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mercoledì 25 dicembre 2024

Festival au Désert Firenze: Trilok Gurtu e Aly Keita, Asmaa Hamzaoui e Bnat Timbouktou, Imarhan

21-07-2024

Tra i progetti di Fabbrica Europa sviluppati nell’ambito dell’Estate Fiorentina e consolidati dal 2010 a partire dal rapporto con il Festival au Désert di Essakane (Timbuktu), il 21, 24 e 25 luglio 2024 il Festival au Désert Firenze coinvolgerà alcuni dei musicisti e gruppi più interessanti della scena internazionale, privilegiando la presenza di grandi maestri e di giovani musicisti affermati grazie a un’energia fresca che dialoga con la padronanza di suoni e ritmi delle tradizioni di origine.

Domenica 21 luglio 2024, ore 21.30, al Chiostro Grande di Santa Maria Novella, in collaborazione con Florence Dance Festival, due culture antiche – quella indiana e quella maliana – restituite attraverso due grandi maestri delle percussioni: Trilok Gurtu e Aly Keita sono protagonisti di un concerto in cui risplendono nella dimensione del solo e trovano le chiavi di accesso per un incontro prezioso. Attraverso architetture pulsanti mostrano alcune delle infinite possibilità di sviluppo arrivando a un apice creativo travolgente, inedito e attuale. Trilok Gurtu è uno dei musicisti più importanti al mondo. Ama definirsi un costruttore di “ponti” musicali tra diverse culture. Nato a Mumbai nel 1951, viene iniziato da piccolissimo alla musica e alle tabla dalla madre Shobha Gurtu, famosissima cantante indiana, nota come ‘la regina del Thumri’. Fondendo la tecnica occidentale e indiana, ha sviluppato uno stile e un suono inconfondibili che dall’inizio degli anni Novanta lo rendono dominatore delle classifiche di popolarità tra i percussionisti. Aly Keita nato ad Abidjan, in Costa d’Avorio ma originario del Mali, è uno tra i musicisti più noti al mondo per la capacità di tirare fuori ogni sfumatura armonica e percussiva dal suo balafon, arrivando a mettere in discussione qualsiasi preconcetto sulla musica africana. Keita si è distinto in tutto il mondo per la sua padronanza dello strumento, che suona fin dall’infanzia, e per le sue collaborazioni con musicisti del calibro di Joe Zawinul, Pharoah Sanders, Jan Garbarek e Omar Sosa, solo per citarne alcuni.
Biglietti: Posti numerati, intero 15€ / ridotto 13€ / studenti 10€ (esclusi diritti di prevendita e commissioni).
Prevendite: online su ticketone.it e nei punti vendita Boxoffice.

Nel cuore del Parco delle Cascine, nel Prato della Tinaia, in collaborazione con Ultravox, mercoledì 24 luglio 2024, ore 21.30, sarà protagonista la cantante e musicista marocchina Asmaa Hamzaoui, con il suo gruppo Bnat Timbouktou (Les filles de Timbouktou), composto da sole donne, porta avanti la tradizione della musica Gnawa (Ingresso gratuito). Dichiarata nel 2019 dall’UNESCO patrimonio dell’umanità, la musica di questo gruppo etnico, che discende dagli schiavi neri dell’Africa sub sahariana, risale al XVI secolo. Nata dall’incontro e dall’unione tra le sonorità tipiche del Sahel e i ritmi maghrebini, questa musica ipnotica e misteriosa con il passare del tempo ha varcato i confini locali raggiungendo il successo internazionale. A praticarla sono quasi esclusivamente uomini, molti dei quali pensano che la donna non possa avere posto sul palco. Ma Asmaa Hamzaoui e le Bnat Timbouktou non si sono lasciate scoraggiare: hanno sfidato la misoginia per portare una ventata di aria fresca nella rigida tradizione Gnawa. Suonando il guembri, strumento abitualmente riservato agli uomini, Asmaa ha trasgredito un tabù. Poche donne infatti suonano questo strumento in pubblico. Ma lei, che ha imparato a suonarlo a fianco di suo padre, il famoso maalem Rachid Hamzaoui, ha seguito la sua passione diventando – insieme alla sorella Aicha, a Lamgammah Hind e a Soukaina Elmeliji – la principale ambasciatrice della musica Gnawa. La serata di mercoledì 24 luglio nel Prato della Tinaia del Parco delle Cascine si arricchisce della straordinaria presenza di Samba Touré, chitarrista, cantante e compositore maliano dal groove ipnotico e solare, considerato l’erede del leggendario Ali Farka Touré, padre del Desert Blues, con il quale ha suonato per quasi dieci anni. 

Giovedì 25 luglio 2024, ore 21.30, a chiudere il festival, sempre al Parco delle Cascine (Ingresso gratuito), gli Imarhan, gruppo di musicisti algerini formatosi a Tamanrasset, influenzati tanto dai gruppi desert-rock quanto dalla musica tuareg tradizionale, guidati da Iyad Moussa Ben Abderahmane, cantante che ha spesso sostituito sul palco il frontman dei Tinariwen per la forza che riesce a sprigionare. “Imarhan” in tamashek significa “Quelli a cui tengo”: un nome che evoca subito legami forti tra persone, senso di comunità, radici. E in effetti la musica di Iyad Moussa Ben Abderahmane, Tahar Khaldi, Hicham Bouhasse, Haiballah Akhamouk e Abdelkader Ourzig è un mix di sacralità e viaggio all’interno della propria terra e della propria anima, di blues e soul, corde pizzicate e senso dell’avventura. Influenzata tanto dai gruppi desert-rock quanto dalla musica tuareg, la musica degli Imharan è guidata da dalla volontà di rispettare e preservare la tradizione ma anche da una spinta all’evoluzione e alla contaminazione con altri generi. La band capitanata da Abderahmane rappresenta il lato più urbano del desert blues e l’innovazione di una nuova generazione tuareg che guarda al futuro.

Per maggiori informazioni: https://fabbricaeuropa.net/festival-au-desert-2024-2/