La mattina di venerdì 1 dicembre 2023 nella sede della Biblioteca Spadolini Nuova Antologia il seminario di studi "Come cambia l'Europa: il Vecchio continente in un mondo che si trasforma", con il quale la Fondazione Spadolini Nuova Antologia e l'Associazione degli Amici della Fondazione Spadolini hanno inteso approfondire in che modo i mutamenti globali stanno trasformando il Vecchio Continente, nel corso di un incontro cui hanno preso parte intellettuali, politici, giornalisti, diplomatici, esperti di geopolitica: da Stefano Micossi a Michele Bagella, da Ortensio Zecchino a Italico Santoro, da Giancarlo Tartaglia a Stefano Folli, da Luigi Compagna a Cosimo Risi, da Antonio Ereditato a Giorgia Oliviero.
Ad aprire i lavori Cosimo Ceccuti, Presidente della Fondazione Spadolini: "Giovanni Spadolini, cui è idealmente dedicato il convegno, alla vigilia del XXX anniversario della scomparsa - sono le parole di Ceccuti -, aveva ampiamente previsto temi e problemi dell'attuale fase geopolitica che attraversa l'Europa. Nel suo ultimo libro "Il disordine mondiale" denunciava il riaffiorare di particolarismi e razzismi, metteva in guardia sul tormentato rapporto tra Russia e Ucraina e denunciava un apparente paradosso: le super potenze stavano attenuando le minacce alla pace mondiale ma cominciavano anche a mostrare di essere molto meno in grado di garantirla."
"A nessuno può sfuggire che viviamo un periodo caratterizzato da profonde e rapide trasformazioni economiche, politiche, sociali, strategiche - sono state le parole dell'economista Italico Santoro, esperto in Relazioni internazionali- . È tornata la guerra in Europa. Si infiamma il Medioriente. Sono ricomparse le pandemie, che almeno in Occidente sembravano un lontano ricordo del passato. Lo sviluppo tecnologico, tradizionale alleato dell'uomo, rischia di compromettere il futuro del pianeta. È insomma un'epoca di cambiamenti spesso imprevisti. Cambiano assetti istituzionali, alleanze scolpite per sempre, il ruolo e la natura delle stesse organizzazioni internazionali. La globalizzazione dell'economia - che sembrava destinata ad unificare il mondo - si fa asimmetrica. Sul piano più strettamente geopolitico le novità sono continue, talora contraddittorie, quasi sempre interdipendenti. Aumenta il numero dei BRICS, ma cresce anche la diffidenza tra l'India e la Cina che aspirano ad assumerne la guida. Si riarma il Giappone, si rafforza la presenza militare e diplomatica dell'Australia. La Cina conosce le prime significative difficoltà economiche e un progressivo isolamento in quell'area del Pacifico che considerava il suo cortile di casa. E - comune denominatore - si allarga il fossato tra l'Occidente Globale e gli Stati autocratici."
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