Al Teatro di Rifredi, venerdì 3 e sabato 4 maggio 2024, alle ore 21.00, all’indomani del Primo Maggio, arriva "Dramma Industriale (Firenze, 1953)", lo spettacolo, scritto da Riccardo Favaro e diretto da Giovanni Ortoleva, che mette in discussione il modo in cui intendiamo il lavoro oggi.
Traendo spunto dalla crisi della Pignone nella Firenze di La Pira, racconta la simbolica crisi di duemila operai per culminare con l’amaro confronto tra personalità decisive per la rinascita etica e politica dell’Italia.
Una produzione Teatro della Toscana, Elsinor Centro di Produzione Teatrale, al debutto nazionale l’estate scorsa a San Miniato, in Piazza del Duomo, per la LXXVII Festa del Teatro promossa dalla Fondazione Istituto Dramma Popolare di San Miniato.
Nell’autunno 1953 più di duemila operai, tutti assunti presso lo stabilimento fiorentino del Pignone, rischiano il licenziamento per la chiusura dello stabilimento. Il sindaco della città, Giorgio La Pira, prende pubblicamente le parti degli operai, asserragliati nei locali della fabbrica. Nelle drammatiche giornate di quell’occupazione, tra scioperi generali e rapporti con industriali, prefetti e ministri (Fanfani in particolare), La Pira compatta un fronte politico e civile che punta a salvare prima di ogni altra cosa i posti di lavoro.
Sarà l’ENI di Enrico Mattei a tendere la mano al sindaco, rilevando lo stabilimento.
La Pira e Mattei tracciano il solco per un orizzonte in cui lo Stato viene considerato centrale in materia di lavoro, di previdenza sociale, di energia, infrastrutture, comunicazione e sanità. Un orizzonte in cui le leggi economiche immutabili e sorde ai bisogni della povera gente, in cui tra i potenti e i deboli la scelta non sia per i potenti, in cui la pratica quotidiana della politica metta al centro il valore della persona umana, in cui il rapporto tra operai e fabbrica, tra lavoratori e posto di lavoro sia organico e indissolubile, in cui l’esperienza della dittatura fascista vigili affinché altri generi di sopraffazione non dilaghino.
Traendo spunto da questa vicenda, senza riproporre una scansione documentaristica o cronachistica dei fatti, lo spettacolo ritrae i turbamenti privati del Professore (La Pira) diviso tra l’impegno politico e spirituale per la vertenza della Fabbrica (Pignone) e l’eco delle accuse che ambienti democristiani e liberali gli recapitano: da statalista della povera gente rischierebbe di votare la propria azione al socialismo. Attraverso una sequenza di interviste, dialoghi, sogni e telefonate con il Presidente (Mattei), viene attraversata la simbolica crisi di duemila operai per culminare con l’amaro confronto tra due personalità decisive per la rinascita etica e politica del Paese.
Note di regia: "
Nel 1951 esce nelle sale cinematografiche Alice nel Paese delle Meraviglie, prodotto da Walt Disney. Nel 1956 muore Bertold Brecht. Tra i due eventi si colloca la vicenda del Pignone, che metterà a rischio il lavoro di duemila operai prima di qualsiasi forma di statuto del lavoro. Con queste coordinate, Riccardo Favaro ha tracciato un affresco febbrile del passato del nostro Paese che rimbalza dalla Storia al sogno, in un movimento infinito che negli incubi vede riaffiorare la realtà. Il mio viaggio nel suo testo parte dal bisogno di guardare alle promesse che quel periodo storico faceva a sé stesso e che oggi vediamo continuamente disattese, tra fabbriche che vengono di nuovo occupate e “morti bianche”, e dal bisogno di chiedermi e chiederci cosa significhi oggi fare teatro civile." Giovanni Ortoleva
Per maggiori informazioni:
www.teatrodellatoscana.it