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sabato 23 novembre 2024

Firenze Jazz Festival: il ritorno in Piazza del Carmine e la zattera sull'Arno al tramonto

12-09-2023
Seconda settimana per il Firenze Jazz Festival. Una programmazione che rinsalda il suo legame con l'oltrarno fiorentino. Punti di forza del Festival - organizzata da Centro Spettacolo Network Soc. Coop. con la direzione artistica di Francesco Astore, con il coordinamento di Enrico Romero e in partenariato con Music Pool, Musicus Concentus e in collaborazione con Empoli Jazz e Toscana Produzione Musica - è la gratuità di diversi eventi, unitamente a sistemi di biglietteria ed abbonamento popolare in grado di portare il meglio del jazz italiano ed internazionale a Firenze grazie ad una grande rete di partner e sostenitori tra cui: Ministero della Cultura, Comune di Firenze ed Estate Fiorentina, Città Metropolitana Firenze, Fondazione CR Firenze, Azienda vitivinicola Ruffino, Peroni Nastro Azzurro, Prinz srl, Kinley, Vetz, Acqua San Benedetto, Circolo Renaioli Firenze, Ditta Eredi Nigro e Velmotor, oltre a diversi club e locali di Firenze, tra cui La Limonaia di Villa Strozzi, Santarosa Bistrot, Circolo Rondinella Del Torrino, Vip’s Bar, Società Canottieri Firenze.

La seconda settimana del Festival, dal 12 al 17 settembre
Nella seconda settimana di programmazione il FJF riparte dal Santa Rosa Bistrot con il concerto del Matteo Addabbo Organ Trio (12 settembre, ore 19 e 20:30). Matteo è uno dei migliori specialisti dell’Organo Hammond a livello nazionale. Insieme al suo trio, e forte anche di una serie di nuove e dolorose esperienze personali affrontate in questi ultimi anni, presenterà il suo nuovo album, “L’asino che vola”. Perché non lasciandosi abbattere dalle disgrazie della vita, reagendo e cercando di realizzare i propri sogni forse tutto è possibile. Anche gli animali volanti.
Il giorno successivo (13/09 Limonaia di Villa Strozzi, 21:30) grande attesa per il concerto dei “Young Lions” di Nico Gori, con special guest la straordinaria tromba di Fabrizio Bosso. Sul palco, accompagnati da Sergio Aloisio Rizzo alle chitarre, Francesco Tino al basso e Simone Brilli alla batteria, ci saranno, spalla a spalla due dei più noti e stimati solisti del jazz italiano. E lo spettacolo è ancora una volta assicurato. L’ensemble esegue brani della tradizione jazzistica americana alternati a composizioni originali del leader Nico Gori, insieme ad incursioni nella musica sudamericana e nella tradizione brasiliana, dallo “choro” alla “bossa nova”. Il tutto condito da un sound molto ricercato e ben arrangiato.
In apertura (ore 19) al Garden Stage Dudu Kouate’ e Massimiliano Milesi in “Myrmecoleon”. Dal Senegal, proveniente da una tradizione familiare di griot, Dudù Kouate e un maestro (e un poeta) degli strumenti della tradizione africane, strumenti che vengono al tempo stesso reinventati ed aperti a nuove situazioni sonore, con un’Africa che incontra il jazz e se ne arricchisce. Al fianco di Kouate, attuale percussionista della mitica Art Ensemble of Chicago, il sax tenore di Massimiliano Milesi, tra i più interessanti solisti dello strumento. Il Mirmicoleone, animale leggendario che da il nome al loro progetto insieme, ci ricorda che lo sfruttamento continuo della terra e della natura porta un prezzo troppo alto e l’unica risorsa possibile è la cooperazione.
Nello stesso giorno giusto menzionare il concerto di Emong Quartet al Santa Rosa Bistrot (19.00 e ore 20.30). Protagonisti di una delle migliori uscite discografiche dell’anno, Emong è un quartetto che riunisce insieme alcuni dei protagonisti più in vista del nuovo jazz italiano. Il loro album presenta un jazz dinamico, che salta di slancio oltre le barriere dei diversi generi musicali, con una formazione originale che affianca un sax e un trombone a una chitarra che ha assimilato la lezione di Bill Frisell ed arricchita dagli interventi vocali della batterista Evita Polidoro, che vedremo nel festival anche insieme ai Fearless Five di Enrico Rava.

