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sabato 07 settembre 2024

Balagan Café: incontro con lo storico Claudio Vercelli al giardino della Sinagoga di Firenze

25-07-2024

Ritorna a Firenze, giovedì 25 luglio 2024 un nuovo appuntamento, per il dodicesimo anno consecutivo, con il Balagàn Café. Fino al 5 settembre, il giardino della Sinagoga accoglierà ogni giovedì la speciale kermesse culturale estiva organizzata dalla Comunità Ebraica di Firenze e dal Comitato Rete Toscana ebraica in collaborazione con il Museo ebraico di Firenze e con il sostegno della Regione Toscana. L’iniziativa è realizzata grazie al contributo di Fondazione CR Firenze, nell’ambito del bando artistico e culturale, oltre che inserita nell'Estate Fiorentina del Comune di Firenze, e cofinanziata dall’Unione Europea – Fondo Sociale Europeo, nell’ambito del Programma Operativo Città Metropolitane

Il tema scelto per accompagnare il ciclo di incontri - che culminerà con la Giornata Europea della Cultura Ebraica di domenica 15 settembre - è: “Dove comincia la pace”. Di assoluto spessore gli incontri: l’impegno del Balagàn a generare dialogo e comprensione reciproca si articola in una serie di conversazioni, tutte fra le 20,30 e le 21,30, con figure di assoluto rilievo. Tra questi Padre Bernardo Gianni (giovedì 27 giugno), promotore della marcia silenziosa per la Pace del 23 ottobre scorso, punto di riferimento per una Firenze impegnata nel percorso della piace e del dialogo. Lo scorso giovedì, da Israele è intervenuta Edna Angelica Calò Livne, attivista israeliana candidata al Premio Nobel per la pace, con un incontro e una performance interattiva con il pubblico, una conversazione con Marisa Nicchi e altre aderenti a “Donne Insieme per la pace” (11 luglio). C'è stata giovedì scorso la conversazione con il filosofo Davide Assael (18 luglio), il prossimo ci sarà con lo storico Claudio Vercelli (25 luglio). Tra gli altri incontri quello con la celebre scrittrice e pacifista italo-israeliana Manuela Dviri (1 agosto) e lo psicologo ed esperto di lotta all’antisemitismo David Meghnagi (29 agosto). 

Non mancherà ovviamente la musica che completerà gli incontri con proiezioni di film e laboratori. Come esempio quanto mai eloquente un appuntamento di spicco: il Balagàn porterà a Firenze, per la serata conclusiva del 5 settembre, la celeberrima musicista Noa, voce riconosciuta nel mondo non solo per i suoi meriti artistici e la sua straordinaria popolarità, ma per l’impegno per la pace e in particolare per il dialogo fra israeliani e palestinesi. Moltissimi altri, naturalmente, gli appuntamenti di altissimo respiro internazionale. Il 18 luglio c'è stato il concerto della cantante palestinese Miriam Toukan con un gruppo di musicisti israeliani e con un concerto dedicato all'incontro fra cultura araba libanese e israeliana: “Quando si incontrano Bialik e Fayrouz”. Il 20 giugno, in apertura, si è esibita a Firenze una straordinaria formazione da Belgrado, il gruppo “Shira utfila” diretto da Stefan Sablic, band multietnica e multiconfessionale la cui musica si ispira alla ricchezza della tradizione ebraica, turco/ottomana, araba a balcanica. Il 27 giugno è stata la volta di ad uno dei massimi esperti al mondo del “ney”, strumento a fiato principe della tradizione mediorientale: giunto dalla Turchia, Aziz Senol Filiz che è stato in concerto con il toscano Ettore Bonafé e altri musicisti di assoluto spessore, in un progetto di incontro fra musiche e culture dal titolo “Jazz Anatolia”. Ma ci sarà spazio anche per un tributo a un musicista italiano fortemente legato al mondo ebraico e a Israele come Herbert Pagani, e per Enrico Fink che porterà il pubblico in un viaggio musicale attraverso la storia degli ebrei d’Italia.

