" di Bor Zuljan al Museo San Marco di Firenze

13-09-2023

Mercoledì 13 settembre 2023 alle 21.15 ultimo dei quattro concerti serali dell’edizione 2023 del Festival FloReMus. Rinascimento musicale a Firenze organizzato dall’Associazione L’Homme Armé: nell’antica Biblioteca del Museo di San Marco (Piazza San Marco, 3; intero euro 15, in coppia due biglietti 25 euro, ridotto euro 8 [studenti di scuole di musica e conservatori, giovani fino a 30 anni, adulti sopra i 65 anni]) lo sloveno-francese Bor Zuljan coi suoi liuti presenta Il liuto umanista. Improvvisazione e magia nell’Italia di Leonardo, improvvisando su musiche di Joan Ambrosio Dalza, Vincenzo Capirola, Johannes Ockeghem, Bartolomeo Tromboncino.

Negli ultimi anni del XV secolo il liuto diventa lo strumento preferito dalle corti europee. Considerato dagli umanisti come la lira di Orfeo, lo strumento incantava i cortigiani con i suoi suoni lussureggianti e la sua dolce armonia. Le prime musiche scritte specificamente per questo strumento appaiono in un momento di avanguardia a cavallo dei secoli XV e XVI; nel 1507 Petrucci stampa a Venezia il primo libro di musica per liuto di Francesco Spinacino. Liutisti come Marco Dall’Aquila, Giovanni Maria Giudeo, Joan Ambrosio Dalza, nonché cantori al liuto, come Bartolomeo Tromboncino e Marchetto Cara, erano ricercati dalle corti più importanti d’Italia: quella degli Este a Ferrara, dei Gonzaga a Mantova e dei Medici a Firenze. Ma questi compositori delle prime opere per liuto erano soprattutto maestri dell’improvvisazione. Ancor più che in altri periodi, i musicisti, i teorici e i filosofi del Rinascimento ritenevano che la musica che nasceva sul momento, ex-tempore, avesse un impatto più forte sull’ascoltatore. Alla ricerca di questo potere della musica e delle esperienze metafisiche descritte dai neoplatonici come Marsilio Ficino, i liutisti svilupparono complesse tecniche di improvvisazione e iniziarono a inventare sul momento composizioni polifoniche libere come i ricercari e le fantasie, danze su un tenor come la bassadanza, la calata o la piva, a diminuire le versioni strumentali delle melodie vocali in voga e a improvvisare anche le melodie e la poesia, come avviene ancora oggi con l’ottava rima. L’improvvisazione li poneva nel momento stesso della creazione, la musica era viva. L’immensa curiosità della mente aperta ed estrosa di questo periodo portò a grandi scoperte e sperimentazioni in molti campi, e la musica non fece eccezione. Musicisti ed artisti come Leonardo Da Vinci esplorarono nuovi suoni e inventarono nuovi strumenti. Anche il liuto beneficiò di questa esplorazione e i diversi tipi e configurazioni di questo strumento offrirono una gamma sorprendentemente ampia di suoni folli e colorati: in contrasto con la nostra idea del dolce suono del liuto, il ronzante liuto bray sembra essere stato il più comune all’inizio del XVI secolo, e le corde metalliche venivano spesso utilizzate per avvicinare il suono del liuto a quello del clavicembalo. Mentre il suono prodotto dalle dita della mano destra iniziava a diventare la norma, il suono del plettro era ancora in voga e alcuni documenti descrivono l’uso di una sorta di fingerpicks che probabilmente sintetizzava il meglio di entrambi i mondi. Con il presente recital Bor Zuljan cerca di entrare nella mentalità dei liutisti sperimentatori di quell’epoca e di ricreare il caleidoscopico mondo sonoro dei suoi liuti, tessendo sul posto una nuova rete effimera di polifonia. Improvvisato nella sua interezza, questo programma è un omaggio a quel periodo di massima fioritura culturale e umanistica che è il Rinascimento. E la musica prende vita...

Programma
Ricercare Ottava d’introduzione Calata ala spagnola (J. A. Dalza) Calata ala spagnola ditto Terzetti (J. A. Dalza)
Ricercare Malor me bat (Johannes Ockeghem) Bassadanza
Ricercare Zephyro Spira (Bartolomeo Tromboncino) Ricercare dietro
Ricercare Padoana descordata (da Vincenzo Capirola) Che Faralla (Michele Pesenti / Vincenzo Capirola)
Ricercare Passamezzo e Saltarello ala Bolognesa (Giovanni Maria da Crema) Su, su, leva (Bartolomeo Tromboncino) Piva (J. A. Dalza)

