Maree Clarke, discendente dei Mutti Mutti, Yorta Yorta, Wamba Wamba e Boon Wurrung, è un’artista indigena australiana che, celebrando la continuità con la sua cultura e la sua storia, apre spazi artistici innovativi. La presenza di Maree a Firenze con la suo progetto artistico site-specific realizzato durante la residenza presso MAD è di grande importanza, poiché dialoga con la città attraverso le sue molteplici installazioni presso le antiche carceri e avvia una conversazione con la storia coloniale europea attraverso la sua installazione presso il Museo Antropologico. Il lavoro multimediale fortemente contemporaneo di Maree trova il proprio linguaggio visivo innovativo nel recupero delle pratiche perdute degli indigeni dell’Australia del sud-est. La produzione dell’artista a Firenze è iniziata lungo l’Arno, realizzando collane di giunchi fluviali, simbolo di passaggio sicuro e amicizia nella tradizione degli indigeni australiani. Queste collane, tradizionalmente portate durante i viaggi tribali, hanno ora un’enorme importanza nella mostra Welcome to Barerarerungar a Firenze. Questa pratica ancestrale, in cui i giunchi vengono tinti e intrecciati con piume, collega il fiume Arno e la sua città a una cultura lontana in modo molto speciale, attraverso le epoche e gli emisferi, in un generoso atto di benvenuto. La mostra ha inizio nel cortile di MAD in Piazza delle Murate, comprendendo tutti i muri degli edifici che circondano lo spazio, e all’interno delle storiche celle: proiezioni, grandi installazioni, fotografie e non solo, vogliono onorare temi dolorosi come la terra perduta, le lingue e le pratiche culturali, aprendo contemporaneamente il suo ricco mondo a noi, in un invito gentile e aperto a imparare, capire e rispettare le tradizioni della cultura più antica del mondo.
Maree Clarke è nata nel 1961, Wamba Wamba/Latji Latji/Wadi Wadi Country, Swan Hill, Victoria. L’artista, premiata da Creative Victoria, Australian Centre for Contemporary Art (ACCA), and Tarra Warra Museum of Art, con il prestigioso Yalingwa Fellowship 2023, per la sua capacità di dar voce alle pratiche native tradotte in uno straordinario linguaggio artistico contemporaneo. Il suo continuo desiderio di affermare e riconnettersi con il proprio patrimonio culturale l’ha vista rivitalizzare i tradizionali mantelli di pelle di opossum e i disegni contemporanei delle collane usando canne di fiume, denti di canguro e aculei di echidna. Le sue installazioni multimediali tra cui fotografia, scultura e video esplorano ulteriormente le tradizionali cerimonie e rituali dei suoi antenati, in alcuni casi quasi completamente perduti. Infatti, ha una passione per la rinascita e la condivisione di elementi della cultura indigena che sono stati persi – o che giacciono dormienti – come conseguenza della colonizzazione. Clarke registra meticolosamente i materiali che raccoglie per ogni opera in modo che le generazioni future possano studiarli e apprezzarli. Insegna anche le pratiche che ha appreso dalla sua famiglia e dai gruppi del mob, cioè del suo gruppo familiare esteso, per cui tuttora è un riferimento fondamentale. Con più di tre decenni di produzione artistica alle spalle, il lavoro di Maree consiste in una pratica multidisciplinare che include fotografia, incisione, scultura, gioielleria, video, vetro e altri media. Maree è nota per il suo approccio aperto e collaborativo alla pratica culturale. Lavora costantemente nella collaborazione intergenerazionale per far rivivere la conoscenza culturale ancestrale dormiente e utilizza la tecnologia per portare un nuovo pubblico alle arti indigene dell’Oceania contemporanea.
Per maggiori informazioni: 055 2476873 - info.mad@musefirenze.it - www.murateartdistrict.it/welcome-to-barerarerungar/