La mostra suggella il forte legame umanistico di Kounellis con la città di Firenze: una relazione e una presenza dipese, a partire dai primi anni Settanta del secolo scorso, dall’attrazione esercitata su di lui dalla cultura figurativa del primo umanesimo rinascimentale.
Un legame sottolineato anche da alcuni eventi che restano nella memoria della città e che hanno visto come protagonista la grande arte di questo maestro del Novecento: dalla sua performance nella Galleria Area del 1975, all’istallazione in Santa Maria Novella del 1977, fino al 2017, anno in cui la presenza di Kounellis a Firenze si è fatta sentire di nuovo con la mostra Ytalia, quando le sue opere sono state esposte a Palazzo Vecchio e Galleria degli Uffizi.
L’arte di Jannis Kounellis torna adesso a Firenze con una mostra che presenta un centinaio di disegni eseguiti su carta, per lo più a china, matita, carboncino, tra gli anni Settanta e Ottanta, esposti integralmente per la prima volta nel 1990, in una esposizione curata da Rudi Fuchs dal titolo La stanza vede al Gemeentemuseum Den Haag dell’Aia. La mostra fu l’occasione per verificare un diverso aspetto della poetica dell’artista, conosciuto come uno dei protagonisti dell’Arte Povera, e della sua indubbia qualità di grande maestro del disegno, secondo le inclinazioni più ricorrenti degli artisti moderni dal Quattrocento in poi.