Gianfranco Pedullà, il regista della Compagnia Teatro Popolare d'arte, venerdì 17 maggio 2024 alle ore 17.00 sarà ospite al Teatro della Pergola di Firenze per presentare il suo nuovo libro "Silvio d’Amico. Una biografia", in collaborazione con Fondazione Teatro della Toscana. Intervengono Renzo Guardenti e Francesca Simoncini. Letture a cura di Ciro Masella.
Il Dipartimento di Storia, Archeologia, Geografia, Arte e Spettacolo dell’Università di Firenze presenta il volume Silvio d’Amico. Una biografia di Gianfranco Pedullà, regista della compagnia Teatro popolare d’arte, operatore culturale e storico del teatro. “Consegniamo questo libro – che, in fondo, è anche una storia di una parte importante del teatro italiano del Novecento – alla curiosità e al giudizio dei lettori, convinti che possa essere utile al superamento dell’attuale crisi della scena italiana” si legge nella nota di Morlacchi editore University press.
Sulla complessa e discussa figura di Silvio d’Amico si concentra questa ricostruzione originale fondata su lunghe ricerche d’archivio e ampia documentazione storica. Il tentativo è di superare i toni spesso accesi e polemici che dal secondo dopoguerra in poi hanno accompagnato le varie narrazioni sulla ricca esperienza teatrale di d’Amico.
Vorremmo restituire un’immagine viva del grande critico, le cui idee hanno molto condizionato la vita teatrale italiana, esercitando un’evidente egemonia costruita nel corso degli anni Trenta e protratta, anche oltre la sua morte, almeno fino agli anni Sessanta.
Per d’Amico, il critico teatrale è «un’artista che lotta per quello in cui crede»: con straordinaria energia e grande passione egli si è sempre battuto per un teatro d’arte che sollevasse la scena dalle questioni strettamente commerciali per esaltarne le funzioni etiche e civili.
Con grande pragmatismo e molte mediazioni istituzionali egli ha realizzato importanti innovazioni nella critica scenica, nell’editoria e nelle riviste teatrali, nella riorganizzazione dei luoghi della formazione attorale e registica, nel sostegno a iniziative di qualità (in primo luogo le prime esperienze di teatri stabili per larghi pubblici, intese come alternativa pratica alle tradizionali ‘Compagnie di giro’), a nuovi progetti istituzionali, al finanziamento pubblico delle imprese di qualità. Egli ha difeso il suo ideale di riforma in maniera energica e coerente fino agli ultimi suoi giorni.
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