Nell’ambito della mostra
“Drawing Everyday. Diario visivo di Stefano Chiassai”, esposta al
MAD Murate Art District,
giovedì 5 ottobre 2023, alle ore 17.30,
presso la
sala Anna Banti vengono presentati
tre nuovi arazzi appositamente realizzati a telaio jacquard dalla pregiata manifattura Bonotto su disegno di Stefano Chiassai. Per l’occasione è previsto un
talk “Stefano Chiassai. Tapestries”, inserito nel palinsesto degli eventi della Florence Art Week, dedicato al
design e alla
tecnica dell’arazzo con gli
interventi di
Stefano Chiassai,
Perla Gianni (ADI) e
Giovanni Bonotto (Manifattura Bonotto).
I tre arazzi rappresentano diversi soggetti: la solidarietà con i drammi delle donne iraniane, rappresentate da Chiassai in manifestazione per i loro diritti, in un contrastato bianco e nero; il dramma della guerra in Ucraina, con i bombardamenti che da mesi affliggono la popolazione civile, in costante richiesta di aiuto; infine il vitalismo personale di Stefano Chiassai, che reagisce ai drammi della storia con una esplosione di energia, invitando il pubblico a non arrendersi e a mantenere uno sguardo da bambini.
Queste opere di imponenti dimensioni oltre 2 metri e mezzo di altezza fanno parte e dialogano con la selezione di disegni inediti realizzati da Chiassai tra il 2022 e il 2023, esposti nella mostra
“Drawing Everyday. Diario visivo di Stefano Chiassai”, curata da
Valentina Gensini e organizzata da
MUS.E in collaborazione con
ADI Toscana, ospitata al
MAD fino al 12 novembre 2023 su un progetto dell’artista specificamente pensato per le sale
Laura Orvieto,
Ketty La Rocca e il Semiottagono del Complesso delle Murate.
Disegni, tessuti, pregiati arazzi e oggetti di design mettono in scena parole, geometrie, pattern, figure, riattivando una memoria collettiva e condivisa che racchiude i principali avvenimenti dal 2021 al 2023 attraverso un progetto site specific di materiali inediti. Una suggestiva fusione di linguaggi rispondente all’eclettica creatività di Chiassai, che concretizza in un trionfo cromatico il dialogo tra il passato storico della città di Firenze, intensamente legato alla progettazione artistica di arazzi, e l’arte contemporanea.
Al centro del lavoro di Stefano Chiassai,
la pratica quotidiana del disegno a pennarello che non ammette errori o revisioni, una disciplina sistematica e un metodo di rielaborazione delle vicende globali, così come arrivano sulle nostre scrivanie e nelle nostre case attraverso la scrittura giornalistica dei quotidiani. Chiassai rielabora tutto con toni ironici dal sapore popolare, che traducono la percezione collettiva della storia presente. Le vicende più crude legate alla politica internazionale, alla guerra, a drammatiche urgenze ambientali o climatiche, lasciano talvolta spazio alla cronaca più alta (l’arresto di Matteo Messina Denaro così come la morte di Papa Benedetto XVI), fino a vicende legate a tutta la cittadinanza (l’arrivo della Primavera, le vittorie calcistiche) e personali, come il disegno dedicato all’amico Giovanni Bonotto. Pensieri, frammenti di vita, riflessioni sospese tra il silenzio e l’inquietudine della quotidianità, sono raccolti in linee e colori vivaci che costruiscono un diario quotidiano di rispecchiamento: traduzione in immagini delle prima pagine, la complessa e dolorosa storia contemporanea a livello globale, ma anche le piccole gioie nazionali come le vicissitudini calcistiche, tanto amate dagli italiani, o le Olimpiadi ma anche l’opening alla Biennale di Venezia. Scritti e parole si insinuano nel testo visivo come a ricalcare il vocabolario della condivisione collettiva dei grandi avvenimenti: parole sensazionalistiche, emotive, grandiose che traducono la fibrillazione della notizia appena uscita, così come le chiacchiere da bar alla lettura dei quotidiani.
Stefano Chiassai si forma all’Istituto Statale d’Arte di Firenze. Nel 1980 crea il suo marchio “STEFANO CHIASSAI” e qualche anno dopo, nel 1985 fonda la “SCS Studio Chiassai”. Nel 1987 la sua idea di moda rappresenta lo stile italiano alla Biennale Giovanile di Barcellona. Dal 1988 al 2000 al Polimoda di Firenze assume l’incarico di docente e insegna “Menswear Fashion Design”. Dal 1994, dopo la chiusura del suo marchio, il lavoro dello Studio si è concentrato sulle consulenze stilistiche e di tendenza per numerosi brand. Il lavoro di Chiassai si radica nel settore del lusso con progetti dal forte imprinting urban. Dall’inizio degli anni 2000 disegna diverse linee menswear a livello internazionale. Un dialogo fondato su un’estetica volta a conciliare tradizione artigianale e nuove tecnologie. In particolare, dal 2009, con il supporto del suo team, è il designer della linea di abbigliamento “Fendi Uomo”. La fashion research è sempre stata centrale nel suo modus operandi. Nel tempo ha collezionato 20.000 capi vintage, che oggi sono custoditi presso: “TheCube Archive”, un esclusivo archivio legato a doppio filo con l’universo fashion. Ad affiancare le innumerevoli attività di Chiassai anche quella editoriale: nel 2016 pubblica Caosordinato (Nuova Libra): nel 2018 Ritmoemotivo (Nuova Libra); nel 2020 BlueTailoring (Silvana Editoriale); nel 2021 Diario di un lockdown: 8 marzo 2020-31 agosto 2021 (Silvana Editoriale).
MAD Murate Art District è un centro civico di ricerca, produzione artistica e scambi internazionali, ospitato negli spazi restaurati deII’ex carcere cittadino delle Murate e gestito dall’Associazione MUS.E. A partire da marzo del 2014 propone mostre, incontri, approfondimenti critici, performance, workshop e progetti di arte pubblica centrati sulle tematiche e i linguaggi artistici del contemporaneo. Il taglio fortemente interdisciplinare, sulla base del quale i progetti vengono selezionati e prodotti, è orientato a coinvolgere attivamente la cittadinanza. Fin dalla sua apertura,
MAD ha concentrato le sue attività sulla
produzione di opere e performance, tramite la selezione di artisti nazionali e internazionali chiamati a svolgere periodi di ricerca dedicati a progetti specifici, con un’attenzione particolare al contesto sociale e alla memoria storica di questo luogo unico che annovera tra i suoi spazi anche la sezione del cosiddetto Carcere Duro, l’area di detenzione più severa della prigione otto-novecentesca, dove furono rinchiusi, tra gli altri, Carlo Ludovico Ragghianti, Carlo Levi e Gaetano Salvemini. Il luogo resta nel cuore di Firenze come documento vivo e tangibile, testimonianza di coloro che hanno vissuto in prima persona questo capitolo della storia.
Per maggiori informazioni: Tel. 055 2476873 - info.mad@musefirenze.it