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giovedì 21 novembre 2024

Mostra di Bueno, Marescalchi, Ponsi, Museo Riz à Porta e Ragusa allo Spazio Fond di Firenze

10-10-2023
Dal 10 al 15 ottobre 2023 lo Spazio Fond di Firenze, in via della Fonderia 35, ospiterà la mostra, a cura di Andrea Ponsi e Museo Riz à Porta, di cinque artisti legati da una lunga amicizia e frequentazione: Raffaele Bueno, Bobo Marescalchi, Andrea Ponsi, Museo Riz à Porta, Giovanni Ragusa. Cosa li accomuna tra loro? Approssimativamente l'età, la Toscana come luogo di vita e condivisa cultura, l'afflato poetico a cui ognuno si affida come strumento di esistenza-sopravvivenza. Di essi, Giovanni e Bobo hanno lasciato questo mondo anni fa, gli altri continuano a vivere nella freschezza del presente e nel ricordo delle passate corrispondenze. Questo convivio li riunisce in un rigenerato dialogo nella solare Firenze, dopo una spedizione di alcuni anni fa nella piovosa Amsterdam, anche se chi non è presente fisicamente parlerà con le sue opere, per un inizio che è dunque la continuazione di una vecchia storia.

Tutto cambia nella lucreziana natura delle cose e così le stagioni dell'arte. Tra gli artisti c'è chi ferma la sua visione del mondo fluttuante nella fissità di un quadro, chi in forme tridimensionali, chi in un moto del pensiero, chi nella scrittura o nella musica. Con il linguaggio che inesorabilmente si adegua ai tempi, cambia anche colui che quel linguaggio usa per esprimersi poeticamente. Gli artisti maturano, invecchiano, scompaiono. Si trasformano non solo nel fisico ma nel carattere, nella attitudine verso il mondo. Ognuno vaga sulle acque della esistenza aggrappato a zattere precarie, lasciandosi andare alla deriva dell'inconscio. Ognuno conduce la sua barca con tecniche marinare diverse, usa remi e pennelli secondo il suo talento, lascia sulla superficie del quadro i colori del proprio sogno, la sua impronta in una scultura

Raffaele Bueno descrive i suoi giorni in uno zoo domestico pervaso da animali piccoli e inquieti, si perde in buie foreste dense di apparizioni mistiche e vortici di coscienza, accenna a arcaiche introspezioni leggere e evanescenti come i vapori su un prato di rugiada. Assiduo contemplatore della propria dimora, protetto da tele private e idoli esotici, vive in un continuo stato onirico tra i pennelli accatastati su un tavolo accanto a una finestra che dà su un orto abitato da uccelli variopinti, galline scattanti, cieli stellati, neri cipressi.

Bobo Marescalchi spazia su territori di ampiezza cosmica, si perde tra animali criptici e nevi perenni. Entra nella sublime e inquietante natura al suo massimo splendore, sovrapponendola tuttavia alla ragione del numero, alla mistica di una personale cabala. Negli animali ricerca qualcosa che li faccia sentire amici. Con l'altro essere, per di più di diversa specie, sembra affermare che bisogna averci a che fare: ammirandone la bellezza e il mistero, specchiandosi in loro, divenendone parte.

Andrea Ponsi plana sulle onde lunghe di mari caldi e tropicali, si adagia su spiagge ampie e ventose su cui si affacciano tende e case armoniose. Il flusso del suo pensiero si svolge in una scrittura ininterrotta, con figure che come parole di un rasserenante discorso riempiono i fogli di segni, geometrie, ritmi musicali, corpi che si adagiano languidi su altane di pacifica, erotica e in fondo utopica esistenza.

Pedro Museo Riz à Porta è insieme uomo, artista e, per sua stessa definizione, "museo", dove i termini si intrecciano fino a farne scomparire le differenze. Messaggero di altri talenti oltre il suo, è disponibile, aperto, sagace. Presenta oggetti gonfiati di misteriose esistenze o stranite immagini autobiografiche offerte a coloro coi quali condividere la sua affettiva presenza. Pedro riflette sui comportamenti e sulle cose, poi agisce, diventa, dell'arte, insieme contenuto e contenitore, museo di altri artisti, museo di se stesso.

Giovanni Ragusa si lascia andare sulle onde blu dei ricordi. Vagabondo delle stelle nato per caso in luoghi esotici, continua a navigare su mari neri e profondi; da quelle navi dotate di occhi, scrive il suo diario di vecchio marinaio alla luce di fioche candele, dipinge il suo delirio intingendo il pennello nei colori della notte. Nascosto nella stiva buia tra i fumi di oppiacee visioni, dipinge autoritratti in forma di mostriciattoli simpatici e innocui, topi astuti e malandrini, grilli parlanti di infantili memorie.