La Galleria dell’Accademia di Firenze vi aspetta, mercoledì 14 febbraio 2024, per trascorrere San Valentino, la festa degli innamorati, nelle sale del museo con "Art Inspires Love", un’iniziativa nata l’anno scorso, alla scoperta di quelle opere che raccontano proprio l’Amore. Tutte le coppie sono inviate a fotografarsi davanti alle stesse usando l’hashtag #artinspireslove.
Non molti sanno, ad esempio, che nella Gipsoteca, si trovano i ritratti in gesso del compositore ungherese Franz Liszt e di Marie Catherine Sophie de Flavigny, contessa d’Agoult, nota, come scrittrice, con lo pseudonimo di Daniel Stern, una donna libera e indipendente. I due furono amanti e dalla loro relazione, durata dal 1835 al 1839, nacquero tre figli. I loro busti, esposti uno di fianco all’altro, furono realizzati a Firenze da Lorenzo Bartolini, intorno al 1839, nell’ultimissimo periodo della loro unione.
Alla figura di Amore - Cupido, Bartolini ha dedicato molte delle sue sculture e qui, sempre nel vasto salone dal sapore ottocentesco della Gipsoteca, se ne trovano vari esempi. Possiamo vedere un piccolo delizioso Amore, dalle delicate movenze, con un drappo appoggiato sul braccio destro, una reinterpretazione del tutto personale di un soggetto classico come questo, che lo scultore realizzò nel 1848. Lascia incantati, un’altra sua straordinaria opera, il Tavolo detto degli Amori o dei Genii, eseguita per Anatolij Demidov, la cui versione in marmo è al Metropolitan Museum of Art, a New York. Con grande naturalismo, su un piano tondo, sono adagiati morbidamente tre bambini che Bartolini, in una lettera, definiva come “l’Amore Dio della generazione”, sveglio che protegge il sonno del “Genio della ricchezza scostumata senza virtù”, il quale opprime il “Genio dell’ambiziosa giustezza di operare”.
Tanti altri sono i capolavori conservati nella Galleria che evocano l’Amore. Il Pontormo ce lo ricorda nel dipinto su tavola del 1533, con Venere e Cupido, ispirato al cartone preparatorio di Michelangelo per le sculture della sacrestia Nuova di San Lorenzo. Venere e Cupido incarnano, da un lato, l’amore celeste e spirituale e, dall’altro, l’amore terreno e sensuale, secondo la filosofia umanistica. Tutti gli oggetti che li accompagnano sono simboli che alludono alla caducità della passione, ai tormenti dell’anima, che ritroviamo anche nelle poesie di Michelangelo.
In questo breve percorso a tema, non si può saltare la saletta del Quattrocento dove, Giovanni di ser Giovanni, detto lo Scheggia, fratello di Masaccio, celebra, con dovizia di particolari, la Danza di una festa nunziale, o meglio il momento quando la sposa, accompagnata dai suoi famigliari, varca la soglia della casa dello sposo. Conosciuto come Cassone Adimari, in realtà, il pannello, che riporta la scena, fungeva da spalliera.
Ma non finisce qui e il pubblico potrà divertirsi a scovare altri particolari o soggetti legati all’Amore!
L’orario di apertura della Galleria dell’Accademia di Firenze è dalle 8.15 alle 18.50 (ultimo ingresso 18.20).
Per maggiori informazioni: www.galleriaaccademiafirenze.it