Il main stage in Piazza del Carmine
Torna il main stage in Piazza del Carmine, sospeso a causa della pandemia che ha portato il Festival a concentrarsi più sul rafforzare la rete civica, di location e di realtà coinvolte.
Uno sforzo che permette oggi ancora di più al FJF di divenire sia evento di piazza che evento multipolare, volto a soddisfare le esigenze delle platee più esigenti mantenendo al contempo la sua spiccata predisposizione a coinvolgere anche un pubblico popolare.
Un "Festival nel Festival" che dal 14 al 16 settembre coniugherà talk ed enogastronomia a grandi concerti. Il tutto a prezzi a dir poco popolari (abbonamento per singola giornata € 3,50).
Si parte giovedì 14 con due dei gruppi più interessanti e peculiari del jazz italiano. In apertura i romani Roots Magic (ore 19:30), autori di una originalissima sintesi che fonde allo storico roots blues del Delta e dei campi di cotone ai fermenti creativi del jazz afroamericano anni 60 e 70.
A seguire i Dimamitri Jazz Folklore (ore 22:30), prossimi ai festeggiamenti dei 25 anni di vita, un gruppo che ha da sempre ricercato una fusione tra il jazz e le sue primordiali radici, quelle Africane, poi portate nel nuovo continente con l’ignobile tratta degli schiavi. Un jazz che sa di blues del deserto, che ha il colore delle sabbie, che emana un fascino al tempo stesso ancestrale e afrofuturibile.
Venerdì 15 saranno di scena due band che ci portano in una bolla temporale verso i creativi, inquieti e straordinari anni 70. Gli Insieme (ore 19:30) sono un sogno incompiuto che sboccia a sorpresa: un quartetto che riuniva quattro dei più talentuosi ventenni della musica fiorentina, in una band ispirata a Soft MAchine, Weather Report e al Miles Davis elettrico, protagonisti di registrazioni all’epoca mai finite su disco e solo ora riscoperte e pubblicate su vinile dalla storica e benemerita Materiali Sonori. Disco battezzato 1975, come la data della sua incisione, e che viene ufficialmente presentato in questo concerto. Gli Area Open Project (ore 22:30) non hanno certo bisogno di presentazioni. Capitanati da Patrizio Fariselli ed eredi degli Area, uno dei gruppi più unici e straordinari di tutta la musica italiana, i musicisti della band metabolizzano le gloriose ed esplosive radici di una musica senza tempo trasportandole verso nuovi orizzonti sonori. Per l’occasione l’album di esordio degli Area, “Arbeit Macht Frei”, che festeggia i suoi 50 anni, viene riproposto dal vivo per la prima volta dal 1973. Sabato 16, ben tre gruppi ad alternarsi sul palco di piazza del Carmine. Apertura con i giovani Super Bad (ore 19:30), un sestetto che fonde jazz, funk e soul con una grinta e un’allegria contagiosa. A seguire (ore 21) i Sudoku Killer, della bassista romana Caterina Palazzi, un gruppo che coniuga jazz e improvvisazione con un rock urticante e stimolante ed un’attitudine punk che ha il sapore di John Zorn e dei Sonic Youth. Chiusura in bellezza con Khalab Live Band (ore 22:30), un progetto di sapore internazionale del Dj, conduttore radiofonico di Rai Radio 2 (Musical Box) ed agitatore culturale Raffaele Costantino, autore di una musica che spinge il jazz verso territori che sanno di elettronica e suoni spaziali. Radici che rimandano alle percussioni tribali della grande madre Africa, soul e musica dell’anima, hi-tech e voglia di ballare. Che poi è la funzione primordiale per cui originalmente queste musiche sono nate. Nel gruppo anche i due sax dell’inglese Tamar Orborn e di Pietro Santangelo (Nu Genea Live Band),
Nelle giornate del 14 e 15 Settembre, alle ore 21.45, il Main Sponsor Ruffino ospiterà dei WineTalk con gli interventi di Paolo Ciampi, giornalista e scrittore, e Ilaria Guidantoni, scrittrice e giornalista. Gli appuntamenti sono realizzati in collaborazione con l'Associazione Culturale la Nottola di Minerva.

