Giovedì 16 maggio 2024, alle ore 19.30, nella
Sala Ferri di Palazzo Strozzi, a Firenze,
Elizabeth Strout, in occasione dell’uscita del suo nuovo libro "
Lucy davanti al mare" (Einaudi, 2024), è in conversazione con
Margherita Ghilardi. L’incontro inaugura la collaborazione fra il
Gabinetto Scientifico Letterario Vieusseux e
Pitti Immagine nell’ambito di
TESTO [Come si diventa un libro], evento dedicato all’editoria contemporanea organizzato da Pitti Immagine in collaborazione con Stazione Leopolda, ideato da Todo Modo (ingresso libero fino ad esaurimento posti).
“Siamo felici che la connessione tra Testo e il Vieusseux – spiega Agostino Poletto, Direttore Generale di Pitti Immagine - si consolidi nel nome di una delle più apprezzate romanziere contemporanee. Avere Elizabeth Strout con noi, a Firenze, è un onore. Credo inoltre che non esista luogo migliore della splendida Sala Ferri in Palazzo Strozzi, luogo di cultura e di incontro, per accogliere una protagonista della letteratura internazionale di questo calibro. Quello con Elizabeth Strout sarà il primo di una serie di appuntamenti che abbiamo denominato "Con-Testo", in stretta collaborazione con Todo Modo a cui dobbiamo l'idea stessa di un evento dedicato all'editoria contemporanea che poi è diventato Testo. In attesa della quarta edizione, a febbraio 2025, programmeremo alcune presentazioni in città, per dare voce agli scrittori e ai luoghi che ci accoglieranno e che interagiranno con la manifestazione. Con-Testo sarà infatti un’estensione dell’appuntamento in Stazione Leopolda e in sé contiene l'auspicio che la passione per i libri e per la lettura non si esaurisca mai”.
In questo nuovo romanzo, l’autrice ci riporta ai difficili mesi della pandemia. È l'inizio del 2020 e in città giunge notizia di un nuovo virus potenzialmente letale. A New York i casi sono ancora sporadici e la gente, la scrittrice Lucy Barton fra loro, si aggrappa alla vita di sempre. Ma non William. William, il primo marito di Lucy, è un uomo di scienza, e la intuisce da subito, la catastrofe che sembra spazzar via la vita conosciuta; la grande paura che annienta le certezze e scuote le relazioni. Anche quella antica di due vecchi coniugi che credevano di aver esaurito le sorprese. Ancora una volta tocca far appello all'amore, alle sue forme strane e imperfette, per far sí che il comune dolore anziché allontanare unisca. Per salvarsi la vita.
La scrittrice Lucy Barton non ha mai cancellato un tour promozionale in vita sua. Eppure, quasi senza saperne la ragione, quel tour in Europa, previsto per i primi mesi del 2020, l’ha disdetto. «Meno male che non sei andata in Italia, – le diranno poi, – là c’è il virus». È William, lo scienziato William, il primo marito di Lucy, da poco reduce dal fallimento del suo terzo matrimonio e dal rifiuto di una sorellastra che non lo vuole incontrare, a passare all’azione per primo: Lucy ha poche ore per preparare un bagaglio essenziale, chiudere casa e partire con lui alla volta di una casetta in affitto sulle coste del Maine. Anche le loro figlie, Chrissy e Becka, e i rispettivi mariti dovranno raggiungere luoghi piú protetti. L’imperativo per tutti, nei piani di William, è lasciare la città, con il suo brulicare di vita e pericoli, e mettersi al riparo. Pur incredula e sgomenta, Lucy accetta di seguire l’ex marito a Crosby, Maine. Per loro inizia cosí la routine interminabile di una quotidianità dilatata nella ripetizione di piccoli gesti sempre uguali a se stessi che la pandemia ha caricato di senso; una routine ammanettata all’assenza di vita – «Certe volte dovevo uscire di casa al buio e andare giú fino al mare, imprecando ad alta voce» – eppure preziosa perché garanzia della prosecuzione. E poi un inedito senso di solitudine e isolamento. La nostalgia. La preoccupazione per i cari distanti. L’amarezza di certi allontanamenti. La rabbia e la noia. La grande paura, individuale e collettiva: quella che fa avvicinare una furente abitante del luogo all’automobile con la targa della metropoli, urlando a una Lucy Barton sconvolta: «Maledetti newyorkesi! Via da casa nostra!» E poi l’ottusità, che la paura sempre porta con sé, in seno all’inconsapevole privilegio di chi la prigione può permettersi di scegliersela. Ma ci sono anche gli istanti di consolazione: una natura anch’essa ripetitiva, come le onde del mare che Lucy contempla, ma proprio per questo rassicurante; una chiacchierata dietro la mascherina, un abbraccio proibito e insperato con una figlia lontana, un incontro dal passato, e un percorso rovesciato di separazione in casa per due vecchi coniugi e amici e amanti chiamati a saggiare la trama della loro comune tela nel modo piú brutale. Lo stesso di cui tutti noi ancora portiamo le cicatrici.
Elizabeth Strout è nata nel Maine ed è vissuta a lungo a New York prima di farvi ritorno. In Italia ha pubblicato, per Fazi editore, tre romanzi, Amy e Isabelle, Resta con me e I ragazzi Burgess, e la raccolta di racconti Olive Kitteridge, con cui ha vinto il Premio Pulitzer (2009), il Premio Bancarella (2010) e il Premio Mondello (2012). Dalla stessa raccolta di racconti è stata tratta una serie tv prodotta dalla Hbo. Per Einaudi ha pubblicato Mi chiamo Lucy Barton (2016 e 2017), Tutto è possibile (2017 e 2018), Olive, ancora lei (2020 e 2021), Oh William (2022 e 2023) e Lucy davanti al mare (2024).
Per maggiori informazioni:
www.vieusseux.it