Il 2023 è un anno speciale: Italo Calvino, uno degli scrittori più poliedrici del Novecento avrebbe infatti compiuto 100 anni. Per l'occasione, la
Biblioteca Pietro Thouar di Firenze in piazza Torquato Tasso 3, all'interno della rassegna "
Dialoghi Urbani", propone un
nuovo gruppo di lettura che vede protagonisti
ragazze e ragazzi dai 12 anni. Durante il primo incontro i partecipanti potranno scegliere quali libri dell'autore leggere con il supporto della biblioteca.
Il gruppo si ritroverà una volta al mese. La partecipazione è gratuita su prenotazione.
Italo Calvino pubblicò oltre venti libri...Il sentiero dei nidi di ragno (1947)
Dove fanno il nido i ragni? L'unico a saperlo è Pin, che ha dieci anni, è orfano di entrambi i genitori e conosce molto bene la radura nei boschi in cui si rifugiano i piccoli insetti. E lo stesso posto in cui si rifugia lui, per stare lontano dalla guerra e dallo sbando in cui si ritrova il suo piccolo paese tra le colline della Liguria, dopo l'8 settembre 1943. Ma nessuno può davvero sfuggire a ciò che sta succedendo qui e nel resto d'Italia. Neppure Pin. Ben presto viene coinvolto nella Resistenza e nelle lotte dei partigiani, sempre alla ricerca di un grande amico che sia diverso da tutte le altre persone che ha conosciuto. Ma esisterà davvero qualcuno a cui rivelare il suo segreto?
Ultimo viene il corvo (1949)
"Col titolo Ultimo viene il corvo le edizioni Einaudi pubblicarono nel 1949 la mia prima raccolta di racconti brevi; essa era composta di trenta pezzi scritti tra il 1945 e il 1948 e in massima parte già usciti su giornali. Invitato a ripubblicare il volume dopo vent'anni, non posso che confermare i criteri che già mi guidarono nel 1958 a scegliere i pezzi migliori per la più ampia raccolta I racconti... Nella 1ª edizione i racconti erano ordinati secondo criteri d'affinità, ma senza divisioni in gruppi; la raccolta generale del 1958 era costruita secondo una più elaborata architettura. Qui preferisco dividere la materia in tre parti, per mettere in evidenza tre linee tematiche del mio lavoro di quegli anni. La prima è il racconto "della Resistenza" (o comunque di guerra o violenza) visto come avventura di suspense o di terrore, un tipo di narrativa che eravamo in parecchi a fare a quell'epoca. La seconda linea è pure comune a molta narrativa di quegli anni, ed è il racconto picaresco del dopoguerra, storie colorate di personaggi e appetiti elementari. Nella terza domina il paesaggio della Riviera, con ragazzi o adolescenti e animali, come personale sviluppo d'una "letteratura della memoria". E superfluo osservare che spesso le tre linee si congiungono." Italo Calvino
Il visconte dimezzato (1952)
La bizzarra storia del visconte Medardo di Terralba che, colpito al petto da una cannonata turca, torna a casa diviso in due metà (una cattiva, malvagia, prepotente, ma dotata di inaspettate doti di umorismo e realismo, l'altra gentile, altruista, buona, o meglio "buonista"). "Tutti ci sentiamo in qualche modo incompleti" disse Calvino in un'intervista "tutti realizziamo una parte di noi stessi e non l'altra."
