Second edition per "Small Size" alla Crumb Gallery, in via San Gallo 191 rosso a Firenze. Otto le artiste scelte per questa esposizione che si terrà dall’1 al 30 dicembre 2023: Roberta Conigliaro, Cecilia Cosci, Sophie Dickens, Lucy Jochamowitz, Laura Lezza, Adriana Luperto, Federica Ricotti e Regan Wheat.
SMALL SIZE si chiama così perché raccoglie opere dal piccolo formato: piccoli dipinti, piccole foto, piccole sculture. Sono voci diverse di donne con storie diverse, che provengono da varie parti del mondo, ognuna con il proprio linguaggio, con la propria poetica che affonda la pratica del fare in terreni e radici culturalmente differenti. Singole tonalità e vibrazioni che insieme si uniscono in unico coro, una narrazione tutta al femminile del contemporaneo, un ritratto a volte più crudo, a volte lasciato alla cronaca, a volte più intimistico e delicato dell’attualità.
SMALL SIZE anche perché è stato deciso insieme, politicamente, di mantenere un prezzo contenuto delle singole opere, perché l’arte non è tale se non è per tutti.
Della serie Sogni del 2023, in mostra, Cecilia Cosci presenta alcuni dei suoi montage, con personaggi e immagini, ritagliati da dipinti acquisiti dalla storia dell’arte, dal Trecento al Novecento, e riformulati in nuove composizioni. La dimensione onirica pervade questa personale riscrittura, in parte autobiografica. Cosci gioca con queste immagini, le decontestualizza, ne prende in prestito i simboli per creare significati altri, accompagnandoli con titoli volutamente ironici, che sono imprescindibili dall’opera stessa. E così in Patriarcato, i personaggi tratti dalle Storie di San Silvestro e Costantino di Maso di Banco, affrescati nella chiesa di Santa Croce a Firenze, di cui si vede solo i calzari e le nobili vesti, pestano la Venere nuda di Alexandre Cabanel; oppure in Spred your wings, uno degli angeli di Lorenzo Lotto, dischiude le sue ali, come una neonata farfalla, uscendo con forza e grazia, allo stesso tempo, da una delle metafisiche bottiglie di Carlo Carrà.
Regan Wheat, artista americana, propone Edge State, un progetto sul quale lavora da tempo, un progetto che purtroppo non si interrompe mai perché le zone di guerra non hanno fine. Evanescenti, realizzati con inchiostro su carta, Regan ritrae i bambini vittime di queste atrocità, destinati a spostamenti obbligati. In questo caso sono i volti degli innocenti coinvolti dai conflitti che si consumano in questi giorni a Gaza, ripresi dalle immagini di cronaca dei quotidiani e dei media televisivi. Sono ritratti delicati e forti allo stesso tempo, che ti colpiscono, letteralmente, impossibile rimanere indifferenti a quegli sguardi, a quelle espressioni attonite e disperate!
Sempre legate alla cronaca sono gli scatti di Laura Lezza. Nata a Nola ma livornese di adozione, fotografa e fotogiornalista, mette in quello che fa una grande passione ed energia, come si evince dalla sua capacità di raffigurare la realtà, di cogliere dettagli e gesti del quotidiano. Le sue foto sono state pubblicate dai principali quotidiani e magazine italiani e internazionali. Per Crumb Gallery, ha scelto una selezione di due recentissimi lavori (realizzati per le News di Getty Images). Il primo dedicato a Queen Elisabeth ||, Floral Tribute, Londra 2022, dove, durante i recenti funerali della Regina d’Inghilterra, a Londra, ha documentato il tributo e la devozione degli inglesi, e non solo, verso la loro sovrana, un’icona di questo secolo. Usando le parole di Lezza “guardare ai dettagli dell’immenso Floral per capire quel legame tra inglesi e Regina”. Il secondo, dal titolo Il popolo di Vasco, Roma 2022, si concentra sui fan di Vasco Rossi, sul trasporto delle emozioni che si scatenano in concerti come questi dove si balla, si piange, si ride e ci si abbraccia, rapiti dalla musica: Lezza con i suoi scatti indaga “i meccanismi di questo particolare legame tra Vasco e il suo pubblico, che è un popolo”.
