Il laboratorio Confini, propedeutico all’esito pubblico, è una iniziativa pedagogica nel campo teatrale e delle arti performative che sfocia in uno spettacolo in cui si esplora il tema della trasformazione, 𝐝𝐞𝐥𝐥’𝐞𝐬𝐬𝐞𝐫𝐜𝐢 𝐞 𝐝𝐞𝐥 𝐝𝐢𝐯𝐞𝐧𝐢𝐫𝐞, offrendo uno sguardo inclusivo sulle molteplici metamorfosi dell'esistenza. Il percorso si avvale di tecniche del teatro sociale per generare un contesto di apprendimento che utilizzi il corpo e le emozioni come “materia prima” di gioco e sperimentazione. L’itinerario è finalizzato a favorire l’inclusione e la socializzazione all'interno del gruppo di partecipanti inteso come una realtà complessa e multidimensionale, offrendo momenti capaci di coniugare la dimensione artistica con quella espressiva e relazionale. Al centro di questo percorso di doposcuola le diversità e le differenze presenti all'interno del team, nei partenariati e tra i partecipanti si fondono in forme e rappresentazioni del "vivere insieme" che risultano sorprendenti e stimolanti. Il creare e il giocare insieme consentono di affrontare direttamente lo stigma associato al mondo degli autismi, sfruttando appieno il potenziale creativo di ciascun partecipante per dare vita a scene in cui il movimento, i gesti, la voce, lo spettacolo, ma soprattutto il percorso diventano strumenti di espressione e inclusione.
Cesare Torricelli con la collaborazione pedagogica di Gianna Moretti , Daria Lidonnici, i venti studenti e studentesse dell’IIS Sassetti Peruzzi di Firenze e del Liceo Artistico Statale di Porta Romana e Sesto Fiorentino che hanno preso parte al laboratorio hanno concorso alla realizzazione del progetto , lavorando in stretta collaborazione con i danzatori e coreografi Aldo Nolli, Matilde di Ciolo, Carmine Catalano, professionisti del Nuovo Balletto di Toscana e con gli scenografi e i tecnici di Stazione Utopia . Gli artisti e gli studenti sono stati affiancati nello sviluppo dell’iter laboratoriale e creativo con fondamentali contributi da insegnanti ed educatori di entrambi gli istituti: Michela Cammilli, Filomena Mirabella, Valentina Lai, oltre che dall’attore Guillalme Delandre e dalla giovane Linda Rossi.