Fiabe italiane (1956)
"lo credo questo: le fiabe sono vere. Sono, prese tutte insieme, nella loro sempre ripetuta e sempre varia casistica di vicende umane, una spiegazione generale della vita, nata in tempi remoti e serbata nel lento ruminio delle coscienze contadine fino a noi; sono il catalogo dei destini che possono darsi a un uomo e a una donna, soprattutto per la parte di vita che appunto è il farsi d'un destino: la giovinezza, dalla nascita che sovente porta in sé un auspicio o una condanna, al distacco dalla casa, alle prove per diventare adulto e poi maturo, per confermarsi come essere umano. E in questo sommario disegno, tutto." Italo Calvino
Il barone rampante (1957)
"Un ragazzo sale su di un albero, si arrampica tra i rami, passa da una pianta all'altra, decide che non scenderà più. L'Autore di questo libro non ha fatto che sviluppare questa semplice immagine e portarla alle estreme conseguenze: il protagonista trascorre l'intera vita sugli alberi, una vita tutt'altro che monotona, anzi: piena d'avventure, e tutt'altro che da eremita, però sempre mantenendo tra sé e i suoi simili questa minima ma invalicabile distanza. Ne è nato un libro, Il barone rampante, piuttosto insolito nella letteratura contemporanea, scritto nel 1956-57 da un autore che aveva allora trentatré anni; un libro che sfugge a ogni definizione precisa, così come il protagonista salta da un ramo di leccio a quello d'un carrubo e resta più inafferrabile d'un animale selvatico. Il vero modo d'accostarci a questo libro è quindi quello di considerarlo una specie di Alice nel paese delle meraviglie o di Peter Pan o di Barone di Munchhausen, cioè di riconoscerne la filiazione da quei classici dell'umorismo poetico e fantastico." Italo Calvino
I racconti (1958)
"Il libro di racconti cui avrete la bontà di prestare la vostra attenzione non vuol essere altro che la testimonianza di come uno tra coloro che iniziavano nel 1945 i propri esperimenti di letteratura, abbia inseguito, da allora fino ad oggi, il miraggio di cogliere un sapore, un barbaglio, un cigolìo, una cadenza della vita. Questi sono tempi poco propizi alle grandi spiegazioni del mondo come ai grandi romanzi; il segreto dell'universo abbiamo cercato di coglierlo come nelle innumerevoli sfaccettature d'un occhio di formica, come nella vertebra fossile da cui si cerca di ricostruire l'intero scheletro dell'immensurabile dinosauro." Italo Calvino
Il cavaliere inesistente (1959)
Agilulfo, paladino di Carlomagno, è un cavaliere valoroso e nobile d'animo. Ha un unico difetto: non esiste. O meglio, il suo esistere è limitato all'armatura che indossa: lucida, bianca e... vuota. Non può mangiare, né dormire perché, se si deconcentra anche solo per un attimo, cessa di essere. Una storia ambientata nell'inverosimile medioevo dei romanzi cavallereschi, ma vicina più che mai alla realtà del nostro tempo.
Marcovaldo (1963)
"Personaggio buffo e melanconico, Marcovaldo è il protagonista d'una serie di favole moderne" scrisse Italo Calvino, segnando, come in un suo bloc-notes, avvenimenti impercettibili nella vita di una grande città industriale, quali possono essere il passaggio di una nuvola carica di pioggia o l'arrivo mattutino di uno sbuffo di vento.
Le Cosmicomiche (1965)
"Il protagonista di questo libro si chiama Qfwfq. Altro non si sa, non è nemmeno detto che sia un uomo ...Quanti anni ha? Dato che non c'è avvenimento di milioni o miliardi di anni fa cui non abbia assistito, si deve calcolare che ha più o meno l'età dell'universo. Basta che il discorso tocchi di sfuggita l'accensione delle galassie o l'estinzione dei dinosauri, la formazione del sistema solare o i cataclismi geologici, ed eccolo saltar su a raccontare che c'era anche lui. Le varie teorie cosmogoniche trovano nel vecchio Qfwfq un testimone fin troppo volenteroso: pronto di volta in volta ad avallare con le sue memorie d'infanzia o di giovinezza ipotesi contraddittorie o addirittura opposte. Qfwfq è una voce, un punto di vista, un occhio (o un ammicco) umano proiettato sulla realtà d'un mondo che pare sempre più refrattario alla parola e all'immagine." Italo Calvino
Ti con zero (1967)