Con Adriana Luperto torniamo alla pittura. Paesaggi Urbani è il titolo di questi olii su carta: scorci di città, scatti quasi fotografici, anche se definiti da colpi di pennello, fermoimmagine come fossero piccole sequenze di un film, che ricordano vagamente “Il cielo sopra Berlino” di Wim Wenders. Potremmo essere appunto a Berlino oppure a Milano, a New York, in una grande metropoli, ma poco importa. Ci sono strade, palazzi, grattacieli, accarezzati dalla luce, elemento fondamentale in questi paesaggi urbani, dove i raggi del sole cambiano come cambiano le stagioni, a volte radenti, a volte ovattati, a volte diretti, oppure si spengono lasciando il posto alla notte ma non perdono mai quell’atmosfera un po’ magica.
In Perdere la testa o Perder la cabeza, Lucy Jochamowitz ci fa entrare nel suo universo femminile attraverso una teoria di bamboline di carta, figurine che ci catturano con la loro grazia, l’attenzione posta ai dettagli, ai monili che indossano, all’abbigliamento, vestitini contraddistinti da quei rami rossi, tipici della Jochamowitz, disegnati sulle vesti, che sembrano coralli, ramificazioni sanguigne. Ma a guardarle bene, queste bamboline, ti accorgi che mancano della testa, oppure la testa non è al posto giusto, sopra al collo. Il titolo è ovviamente una provocazione, come dice l’artista stessa “Siamo abituati a credere nella ragione come unica verità. E, oltre alle ragioni della testa, ci sono le ragioni del cuore. Sono le ragioni del cuore che aprono la porta al mondo dell'arte. Se vogliamo che il nostro io del cuore si faccia strada, dovremo permetterci di perdere o almeno di far tacere la nostra testa.”
Le piccole sculture di Sophie Dickens, artista britannica, trisnipote di Charles Dickens, sono realizzate in metallo e legno, accompagnate da alcuni disegni. Sophie, aiutata da un meticoloso studio dell’anatomia, appreso in dissezioni cliniche reali (per artisti), costruisce armature con barre di metallo, come fossero degli scheletri, su cui poi applica pezzi di materiale appositamente lavorato. I suoi soggetti riflettono un primitivismo moderno, sono immagini fantastiche che fanno riferimento alla natura, alla mitologia - a cui è arrivata grazie alla Storia dell’Arte, attraverso pittori come Tiziano - ma anche agli elementi umani. Crea movimenti muscolari, fatti di ossa, muscoli e tendini che ricordano gli studi classici di Eadweard Muybridge che, come racconta, l’hanno influenzata nel suo percorso.
Federica Ricotti è artista e performer, esponente della Paper Art. Crea sculture in fibre naturali, lavora la cellulosa con rilievi e trasparenze, utilizzando la luce come parte fondamentale delle sue opere che, a volte, presenta con performances in forma di spettacolo e installazioni in chiese, castelli, spazi di archeologia industriale. Qui, alla Crumb Gallery, avremo piccoli bassorilievi contenuti in scatole trasparenti di vetro che rappresentano l’archetipo numero tre, GIMEL, il principio della Vita e anche la connessione tra il Cielo e la Terra. I bassorilievi luminosi, come gli altri suoi lavori, hanno un ché, non tanto di sacro, ma piuttosto di spirituale, intimo, dove “la luce calda della carta, rappresenta l’espansione dell’umano evoluto” per dirlo con le parole della Ricotti stessa.
Last but not least, i gioielli/scultura di Roberta Conigliaro chiudono questa carrellata sulle artiste presenti in questa seconda edizione di SMALL SIZE. Un’arte antica, quella della lavorazione del bronzo per ottenere anelli, monili, una lavorazione intrisa di fascino, che perdura nel tempo. La Conigliaro che in genere usa la pietra - marmo, pietra calcarea, pietra saponaria – per le sue sculture di altro formato, si cimenta con una tecnica artigiana preziosa dove il materiale viene plasmato con la fusione a cera persa e ogni gioiello creato rimane un unico, un’unica opera d’arte.
Crumb Gallery è stata fondata nel 2019 da Rory Cappelli, Lea Codognato, Adriana Luperto e Emanuela Mollica. Crumb Gallery #womeninart nasce come spazio esclusivo per artiste donne. Promuove, divulga, sostiene ed espone pittura, sculture, fotografie, installazioni e performance di artiste. Le gallerie che espongono solo donne, nel mondo, si contano sulle dita di una mano e Crumb Gallery #womeninart vuole dare il suo piccolo contributo per ridurre il gap tra uomini e donne nel mondo dell’arte contemporanea.
Per maggiori informazioni: www.crumbgallery.com