Amedeo Ottaviano Gusbertini ha dedicato la sua intera vita allo studio delle essenze, agli ingredienti migliori, alle miscele più rare per dare vita ogni volta a profumi che sappiano saziare e rasserenare le ansie della vita terrena. E il suo talento lo avrebbe senza dubbio portato al successo se non fosse nato nella decadente Firenze medicea di inizio ‘700. Nel suo negozio in Borgo Albizi passano molti clienti, attirati dalla bella vetrina e dal nome che è diventato una garanzia di qualità. Ma il mondo è pieno anche di cattivi odori e di persone sgradevoli incapaci di apprezzare e valorizzare un genio raro e unico come quello del Gusbertini. Possibilità e occasioni di elevare il suo nome gli si presentano continuamente, ma la scala verso il successo è lunga, con scalini rotti e piena di buchi. Vivere per creare profumi o lottare per il riconoscimento? Difendere il proprio lavoro a spada tratta o scendere a compromessi con l’inevitabile materialità della vita quotidiana? “Essere o non essere” (parafrasando un noto autore inglese…). La vita porta continuamente il profumiere (come tutti noi, del resto) di fronte a scelte che lo costringono a dover scendere a compromessi e a cambiare i suoi piani; e nella sua mente si crea una domanda: non sarà forse meglio vivere da “SOLITARIO”? Teatro e profumo. Due elementi che prendono la loro forza dal momento presente; entrambi svaniscono, di entrambi non resta niente se non un impalpabile suggestione. Un cruccio ma che è anche un’esortazione: imparare a godere del presente, vivendolo in ogni sua profonda, acuta sfumatura.
Alessandro Riccio adora la storia: “Ambientare vicende in epoche passate mi permette di raccontare storie lontano dalla noiosa quotidianità restando però saldamente ancorato a quei valori che sono comuni a tutti gli esseri umani di ogni epoca” .
“Ci è più facile capire il mondo se lo osserviamo da lontano, con maggiore distacco. Perché a questo serve il teatro, no?”
Epoca barocca, dunque, come in molti altri spettacoli del prolifico attore e regista fiorentino (“Mai e poi mai”, Baroque Festival”, “Cristiana: la colpa segreta”, “Cosi va il mondo”, questi solo alcuni dei titoli ambientati nel periodo storico più controverso e colorato della storia occidentale) e una Firenze sgangherata, come quella di inizio ‘700 alle prese con un Granduca Mediceo che cerca eredi senza riuscire a trovarne.
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