Inizierà, invece, giovedì prossimo 25 luglio l'appuntamento con il Balacinema che vedrà le proiezioni dei film: "Rapito" di Marco Bellocchio, poi giovedì 1 agosto di "Savoy" di Zohar Wagner e l'8 agosto di "Libere, disobbedienti e innamorate" di Maysaloun Hamoud

Marco Bellocchio racconta il dramma della famiglia bolognese dei Mortara, una storia vera, dura e cinica che ebbe risalto internazionale pur essendo avvenuta alla metà dell’800. Nel 1858, nel quartiere ebraico di Bologna, i soldati del Papa irrompono nella casa della famiglia Mortara. Per ordine del cardinale, sono andati a prendere Edgardo (il piccolo e bravissimo Enea Sala), il loro figlio di sette anni. Secondo le dichiarazioni di una domestica, ritenuto in punto di morte, a sei mesi, il bambino era stato segretamente battezzato. La legge papale è inappellabile: deve ricevere un’educazione cattolica. I genitori di Edgardo, sconvolti, faranno di tutto per riavere il figlio. Sostenuta dall’opinione pubblica e dalla comunità ebraica internazionale, la battaglia dei Mortara assume presto una dimensione politica. Ma il Papa non accetta di restituire il bambino. Mentre Edgardo cresce nella fede cattolica, il potere temporale della Chiesa volge al tramonto e le truppe sabaude conquistano Roma. Presentato in concorso al Festival di Cannes 2023 e vincitore di 6 Nastri d’argento 2023, tra cui miglior film e regia.

In undici anni di attività – spiega Enrico Fink direttore artistico della kermesseil Balagàn Café ha costruito qualcosa di più di un festival culturale di successo: grazie a programmi nati intorno alla curiosità e interesse verso il mondo ebraico ma sempre declinati sulla linea del dialogo e della conoscenza reciproca, ha offerto uno sguardo capace di illuminare spazi ancora immersi nell'oscurità dell'incomprensione e del pregiudizio.  Oggi viviamo un momento drammatico, che non possiamo ignorare. La guerra ha scosso le coscienze e generato una discussione senza precedenti nella nostra città, nelle nostre comunità. Mai come in questo momento abbiamo bisogno di prospettive nuove che scavalchino gli steccati, che contribuiscano a far nascere prospettive innovative, percorsi di riconoscimento dell'altro, delle sue ragioni, dei suoi diritti, della sua sofferenza. Percorsi che possano scardinare contrapposizioni sterili e ormai incancrenite. Il Balagàn farà la sua parte, portando nella nostra città esempi concreti di convivenza e dialogo: avremo occasione di incontrare personalità impegnate da tempo nella costruzione concreta di percorsi di pace”. 

Come da tradizione ad accompagnare le serate l’iniziativa Saperi&Sapori, quest’anno dedicata a Jean-Michel Carasso, chef e ispiratore di mille ricette che in questi anni hanno accompagnato e donato gusto ai giovedì sera all’ombra della cupola della Sinagoga. 

Non mancheranno, infine, come sempre le visite guidate alla Sinagoga e al Museo ebraico tutti i giovedì alle ore 19,30 al costo di 10 euro (prenotazione obbligatoria al numero 055 2989879, o in presenza presso la biglietteria della Sinagoga in via Farini, 6) e l'apericena nel giardino della Sinagoga con degustazione di prelibati piatti dal mondo ebraico, offerta consigliata 15 euro (prenotazione obbligatoria via email saperiesapori2024@gmail.com, posti limitati). Il menù per questa settimana prevede: Kofta dello shabbat ossia le polpette al pomodoro che sono uno di quei cibi per i quali è inevitabile dire che una tira l’altra. Apprezzate in tutto il mondo, in pochi sanno che fanno parte dei ricettari ebraici fin dal Libro Novo, pubblicato a Venezia nel 1549, in cui si proponeva una versione in salsa di zafferano ispirate alle almondegos spagnole. Borekas sephardic che sono un piatto tipico turco, diffuso anche nei paesi balcanici ma dalle origini molto antiche. Molto simili ai panzerotti, possono essere ripieni di verdure. Poi a seguire Zimmes di carote, che è un piatto della tradizione culinaria ebraica che deriva dalla tradizione ashenazita, quindi degli ebrei dell’Europa centro orientale e viene preparato per lo Shabbat e per le feste in particolare per il Capodanno. Infine Hummus di ceci che non ha bisogno di presentazioni perché è una ricetta che ormai è diventata popolare anche in Italia. Questa saporitissima e cremosa crema di ceci si gusta ovunque in Israele, la parola “Hummus” deriva dall’ arabo e significa appunto ceci, un legume che è stato coltivato in Medio Oriente per la prima volta 10mila anni fa. Come sempre l'origine di questo piatto si perde nei secoli, anche se c’è chi sostiene che sia un cibo ebraico, menzionato nella bibbia almeno 3500 anni fa. Per concludere ci sarà il cestino di frutta. Resterà aperto per tutta la serata il bar con la possibilità di assaporare cocktail dedicati all'evento in versione analcolica e alcolica.

Per maggiori informazioni: www.firenzebraica.it - www.jewishflorence.it