Città di Firenze
Home > Webzine > "E tutto schedare in archivio": Silvio Branzi e la costruzione di un fondo di critica d’arte
giovedì 21 novembre 2024

"E tutto schedare in archivio": Silvio Branzi e la costruzione di un fondo di critica d’arte

18-04-2024

"E tutto schedare in archivio": Silvio Branzi e la costruzione di un fondo di critica d’arte. Giovedì 18 aprile 2024, alle ore 15.00, a Firenze, nella Sala Ferri di Palazzo Strozzi vengono presentati i risultati del progetto “La ricomposizione di un archivio. Il caso Silvio Branzi dalla carta alla rete”, promosso dall’Archivio del ’900 del Mart di Rovereto e dall’Archivio contemporaneo “Alessandro Bonsanti” del Gabinetto Vieusseux di Firenze (ingresso libero).

Ne parlano Fabio Desideri per l’Archivio Bonsanti, Mariarosa Mariech e Duccio Dogheria per il Mart, la storica dell’arte Lucia Mannini e le giovani studiose che si sono occupate da vicino della descrizione del fondo Silvio Branzi e della scelta dei materiali da digitalizzare: Chiara Grazzini e Olimpia Di Domenico.

Portano i saluti il direttore del Gabinetto G.P. Vieusseux Michele Rossi e Fabio Bazzanella della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto. Coordinano l’evento Gloria Manghetti, presidente della Fondazione Primo Conti, e Paola Pettenella, responsabile degli archivi storici del Mart.

L’Archivio Silvio Branzi

14.000 “voci”: nomi di artisti, movimenti, eventi, luoghi e musei; e poi ancora nomi di critici d’arte, collezionisti, galleristi. Sono intestazioni di buste e cartelle, che contengono articoli a stampa, inviti e locandine, riproduzioni di opere, fotografie, appunti e corrispondenze.

Di queste 14.000 voci è composto l’archivio professionale di Silvio Branzi: i materiali raccolti gli furono indispensabili nel corso di una lunga carriera professionale.

Nato a Vermiglio in provincia di Trento nel 1899, Branzi è stato giornalista, critico d’arte e scrittore; ha lavorato per il quotidiano veneziano “Il Gazzettino” e ha collaborato con molte riviste, fra cui “La Fiera letteraria”, “Convivium”, “l’Osservatore politico letterario”, “Arte Veneta”.

Alla sua morte, nel 1976, la sorella Anita destinò la parte principale dell’archivio al Gabinetto G.P. Vieusseux di Firenze, allora diretto da Alessandro Bonsanti, che aveva costituito da poco l’Archivio contemporaneo; al Comune di Trento vennero invece donate la fototeca e la biblioteca, che appartengono al patrimonio del Mart fin dalla sua istituzione.

L’archivio di Branzi risultava fino ad ora corredato da uno scarno elenco dei nomi: è consultabile oggi grazie a un inventario unificato, che permette di conoscere le consistenze delle singole buste, con la descrizione della documentazione contenuta.

Il fondo nella sua interezza comprende i materiali librari, una biblioteca di oltre 6.000 titoli, ormai completamente schedata grazie alla catalogazione di 1.000 nuovi opuscoli.

Documenti editi e inediti sono resi disponibili per ricerche aperte in tante direzioni. Branzi è critico militante; dà sostegno a una serie di artisti emergenti; conosce l’ambiente veneziano; scrive approfonditi resoconti sulle Biennali; fornisce aggiornamenti su mostre, pubblicazioni, convegni, che hanno segnato la storia dell’arte italiana fra primo e secondo Novecento. Emerge inoltre dalle sue carte la rete di contatti con i colleghi, con esimi studiosi, con docenti e direttori di istituti.

Circa 800 voci confluiscono in un portale dedicato di Internet Archive: qui si possono consultare e sfogliare più di 10.000 immagini digitali dell’Archivio Silvio Branzi, scansionate da Benedetta Gallerini e messe in rete da Giorgio Commini.

Tutto ciò è stato possibile grazie a un progetto - iniziato nell’autunno del 2022 e conclusosi in questi giorni - che si è avvalso del contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto.

Il lavoro di digitalizzazione delle carte è stato finanziato grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze.

Per ulteriori informazioni: www.vieusseux.it