𝐺𝑙𝑖 𝑎𝑙𝑡𝑟𝑖 𝑎𝑛𝑖𝑚𝑎𝑙𝑖, 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑓𝑜𝑟𝑚𝑒 𝑝𝑖ù 𝑠𝑣𝑎𝑟𝑖𝑎𝑡𝑒, 𝑙𝑖 𝑔𝑒𝑛𝑒𝑟ò 𝑙𝑎 𝑡𝑒𝑟𝑟𝑎 𝑠𝑝𝑜𝑛𝑡𝑎𝑛𝑒𝑎𝑚𝑒𝑛𝑡𝑒, 𝑞𝑢𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑙𝑎 𝑣𝑎𝑚𝑝𝑎 𝑑𝑒𝑙 𝑠𝑜𝑙𝑒 𝑐𝑜𝑚𝑖𝑛𝑐𝑖ò 𝑎 𝑝𝑟𝑜𝑠𝑐𝑖𝑢𝑔𝑎𝑟𝑙𝑎 𝑑𝑒𝑔𝑙𝑖 𝑢𝑚𝑜𝑟𝑖 𝑟𝑖𝑚𝑎𝑠𝑡𝑖 𝑛𝑒𝑙 𝑠𝑢𝑜 𝑠𝑒𝑛𝑜. 𝐼𝑙 𝐹𝑎𝑛𝑔𝑜 𝑒 𝑙𝑒 𝑚𝑜𝑙𝑙𝑖 𝑝𝑎𝑙𝑢𝑑𝑖 𝑠𝑖 𝑔𝑜𝑛𝑓𝑖𝑎𝑟𝑜𝑛𝑜 𝑎𝑙𝑙𝑎 𝑐𝑎𝑙𝑢𝑟𝑎, 𝑒 𝑖 𝑠𝑒𝑚𝑖 𝑓𝑒𝑐𝑜𝑛𝑑𝑖 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑒 𝑐𝑜𝑠e, 𝑛𝑢𝑡𝑟𝑖𝑡𝑖 𝑛𝑒𝑙 𝑠𝑢𝑜𝑙𝑜 𝑣𝑖𝑡𝑎𝑙𝑒 𝑐𝑜𝑚𝑒 𝑛𝑒𝑙 𝑔𝑟𝑒𝑚𝑏𝑜 𝑑𝑖 𝑢𝑛𝑎 𝑚𝑎𝑑𝑟𝑒, 𝑐𝑟𝑒𝑏𝑏𝑒𝑟𝑜 𝑒 𝑚𝑎𝑡𝑢𝑟𝑎𝑟𝑜𝑛𝑜 𝑎 𝑝𝑜𝑐𝑜 𝑎 𝑝𝑜𝑐𝑜 𝑎𝑠𝑠𝑢𝑛𝑠𝑒𝑟𝑜 𝑢𝑛 𝑐𝑒𝑟𝑡𝑜 𝑎𝑠𝑝𝑒𝑡𝑡𝑜. 𝐶𝑜𝑠ì, 𝑞𝑢𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑖𝑙 𝑁𝑖𝑙𝑜 𝑑𝑎𝑙𝑙𝑒 𝑠𝑒𝑡𝑡𝑒 𝑓𝑜𝑐𝑖 𝑠𝑖 𝑟𝑖𝑡𝑖𝑟𝑎 𝑛𝑒𝑖 𝑐𝑎𝑚𝑝𝑖, 𝑙𝑎𝑠𝑐𝑖𝑎𝑛𝑑𝑜𝑙𝑖 𝑏𝑎𝑔𝑛𝑎𝑡𝑖, 𝑒 𝑟𝑖𝑝𝑜𝑟𝑡𝑎 𝑙𝑒 𝑠𝑢𝑒 𝑐𝑜𝑟𝑟𝑒𝑛𝑡𝑖 𝑛𝑒𝑙 𝑙𝑒𝑡𝑡𝑜 𝑜𝑟𝑖𝑔𝑖𝑛𝑎𝑟𝑖𝑜, 𝑒 𝑞𝑢𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑙𝑎 𝑚𝑜𝑡𝑎 𝑎𝑛𝑐𝑜𝑟𝑎 𝑓𝑟𝑒𝑠𝑐𝑎 𝑠𝑖 𝑠𝑒𝑐𝑐𝑎 𝑎𝑖 𝑟𝑎𝑔𝑔𝑖 𝑑𝑒𝑙𝑙'𝑎𝑠𝑡𝑟𝑜, 𝑖 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑎𝑑𝑖𝑛𝑖 𝑟𝑜𝑣𝑒𝑠𝑐𝑖𝑎𝑛𝑑𝑜 𝑙𝑒 𝑧𝑜𝑙𝑙𝑒 𝑡𝑟𝑜𝑣𝑎𝑛𝑜 𝑚𝑜𝑙𝑡𝑖𝑠𝑠𝑖𝑚𝑖 𝑎𝑛𝑖𝑚𝑎𝑙𝑖, 𝑒 𝑡𝑟𝑎 𝑞𝑢𝑒𝑠𝑡𝑖 𝑛𝑒 𝑠𝑜𝑟𝑝𝑟𝑒𝑛𝑑𝑜𝑛𝑜 𝑎𝑙𝑐𝑢𝑛𝑖 𝑝𝑟𝑜𝑝𝑟𝑖𝑜 𝑠𝑢𝑙 𝑛𝑎𝑠𝑐𝑒𝑟𝑒, 𝑎𝑝𝑝𝑒𝑛𝑎 𝑎𝑝𝑝𝑒𝑛𝑎 𝑎𝑏𝑏𝑜𝑧𝑧𝑎𝑡𝑖, 𝑒 𝑎𝑙𝑡𝑟𝑖 𝑎𝑛𝑐𝑜𝑟𝑎 𝑓𝑖𝑛𝑖𝑡𝑖, 𝑖𝑛𝑐𝑜𝑚𝑝𝑙𝑒𝑡𝑖 𝑒 𝑛𝑜𝑛 𝑎𝑛𝑐𝑜𝑟𝑎 𝑎𝑟𝑚𝑜𝑛𝑖𝑐𝑖, 𝑒 𝑎 𝑣𝑜𝑙𝑡𝑒 𝑖𝑛 𝑢𝑛𝑜 𝑠𝑡𝑒𝑠𝑠𝑜 𝑐𝑜𝑟𝑝𝑜 𝑢𝑛𝑎 𝑝𝑎𝑟𝑡𝑒 𝑔𝑖à 𝑣𝑖𝑣𝑒, 𝑙'𝑎𝑙𝑡𝑟𝑎 è 𝑡𝑒𝑟𝑟𝑎 𝑔𝑟𝑒𝑧𝑧𝑎. Ovidio, Metamorfosi
“Il viaggio nelle metamorfosi -dichiara Cesare Torricelli - ha accompagnato la nostra ricerca per due interi anni. In questo lasso di tempo siamo cresciuti, come individui e come comunità, ci siamo riconosciuti nelle nostre consuetudini e nelle nostre deviazioni. Ci siamo guardati in faccia, abbracciati, abbiamo riso e pensato insieme. Siamo scivolati nel fango di cui sono composti i nostri corpi per risalire verso la luce di una crescita possibile e agognata. Quasi come creature mitologiche, quasi animali, esseri resi esemplari dalla vocazione