Entra nel vivo la XIV Florence Biennale. Mostra internazionale di arte contemporanea e di design con numerosi appuntamenti che si svolgeranno tutti nell’area teatro del Padiglione Spadolini della Fortezza da Basso.
Il programma di martedì 17 ottobre 2023
Alle ore 10.30 sarà presentato il corposo catalogo della manifestazione. Dopo la prima felice esperienza del 2021, si rinnova la collaborazione di Florence Biennale con l’Editoriale Giorgio Mondadori (gruppo Cairo) marchio specializzato nel settore dell’arte e non solo. Il catalogo 2023, di circa 700 pagine con copertina cartonata, ha lo stesso titolo della mostra “I AM YOU - Individual and Collective Identities in Contemporary Art and Design” e offre un’ampia carrellata sulle opere in mostra dando spazio anche ai padiglioni speciali, alle performance e ai premi alla carriera, in questa XIV edizione il fotografo DavidLaChapelle e l’architetto Santiago Calatrava.
Alle ore 11.30 si torna a parlare di “I am You” il tema della XIV Florence Biennale. Lo speech questa volta è appannaggio di Julio Sapollnik, membro del Comitato Curatoriale della Florence Biennale.
Alle ore 12 è in programma “Panama summer, L’identità in movimento – Raka Taka Kalidonia”, la performance di Aristides Ureña Ramos. "Panama Summer", propone una riflessione sul rispetto della diversità culturale e sul diritto alla differenza. L'identità è vista come un processo continuo in costante evoluzione, e viene fotografata, registrata, documentata, selezionata, archiviata in operazioni che rendono assolutamente prioritaria la dimostrazione di tale fenomeno socioculturale.
Il pomeriggio inizierà alle ore 15.30 con la presentazione e performance del Collettivo Maori Tāhū, che riunisce un collettivo di artisti indigeni Māori della costa orientale dell'Isola del Nord di Aotearoa Nuova Zelanda. Il termine Māori Tāhū (noto anche come tāhuhu) ha una concettualizzazione stratificata della conoscenza e della pratica indigena. Tāhū è descritto come la prima trama nella tessitura di un abito tradizionale Māori, o come il palo principale di una casa ancestrale tradizionale. Entrambi i concetti hanno un filo conduttore che collega persone e luoghi - una metafora della tessitura di una linea diretta di ascendenza, attraverso la genealogia, il design e la storia.
Premio alla carriera a David LaChapelle
Quindi alle ore 17 è prevista l’attesa cerimonia di conferimento del Premio “Lorenzo il Magnifico” alla carriera di fama internazionale David LaChapelle con la seguente motivazione: «come tributo a uno dei fotografi più talentuosi e influenti del nostro tempo, e in riconoscimento del suo stile unico e della sua eccezionale produzione artistica, basata su immaginazione, sperimentazione e creatività, che trasmette profondi messaggi sociali. Grazie alla sua prospettiva visionaria, originale e coraggiosa, ha ispirato molti altri artisti e il pubblico mondiale».
In qualità di Ospite d’Onore nello spazio espositivo a lui dedicato La Chapelle esporrà una selezione di fotografie realizzate tra il 2009 e il 2023, compresa l’opera Gated Community presentata in anteprima alla mostra personale “David LaChapelle per Giacomo Ceruti. Nomad in a Beautiful Land” attualmente in corso presso la Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia; inoltre, per l’occasione, LaChapelle propone in anteprima mondiale la serie inedita dedicata alla Via Crucis, dopo aver lavorato in collaborazione con il famoso rapper Tedua (per il quale ha curato la copertina del concept-album La Divina Commedia) che sarà presente alla premiazione dello stesso Artista. Infine, al termine della cerimonia di premiazione, LaChapelle terrà un discorso che sin d’ora si preannuncia già molto atteso.
Icona indiscussa della cultura pop, con i suoi lavori LaChapelle ha immortalato alcuni fra i più noti personaggi dell’attualità fra cui Elton John, Dua Lipa, Michael Jackson, Eminem, Whitney Houston, Muhammad Ali, David Bowie, Amy Winehouse, Cher, Travis Scott, Leonardo Di Caprio, Tupac Shakur, Britney Spears, Naomi Campbell - solo per citarne alcuni. Nelle sue complesse scenografie surreali, dove non mancano provocazioni così come chiari riferimenti all’arte classica, confluiscono spiritualità e mondanità, eros e natura, sfarzo ed ironia, dando vita a un nuovo linguaggio fotografico e una nuova forma d’arte.
Gli inizi della carriera - Nato nel Connecticut nel 1963, David LaChapelle ha frequentato la scuola superiore alla North Carolina School of The Arts. Inizialmente iscritto come pittore, ha sviluppato una tecnica analogica che consiste nel dipingere a mano i propri negativi per ottenere un sublime spettro di colori prima di elaborare la pellicola.
All'età di 17 anni, LaChapelle si è trasferito a New York. Dopo la sua prima mostra fotografica alla Gallery 303, è stato assunto da Andy Warhol per lavorare a Interview Magazine.
Grazie ad un’assoluta padronanza del colore, a composizioni uniche e a narrazioni fantasiose, LaChapelle ha iniziato a espandere il genere della fotografia. Le sue opere di tableau, ritratti e nature morte hanno sfidato i canoni della fotografia tradizionale e il suo lavoro ha rapidamente guadagnato interesse a livello internazionale al punto che sulle pagine del New York Times già nel 1991 si leggeva che LaChapelle «influenzerà sicuramente il lavoro di una nuova generazione...nella stessa misura in cui Avedon è stato un pioniere di ciò che oggi è comune».
E così è stato.
Successo crescente - Nei decenni successivi infatti, LaChapelle è diventato uno dei fotografi più pubblicati al mondo, con una serie di libri di successo tra cui LaChapelle Land (1996), Hotel LaChapelle (1999), Heaven to Hell (2006), Lost & Found e Good News (2017). Contemporaneamente, il suo lavoro si è esteso ai video musicali, ai film e ai progetti teatrali. Il suo lungometraggio del 2005, intitolato Rize, è stato distribuito nelle sale di 17 paesi e molte delle sue opere fotografiche e cinematografiche sono diventate caratteristiche dell'America del XXI secolo.
Negli ultimi 30 anni, LaChapelle ha esposto in musei e gallerie di tutto il mondo, tra cui la National Portrait Gallery (Londra), il Musée de Monnaie (Parigi), il Barbican Centre (Londra), il Victoria and Albert Museum (Londra), il Tel Aviv Museum of Art (Israele), il Musée D'Orsay (Parigi), il Groninger Museum (Paesi Bassi), Palazzo delle Esposizioni (Roma), Palazzo Reale (Milano), la National Portrait Gallery (Washington D. C.), la Casa dei Tre Oci (Venezia), La Venaria Reale (Torino), il MUDEC (Milano), Fotografiska (New York) e il Salone degli Incanti (Trieste).
Di David LaChapelle a Firenze, infine, si ricorda la bellissima personale che fu ospitata al Forte Belvedere nel 2008 e la recente partecipazione alla collettiva dedicata a “L’enigma Pinocchio” a Villa Bardini, tra il 2019 e il 2020.
Foto: ritratto di David LaChapelle realizzato da Thomas Canet
Per maggiori informazioni: www.florencebiennale.org