Il ritorno della Zattera
Oltre al main stage, si riproporrà l’amatissima Zattera sull’Arno, uno dei cavalli di battaglia del Festival: una piattaforma galleggiante posta di fronte a Ponte Vecchio da cui si potranno ascoltare indimenticabili assoli dei principali artisti ospitati quest’anno. La Zattera è un’installazione artistica unica nel suo genere, format originale del Firenze Jazz Festival, che grazie ad un innovativo sistema di amplificazione ed un ponte radio consentirà alle jazz star del Festival di omaggiare, all’imbrunire, il Fiume e la Città.
Da giovedì 14 a sabato 16 settembre (ore 20), questo palco temporaneo vedrà esibirsi il sassofonista e compositore Tobia Bondesan Music (14 settembre), il musicista Espinoza Grechi Dimitri con la sua ultima uscita discografica (15 settembre) e il poliedrico violinista Emanuele Parrini (16 settembre).
Il sax contralto di Tobia Bondesan, che è stato di scena anche nel concerto di Empoli con il progetto Sismatik, è uno dei più attivi ed interessanti protagonisti della nuova onda del jazz italiano. Il suo sassofono, forte della lezione di Ornette Coleman, Eric Dolphy, vola alto verso nuove vette e non si pone limiti nei suoi sviluppi. Dimitri Grechi Espinosa è da anni impegnato nel suo progetto per solo sassofono, “Oreb”, che ha già prodotto quattro album e che lo vede impegnato a sfruttare, con il suo strumento, i riverberi naturali degli ambienti in cui si trova ad operare. E per la prima volta sarà impegnato ad interagire con le acque di un fiume e con il suo ambiente circostante. Per l’ultima serata invece sarà di scena, ed è la prima volta che questo strumento viene ospitato sulla zattera del Firenze Jazz Festival, il violino di Emanuele Parrini. Membro della “All Stars” del jazz italiano, la Instabile Orchestra, Parrini è stato collaboratore ed allievo prediletto del grande Tony Scott e ha collaborato con moltissimi nomi del jazz italiano ed internazionale. I concerti sulla zattera si svolgono davanti al Ponte Vecchio, lato Uffizi, Circolo dei Canottieri.

Nel frattempo…
Il cuore del FJF torna a battere anche al Circolo Rondinella del Torrino con il Wes Or No Trio con Simone Basile, Manrico Seghi e Giovanni Paolo Liguori (15 settembre ore 19:00).
Wes Montgomery è stato il chitarrista, originalissimo, personale e innovativo, che ha reinventato la chitarra jazz trasportandola nell’era moderna. A celebrarlo, nel centenario della sua nascita (1923) un trio che prende spunto dalla sua musica per rendergli omaggio e trasportarlo verso atmosfere contemporanee.
Nei giorni del Festival in Piazza del Carmine ci sarà tempo anche per un appuntamento alla Società Canottieri Firenze con Michele Tino Organ Trio (16 settembre ore 20:00). Ancora l’Hammond protagonista per questa serata che sa di soul jazz ma anche di un diverso approccio a questo peculiare strumento. Il sax di Michele Tino, il virtuoso del pianoforte Alessandro Lanzoni (in questo caso impegnato con la sua nuova passione per l’organo elettrico) e la batteria di Simone Brilli sono i protagonisti di una formazione, nuova ma già rodata, che esordisce in questi giorni.