"Ti con zero, oppure Ti zero, è una formula che s’incontra spesso nei libri di cosmogonia o di teoria della relatività: un t seguito da uno zero piccolo in basso, per indicare il tempo in un momento chiamato zero, distinguendolo dai momenti che seguono, chiamati ti con uno, ti con due, eccetera. Questa formula dà il titolo a un mio racconto, se racconto si può chiamare una storia completamente ferma, tutta contenuta in un attimo di mortale attesa." Italo Calvino
Le città invisibili (1972)
"Le città invisibili" si presenta come una serie di relazioni di viaggio che Marco Polo fa a Kublai Kan imperatore dei Tartari. A questo imperatore melanconico, che ha capito che il suo sterminato potere conta ben poco perché tanto il mondo sta andando in rovina, un viaggiatore visionario racconta di città impossibili ... Quello che sta a cuore al mio Marco Polo è scoprire le ragioni segrete che hanno portato gli uomini a vivere nelle città, ragioni che potranno valere al di là di tutte le crisi. Le città sono un insieme di tante cose: di memoria, di desideri, di segni d'un linguaggio; le città sono luoghi di scambio, come spiegano tutti i libri di storia dell'economia, ma questi scambi non sono soltanto scambi di merci, sono scambi di parole, di desideri, di ricordi. Il mio libro s'apre e si chiude su immagini di città felici che continuamente prendono forma e svaniscono, nascoste nelle città infelici." Italo Calvino
Se una notte d'inverno un viaggiatore (1979)
"L'impresa di cercare di scrivere romanzi "apocrifi", cioè che immagino siano scritti da un autore che non sono io e che non esiste, l'ho portata fino in fondo nel mio libro Se una notte d'inverno un viaggiatore. E un romanzo sul piacere di leggere romanzi; protagonista è il Lettore, che per dieci volte comincia a leggere un libro che per vicissitudini estranee alla sua volontà non riesce a finire. Ho dovuto dunque scrivere l'inizio di dieci romanzi d'autori immaginari, tutti in qualche modo diversi da me e diversi tra loro ... Più che d'identificarmi con l'autore di ognuno dei dieci romanzi, ho cercato d'identificarmi col lettore: rappresentare il piacere della lettura d'un dato genere, più che il testo vero e proprio. Ma soprattutto ho cercato di dare evidenza al fatto che ogni libro nasce in presenza d'altri libri, in rapporto e confronto ad altri libri." Italo Calvino
Palomar (1983)
"Chi è il signor Palomar che questo libro insegue lungo gli itinerari delle sue giornate? Il nome richiama alla mente un potente telescopio, ma l'attenzione di questo personaggio pare si posi solo sulle cose che gli capitano sotto gli occhi nella vita quotidiana, scrutate nei minimi dettagli con un ossessivo scrupolo di precisione. ... Uomo taciturno, forse perché ha vissuto troppo a lungo in un'atmosfera inquinata dal cattivo uso della parola, Palomar intercetta segnali fuori d'ogni codice, intreccia dialoghi muti, tenta di costruirsi una morale che gli consenta di restare zitto il più a lungo possibile. Ma potrà mai sfuggire all'universo del linguaggio che pervade tutto il dentro e tutto il fuori di se stesso? Forse è per rintracciare il filo del discorso che scorre là dove le parole tacciono, che egli tende l'orecchio al silenzio degli spazi infiniti o al fischio degli uccelli, e cerca di decifrare l'alfabeto delle onde marine o delle erbe d'un prato." Italo Calvino
Lezioni americane (1988)
"Siamo nel 1985: quindici anni appena ci separano dall'inizio d'un nuovo millennio. ... Il millennio che sta per chiudersi ha visto nascere ed espandersi le lingue moderne dell'Occidente e le letterature che di queste lingue hanno esplorato le possibilità espressive e cognitive e immaginative. E stato anche il millennio del libro, in quanto ha visto l'oggetto-libro prendere la forma che ci è familiare. Forse il segno che il millennio sta per chiudersi è la frequenza con cui ci si interroga sulla sorte della letteratura e del libro nell'era tecnologica cosiddetta postindustriale. Non mi sento d'avventurarmi in questo tipo di previsioni. La mia fiducia nel futuro della letteratura consiste nel sapere che ci sono cose che solo la letteratura può dare coi suoi mezzi specifici. Vorrei dunque dedicare queste mie conferenze ad alcuni valori o qualità o specificità della letteratura che mi stanno particolarmente a cuore, cercando di situarle nella prospettiva del nuovo millennio." Italo Calvino
Per informazioni e iscrizioni contattare la biblioteca al numero 055 2398740 o scrivendo a
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