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mercoledì 25 dicembre 2024

"Così amò Zarathustra", incontro con Ciro Andrea Piccinini alla Libreria Libraccio di Firenze

18-05-2024
Sabato 18 maggio 2024, alle ore 17.00, alla Libreria Libraccio Firenze (via de' Cerretani, 16r) è in programma l'incontro di presentazione del libro "Così amò Zarathustra" di Ciro Andrea Piccinini (The Dot Company editore).

A sei anni dalla sua precedente raccolta, "Fabula postuma" (con prefazione del filosofo Sergio Givone), Ciro A. Piccinini ritorna con "150 noesìe per tutte e nessuna". Un libro intenso, (d)istintivo, intimo, scritto da “un uomo d'altri templi", da "un apolide bibliognosta postumo, il più grande poieta morente”. Insomma, un'opera che è un viaggio di ondata e ritardo nell’amor fati, nell’amour fou e in altre disperanti disfasìe come l’eterno ritorno dell’Estremo Ricordo. E così, tra virtuosismi amorosi e citazioni d'autore, cavalcate sonore e silenzi improvvisi, trovate linguistiche e vertigini o voragini di senso, l'autore, che tra il serio e il faceto si definisce "uno stilita in cima al suo stile, un asceta con il suo ostile libero, un anacoreta fiero dei suoi anacoluti", mette in campo un'opera ambiziosa, estremamente articolata e impegnativa. Dove in quarta di copertina, a mo' di sunto, leggiamo: "L’autodafé di un eroteta socratico, l’élenchos dei suoi umori platonici: regesto pletorico di passioni olografe, sbornie e bêtises di un’erranza a oltranza". Che altro dire? Buona avventura.

Ciro Andrea Piccinini vive e vegeta nella campagna di Reggio Emilia. Specie animale cartivoro, famiglia dei notturbini nel regno degli schivi, vive in un lontano altrove sconosciuto alle mappe terracquee. Estraneo al suo tempo, si occupa primariamente del di lui “tempio” libero, di cui comunque (non sapendo bene come occuparlo, culturale o cultuale che sia) ama liberarsi appena può. Da una decina d’anni si muove tra libridini editoriali (ebbene sì, è l'editor di una casa editrice emiliana) e artigianato musicale, e da una ventina, facendo volentieri mattina, si diletta a setacciare vocabolari, regesti e note a piè di pagina alla ricerca di parole strane e straniere, arcaiche o arcadiche, sacre o profane, spingendo la sua wordness in progress (da indefettibile cacciatore di affetti linguistici ed effetti enigmatico-enigmistici) fino alla logomachia, alla bibliomanzia e alla “teodicea della neologia”, non senza perdersi, talvolta, in chiacchiere da Bar(ney) – quello di Richler – o indolenze alla Lebowski. Argonauta teseico con il vezzo di esplorare la noosfera, “collazionista” di testi e legatissimo alle “montagne incartate” che dominano le stanze del suo buen retiro, ha pubblicato alcune opere di noesìa (dal termine greco noesis) già assurte al rango di classici contemporanei, tra le quali segnaliamo il memoir poematico “Fabula postuma” (Ed. thedotcompany 2017, libro candidato al premio “Viareggio Rèpaci” di quell’anno) e lo scritto d’occasione, poetry of circumstance, “L’ebbrosario” (2022).

Per maggiori informazioni: www.libraccio.it