Bor Zuljan, attivo in diversi generi musicali, suona molti strumenti a pizzico antichi, moderni e tradizionali. Definito il “rivoluzionario del liuto” (Le Soir), ha riscoperto strumenti, suoni e tecniche esecutive dimenticati, ampliandone sempre la gamma delle possibilità. Si esibisce a livello internazionale come solista e con varie formazioni: Doulce Mémoire, Tasto Solo (già invitati in passate edizioni di FloReMus), Graindelavoix, L’Achéron, Vox Luminis, Il Giardino Armonico, con i fratelli Teofilović, in duo con Dušan Bogdanović e con Romain Bockler (Dulces Exuviae), così come con il suo ensemble La Lyra. Dal 2011 è direttore artistico del festival di musica antica Flores Musicae in Slovenia. Nel 2013 l’Istituto di Musicologia della Slovenia ha pubblicato l’edizione critica delle opere per liuto di Giacomo Gorzanis, compositore a cui ha dedicato il primo album dell’ensemble La Lyra, Gorzanis - La barca del mio amore, con il cantante Pino De Vittorio (Arcana - Outhere Music, 2018). Nel 2019 pubblica per l’etichetta Ricercar (Outhere Music): Josquin - Adieu mes amours, primo cd del duo Dulces Exuviae che ha ricevuto grande apprezzamenti dalla critica specializzata; l’anno successivo pubblica il suo primo album da solista Dowland - A Fancy che ha vinto il prestigioso Diapason d’Or dell’anno 2020, CHOC de Classica e l’Editor’s Choice de Gramophone, seguito nel 2022 da Gesualdo - Il liuto del Principe (Diapason d’Or, CHOC de Classica, ecc.). Toutes les nuits, il nuovo album del duo Dulces Exuviae, è stato scelto come album del mese di febbraio 2023 dalla rivista Gramophone, vincendo anche il Diapason d’Or e altri premi. Ha studiato a Lubiana, a Coblenza (Germania), all’HEM di Ginevra; dal 2011 dirige come assistente il progetto di ricerca HES-SO “Ricercar una fantasia” sull’improvvisazione delle fantasie di liuto nel XVI secolo, con il quale prosegue i suoi studi di dottorato presso il Centre d’Etudes Supérieures de la Renaissance di Tours. È regolarmente invitato a tenere conferenze e masterclass presso istituzioni come la Schola Cantorum Basiliensis, la Fondazione Giorgio Cini di Venezia, HEM de Genève e CNSMD Lyon. Dopo aver insegnato chitarra presso il Conservatorio di Ginevra e liuto al Conservatorio Popolare di Musica, Danza e Teatro della stessa città, dall’anno accademico 2023-24 insegna liuto e basso continuo presso la Civica Scuola di Musica Claudio Abbado di Milano.

FloReMus (che quest’anno comprende 10 concerti dei quali 4 serali, 7 conversazioni e 2 laboratori) è il primo festival interamente dedicato alla musica del Quattro-Cinquecento nella città che ha maggiormente influito sulla cultura rinascimentale nelle sue sfaccettature artistico-visive, letterarie, musicali, filosofiche, scientifiche e politiche; rinascimentali sono anche i luoghi dei concerti serali (ore 21.15) e di quasi tutti i concerts à boire, riservati agli ensembles emergenti (ore 19, salvo uno alle 12), nell’intento di stabilire un’interazione fra la musica eseguita e l’ambiente che la ospita, perché lo spettatore fruisca in contemporanea di prodotti artistici che nacquero insieme, se non in simbiosi. Si prosegue l’esplorazione del vastissimo panorama musicale dal Quattro al Cinquecento, fino alle soglie del primo barocco, periodi di grandi movimenti politici, sociali, scientifici e artistici, musica inclusa, che presenta molte analogie con quella contemporanea. La programmazione, rivolta al pubblico di appassionati e curiosi italiani e stranieri, alterna manifestazioni che, con taglio diverso, si pongono l’obiettivo comune di far conoscere musiche e temi poco noti al pubblico di oggi. Nei concerti serali, i momenti più alti della produzione artistica del Festival, con la partecipazione di gruppi di livello europeo e con programmi musicali molto particolari e rari che sorprendono perfino gli specialisti, si sono già ascoltati l’originalissimo e travolgente spettacolo dei Dramatodia, il raffinato trio Baviera-Allegrezza-Vannelli, con un programma davvro poco vulgato e apprezzatissimo dal numeroso pubblico, la musica sublime magistralmente eseguita dall’ensemble L’Homme Armé e si chiude ora col liutista Bor Zuljan; invariato rispetto al 2022 il costo dei biglietti per i concerti serali (intero euro 15, in coppia due biglietti 25 euro, ridotto euro 8 [studenti di scuole di musica e conservatori, giovani fino a 30 anni, adulti sopra i 65 anni]) e per i concerts à boire (5 euro), salvo quelli che si svolgono nelle chiese, che sono a ingresso libero. I biglietti si acquistano solo nei luoghi dei concerti un’ora prima dello spettacolo, ma è consigliata la prenotazione per tutti gli eventi, compresi quelli ad ingresso libero, ed è raccomandato il ritiro dei biglietti prenotati 30 minuti prima dell’inizio dei concerti.

Per maggiori informazioni e prenotazioni: https://hommearme.it