Martedì 23 aprile 2024, alle ore 18.00, alla
Libreria Libraccio Firenze (via de' Cerretani, 16r) l'associazione culturale
Quinto Alto presenta il libro
"Una teoria politica della finzione. Saggio sul pensiero utopico" di Gianluca Bonaiuti (Ombre Corte editore). Dialoga con l’autore Ubaldo Fadini.
Da tempo il concetto di “utopia” è entrato in un orizzonte d’indeterminazione. Non solo il suo significato politico si è fatto via via più ambiguo, ma la stessa capacità d’immaginarsi realtà alternative ha perduto, almeno in parte, la propria attrattiva in ragione della loro crescente superfluità. Anche chi sondasse l’immaginario contemporaneo, si vedrebbe costretto a riconoscere che il nostro è il tempo delle “distopie”, che ci assediano, piuttosto che quello delle utopie. Il volume non ha come obiettivo quello di mettere fine alle controversie interpretative sulla tradizione utopica, offrendo magari una nuova definizione, al contrario vuole esibire la complessità del profilo teorico del concetto per mostrare il tratto paradossale, quindi produttivo di senso, che lo definisce sin dalla coniatura originaria del termine nell’opera di Thomas More. Ciò che diventa chiaro grazie al concetto di utopia, è la persistente difficoltà che incontriamo nel gestire le possibilità. Se utopia, in senso proprio, è allestimento di una finzione della possibilità, il suo scopo resta quello di ridurre la contingenza. Così, quando si decreta la morte dell’utopia non si fa altro che ammettere la propria impotenza rispetto a una complessità straripante e a una contingenza ingestibile. Come sofisticato riduttore della contingenza, però, l’utopia permette un accesso al possibile che forse può ancora riservare qualche sorpresa.
Gianluca Bonaiuti insegna Storia delle dottrine politiche e Culture politiche all’Università di Firenze. Tra le sue pubblicazioni: La catastrofe e il parassita (Mimesis, 2004, con Alessandro Simoncini), Corpo sovrano (Meltemi, 2006) e Lo spettro sfinito. Note sul parassitismo metodico in Peter Sloterdijk (Mimesis, 2019). Ha curato le edizioni italiane di alcune opere di Niklas Luhmann, Boris Groys, Peter Sloterdijk ed Heiner Mülmann.
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