e dal piacere di esserci. Insieme. Il lavoro prende spunto proprio dal processo di continuo divenire del laboratorio di arti performative da cui è partito questo viaggio, per dare vita a immagini oniriche e ancestrali ispirate alle Metamorfosi di Ovidio, testo ricchissimo di visioni e suggestioni che si sono offerte a noi per ispirare le improvvisazioni. Un testo che procede attraverso forti sensazioni e continue evocazioni alle quali abbiamo deciso di offrirci per creare questa serie di quadri. Siamo sprofondati così insieme nel magma della ricerca creativa che è sempre ricerca della trasformazione come concetto e come celebrazione della condizione umana tra l’esserci e il divenire.”
“Confini -spiega Gianna Moretti, educatrice esperta di inclusione sociale - è uno spazio dove si sperimentano le relazioni con il linguaggio del corpo e il gioco. Giocare insieme, ancora una volta, aiuta a crescere. L’esperienza è godibile da tutti, neurotipici e non neurotipici, lascia dell’altro una conoscenza autentica che spesso non emerge nella condotta del quotidiano. Per questo la proposta non è mai ripetitiva, sempre diversa se condivisa con diverse unicità, approfondita se ripetuta, aiuta la coesione del gruppo indicando e praticando un non giudizio, ed anche in questo, si dissocia dall’abitudine sociale. In fondo si tratta di un insieme di energie condivise che aiutano, anche grazie al movimento, l’attivazione personale e l’essere presenti a se stessi ed agli altri nel qui ed ora.”
Il progetto è realizzato da Associazione Il Vivaio del Malcantone con il contributo di Fondazione CR Firenze- Bando Doposcuola III edizione e con il contributo della Fondazione Compagnia di Babbo Natale, con il patrocinio del Comune di Scandicci ed in partnerariato con Stazione Utopia, Nuovo Balletto di Toscana-NBDT, Murmuris e PARC.
Per maggiori informazioni: www.teatroflorida.it - https://www.ilvivaiodelmalcantone.com