Sabato 18 e domenica 19 maggio 2024, alle ore 21.00,
Il Lavoratorio di Firenze (via Giovanni Lanza 64/a) ospita lo spettacolo "
La commedia più antica del mondo", versione contemporanea de
Gli Acarnesi di
Aristofane con
Massimo Grigò e la regia de
I Sacchi di Sabbia. Gli Acarnesi di Aristofane è la più antica commedia del mondo. Oggi non è più in repertorio, nessuno la mette più in scena, ma il suo dispositivo comico, ripulito dai cascami del tempo, è ancora esplosivo. Con un ghigno rabbioso e idealista, Aristofane costruisce un nuovo mondo: un mondo libero da ingiustizie e ipocrisie, dove non esistono la povertà e la guerra – insomma un'utopia, innescata dalla miccia formidabile dell'eroismo comico, capace di stravolgere, inventare e dominare. È la storia di Diceopoli, il contadino che, stufo della guerra, stipula con Sparta una pace personale, fondando una sua polis alternativa.
A distanza di 2500 anni, la commedia continua a porci delle domande fondamentali: il mondo è marcio? E se sì, si può rifondarlo, immaginarne uno nuovo? Si può essere al tempo stesso grandi umanisti e insolenti, eleganti e osceni, anarchici e civili? Si può amare il proprio pubblico e al tempo stesso insolentirlo beffardamente? Massimo Grigò, qui calato nei panni di un brillante accademico, proverà a rispondere, nell'unica maniera possibile: continuare ad interrogare questo antico gioiello comico.
Lo spettacolo dà il via ad un progetto su Aristofane, sostenuto da
Compagnia Lombardi-Tiezzi e dai festival
Inequilibrio e
Kilowatt, che culminerà nella messa in scena del Pluto, l'ultima opera del grande commediografo greco.
Massimo Grigò. Dopo il diploma alla Bottega teatrale di Firenze diretta da Vittorio Gassman si è dedicato quasi esclusivamente al teatro seguendo due distinti percorsi. Il primo si è sviluppato nell'ambito del teatro di ricerca: incontra Remondi e Caporossi con cui ha lavora continuamente per sei anni, successivamente entra a far parte della compagnia Lombardi-Tiezzi con cui realizza “Scene di Amleto” (progetto triennale) “Amleto”, “Antigone di Soflocle” di B. Brecht. Con Barbara Nativi ha preso parte allo spettacolo “Carezze” di S. Belbel e a varie edizioni di Intercity Festival. Ha inoltre lavorato ne “La Tempesta” , “Opus Florentium” – testo di Mario Luzi- , “After Juliet” “Un poeta in fuga” di R. Carifi per la regia di Giancarlo Cauteruccio. “La commedia più antica del mondo” è il terzo spettacolo cui partecipa con I Sacchi di Sabbia/ Giovanni Guerrieri dopo “La ferita della bellezza” di Luca Scarlini e “Chi ruba un piede è fortunato in amore” di Dario Fo. Il secondo percorso è maturato dall' incontro con Angelo Savelli basato sul recupero e la valorizzazione della cultura e della lingua della tradizione toscana. Importanti sono state le collaborazioni con Ugo Chiti e l' Arca Azzurra (“Allegretto per bene… ma non troppo”) e artisti del calibro di Marisa Fabbri e Carlo Monni in “Gallina vecchia”. Ha realizzato infine un recital tratto da “Le veglie di Neri” di Renato Fucini che ancora riprende ciclicamente. Nel 2016 è stato inoltre Lord Hastings nel “Riccardo III”, regia di Renata Palminiello. Con Roberto Valerio ha una collaborazione che dura da oltre 10 anni che lo ha visto in scena nel “Il Vantone” di Pier Paolo Pasolini, ne “L'impresario delle Smirne “ di Carlo Goldoni, in “Casa di bambola” di Ibsen, e infine in “Tartufo” di Molière e “Zio Vanja” di Cechov, entrambi ancora in tournée.
Il Lavoratorio è uno spazio culturale dedicato alle arti performative. Supporta e promuove la creazione di progetti legati al teatro, alla musica e alla danza e accoglie al suo interno percorsi artistici che cercano un luogo per maturare e svilupparsi. Il Lavoratorio è un luogo di formazione professionale e non professionale e per questo organizza incontri, laboratori e giornate di studio e approfondimento. Ospita residenze artistiche, eventi, mostre e progetti culturali. Il Lavoratorio è una casa comune, dove gli artisti possono confrontarsi e crescere insieme, le diverse discipline possono incontrarsi e contaminarsi e le persone possono condividere suggestioni ed emozioni.
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