"Credo che oggigiorno la gente abbia bisogno di musica che possa provocare reazioni come lacrime o risate. Emozioni forti, comunque". È il pensiero di Emmanuel Tjeknavorian, nemmeno trent'anni e già alla sua seconda vita. Quella da direttore d'orchestra. Perché invece la prima, da concertista di violino, la sta man mano accantonando. Come se già ne avesse ottenuto il massimo possibile: l’affermazione al prestigioso Concorso “Sibelius” otto anni fa, i dischi che ne sono venuti, l’aver imbracciato a lungo uno Stradivari.
Oggi che ad attrarlo è soprattutto il podio (il padre direttore, d’origine persiano-armena, gli ha dato le prime lezioni), la sua filosofia di lavoro si condensa in queste massime: “Il direttore non deve imporre agli altri come suonare. In orchestra ci sono musicisti eccezionali che sanno perfettamente ciò che devono fare. Ognuno di loro ha una propria opinione su come dovrebbe suonare il pezzo che stiamo preparando insieme. Perciò compito del direttore che abbia una sua visione dell’opera è raccogliere e modellare le tante, differenti opinioni in una visione omogenea”.
La carriera direttoriale di Tjeknavorian si sta sviluppando principalmente con orchestre austriache e tedesche, anche se la mattina del 25 gennaio (lo stesso giorno del concerto di Firenze) sarà ufficialmente nominato nuovo direttore musicale dell'Orchestra Sinfonica di Milano. Il giovane Maestro, che in Austria è nato, trova proprio nel repertorio viennese il suo habitat naturale. Il programma con l’ORT ne è un esempio.
La Sinfonia K. 338 di Mozart, tiene conto dello stile italiano di moda all’epoca ma già lo inserisce entro un discorso di stringente logica musicale, immergendolo nella densa sostanza timbrica messa a punto da Haydn, il papà della sinfonia viennese. Quarant’anni dopo, nel 1818, ecco lo Schubert ventunenne della Sesta sinfonia inginocchiarsi ai piedi di Haydn e di Mozart, a quell’epoca assurti a modelli ineludibili. E poi, con un gran salto che ci porta a fine Ottocento, ascoltiamo Mahler: quattro Liedersu testi ricavati dal Knaben Wunderhorn, il “Corno magico del fanciullo”, raccolta di antiche poesie popolari tedesche compilata a inizio secolo dai poeti Clemens Brentano e Achim von Arnim.
A interpretarle è il mezzosoprano Valerie Eickhoff, coetanea di Tjeknavorian, affermatasi nel 2021 al prestigioso Concorso ARD. Le quattro canzoni sono Verlorne Müh (“Fatica sprecata”), in cui una ragazza cerca invano di conquistare uno che le piace; Wer hat dies Liedel erdacht? (“Chi ha inventato questa canzoncina?”), dove invece una melodia intonata da una fanciulla riesce davvero a far battere i cuori dei maschietti; Rheinlegendchen (“Piccola leggenda del Reno”), la storia di un anellino gettato nel fiume, inghiottito da un pesce giunto poi sulla tavola del re e restituito al legittimo proprietario. E ultimo, straziante, Wo die schönen Trompeten blasen, “Dove suonano le belle trombe”, su un soldato che fa visita per l’ultima volta all’amata prima di partire per la guerra.
Programma
giovedì 25 gennaio 2024 ore 21.00 - Firenze, Teatro Verdi
venerdì 26 gennaio 2024 ore 21.00 - Cascina, La Città della Musica
sabato 27 gennaio 2024 ore 21.00 – Livorno, Teatro Goldoni
BIGLIETTI
Firenze studenti €5,00 under 30 €10,00 ridotto €18,00 intero €22,00