Sabato 4 maggio 2024, alle ore 18.00, alla Galleria Poggiali di Firenze, nella sede di Via della Scala e Via Benedetta, si inaugura "Toscana", la prima mostra personale dell'artista olandese Karel Appel (1921-2006) con la galleria, realizzata per la prima volta in Italia in stretta collaborazione con la Fondazione Karel Appel di Amsterdam.
Fondatore del gruppo CoBrA (acronimo formato dalle iniziali delle tre città di origine dei vari componenti: Copenaghen, Bruxelles e Amsterdam), Karel Appel è riconosciuto dalle istituzioni museali come una figura essenziale del panorama artistico internazionale. Il progetto in programma fino al primo settembre 2024, ampio e articolato, si basa su un nucleo di opere realizzate dall’artista durante il soggiorno a Villa Licia, la residenza nei pressi di Mercatale Val di Pesa, in Toscana, frequentata tra il 1988 e il 2000. La mostra fa luce sulle opere prodotte in questo periodo attraverso un’inedita rilettura di Friedel, già Direttore del Lenbachhouse di Monaco di Baviera, che spiega: “Si tratta di paesaggi di grande formato nei quali il paesaggio collinare viene rappresentato in tutta la sua maestosità e vastità fino ad offrire allo spettatore una visione ravvicinata dei rami degli arbusti e delle chiome degli alberi: opere intitolate Horizon of Tuscany (1995), Birth of a Landscape (1996) o semplicemente Nature (1994), Study of Trees (1996). Accanto ad esse, l’artista realizza assemblaggi, opere scultoree per le quali si serve di “oggetti trovati” reperiti in Toscana che dipinge o trasforma in fusioni in bronzo.” Più di trenta opere, tra cui grandi dipinti su tela, carta e sculture, riunite per la prima volta in Italia, illustrano i soggetti scelti e l’eterogeneità mediale impiegata dall’artista durante il soggiorno toscano. La mostra si offre al pubblico come un dialogo inedito, in grado di ricomporre le connessioni e sottolineare le influenze del paesaggio tipico della regione riconoscendolo come parte fondamentale dell’opera di uno dei più grandi artisti del XX secolo.
L'uomo e la natura sono un tutt’uno. L'albero e l'uomo stesso sono una sola cosa. Se distruggiamo la natura, distruggiamo noi stessi. Da questo... è nata l'idea di dipingere la natura, il paesaggio, come se trattasse di un viso. Mostro i colori della natura e poi vi aggiungo il viso. (K. Appel)
Friedel osserva infatti come “sostituendo la parola 'natura' con 'paesaggio', e la parola 'uomo' con 'corpo', si giunge a quelle che sono le due principali possibilità di rappresentazione figurativa: da un lato, quella che utilizza una superficie bidimensionale e orizzontale per la raffigurazione di paesaggi adagiati e, dall'altro, quella che si avvale di una figura eretta, corporea per modellare il corpo umano nello spazio.”
In particolare, il dialogo tra le opere monumentali esposte in mostra Lying Nude no.2 (1986) - di oltre quattro metri - Horizont of Tuscany (1990) o Running Through a Landscape (Tuscan Series) (1990) - di oltre tre metri - riflette la concezione di paesaggio e uomo come parti di un binomio inseparabile.
Questa particolare concezione di paesaggio è approfondita da Appel grazie al balletto Can We Dance a Landscape? (1987), realizzato in collaborazione con il ballerino e coreografo Min Tanaka ed il compositore Dao e portato in scena prima all’Opéra Comique di Parigi, poi a Brooklyn e ad Amsterdam quello stesso anno. Un’importante esperienza che ampliò ulteriormente lo spettro artistico dell’artista, arricchendolo di un nuovo mezzo espressivo in grado di valorizzare quell’elemento di dinamismo e fuggente temporalità che fin dagli inizi aveva avuto un ruolo fondamentale nella sua pittura.
Deux têtes (1959), negli spazi di Via Benedetta, rappresenta invece l’origine della pittura di Appel. Il gesto dell’artista, ancora presente nella materia, come fosse viva, afferma l’attualità e la forza inesaurita della sua pittura e garantisce un raffronto immediato per comprendere l’avvio e l’approdo del resto del corpus di opere più recente, come un ponte diretto. Gli anni cinquanta sono infatti gli anni della consacrazione internazionale di Appel, della prima mostra personale allo Stedelijk Museum di Amsterdam, della Biennale di Venezia, dell’inclusione nella Collettiva al Guggenheim Museum. Del 1959, in particolare, sono invece la mostra collettiva a Palazzo Grassi "Vitalità Nell'Arte", una co-produzione con la Kunsthalle Recklinghausen e lo Stedelijk Museum di Amsterdam, la partecipazione a Documenta II a Kassel, ed il premio per la pittura internazionale alla Quinta Biennale di San Paolo in Brasile.
La mostra è accompagnata da un libro con testo critico di Helmut Friedel, un contributo di Franz W. Kaiser, Direttore della Fondazione Appel, sul rapporto dell’artista con l’Italia e una sua conversazione inedita con Harriet Appel, moglie dell’artista.
Per maggiori informazioni: www.galleriapoggiali.com