Gli appuntamenti dell’ultima giornata del festival
Il “tour” del Firenze Jazz Festival include un altro amatissimo appuntamento fuori città, ossia l’ormai consolidato Jazz Brunch presso Tenuta Ruffino Poggio Casciano, alle porte di Firenze, sulle colline del Chianti. Domenica 17 settembre alle 12 il FJF proporrà il concerto del pianista e compositore Matteo Castellan, in trio con Luigi “Giotto” Napolitano (tromba) e Veronica Perego (contrabbasso): un’escursione in una delle zone di produzione vinicola più importanti d’Italia.
Matteo Castellan propone in questo trio alcune delle sue composizioni più riuscite, unite a rivisitazioni di brani celebri dal repertorio jazzistico internazionale, dando voce all’universo musicale sviluppato nella sua trentennale carriera. Con lui, come sopracitato, Luigi “Giotto” Napolitano (trombettista dalle grandi collaborazioni: Manu Chao, Africa Unite, Fratelli di Soledad, Baustelle, JCT Torino Big Band e che ha partecipato anche alla composizione di alcuni brani originali) e la contrabbassista Veronica Perego, (una delle più apprezzate giovani interpreti del suo strumento: ha suonato con Emanuele Cisi, Alfredo Ponissi, Joao Pedro Teixeira). Per info e prenotazioni scrivere a hospitality@ruffino.it
Nell’ultimo giorno di programmazione anche il concerto "La finestra di Puccini" di Danilo Rea e Michel Godard (Limonaia di Villa Strozzi, ore 21:15). In questo appuntamento curato da Toscana Produzione Musica, uno dei pianisti più importanti della scena nazionale come Danilo Rea e uno dei più raffinati compositori e abili virtuosi di serpentone e tuba, Michel Godard si incontrano sul terreno comune dell’amore per la musica del grande compositore lucchese Giacomo Puccini. Lontani dai manierismi di molti progetti di rilettura in chiave jazz di repertori operistici, Rea e Godard esplorano Puccini non solo attraverso l’improvvisazione sul canovaccio di arie note e meno note, ma anche ritrovando l’eredità del suo travolgente lirismo in alcune selezionate composizioni originali. Il risultato è una musica universale, senza tempo e oltre i generi, che riesce a toccare corde intime e profonde in chi la ascolta. Un incontro tra Maestri.
In apertura (ore 19) al Garden stage il dj set di Mista P, dj performer estremamente talentuoso. Durante la sua carriera ha curato gli open act di molti artisti della scena italiana del calibro di Club Dogo, Marracash, Salmo e Sfera Ebbasta oltre ad artisti di fama internazionale come Fat Joe, M.O.P. e KRS-One. I suoi set sono contaminati da una vasta influenza di generi, e grazie alla sua esperienza ultra decennale e alla continua ricerca di nuove sonorità. Chiusura del Festival (ore 22:30) al Garden Stage della Limonaia con Anima_L: progetto artistico dell’attrice e performer Linda Messerklinger, e madrina di questa edizione del Firenze Jazz Festival 2023. In questa sua performance musica, parole e immagini creano un habitat mutante dove immergersi, un paesaggio sonoro evocativo ed ipnotico che genera contatto fra arte, scienza e attivismo. L’idea centrale è una continua ricerca di esperienze collettive che possano potenziare il senso di comunione fra specie viventi: rivitalizzare la consapevolezza dell’interdipendenza che connette tutto ciò che esiste in Natura, fortificare la percezione di relazioni e tessuti vitali sul pianeta, coltivando empatia e sensorialità come strumenti per tutelare la biodiversità.
In un contesto in continuo mutamento il Firenze Jazz Festival si propone come una piattaforma in grado di unire la comunità artistica toscana ai grandi protagonisti del jazz italiano ed internazionale, i locali di Firenze al mondo culturale fiorentino, Oltrarno e diverse location di grande bellezza al fine di essere riscoperte grazie ad un programma di respiro internazionale.
Dopo 6 anni di attività nel capoluogo toscano, FJF implementa ancora di più le caratteristiche che l’hanno portato ad essere uno dei principali festival musicali d’Italia, con oltre 30 appuntamenti previsti a Firenze e nella Città Metropolitana.

Madrina di questa edizione e conduttrice degli eventi in Piazza del Carmine sarà Linda Messerklinger, attrice, autrice, si muove fra cinema, musica, arte, tv. Il disegno grafico del Festival quest'anno è affidato a Simona Cavatoni, artista che vive in Friuli Venezia Giulia, immersa nei vigneti, tra le Alpi e il mare. Dai suoi occhi si vedono gatti parlanti, balene volanti e i mostri nel bosco.

Per maggiori informazioni: www.firenzejazzfestival.it