Lunedì 16 settembre 2024, alle ore 17.30, il Cimitero agli Allori di Firenze, in via Senese 184, ospita la lettura collettiva di testi del poeta israeliano Yehuda Amichai e del poeta palestinese Mahmud Darwish per un nuovo appuntamento del festival internazionale di poesia "Voci lontane, Voci sorelle" con tanti appuntamenti nelle biblioteche e in altri luoghi della città grazie al sostegno dell'Estate Fiorentina 2024 – iniziativa proposta nel Piano Operativo della Città di Firenze. Introduce Vittorio Biagini. Accompagnamento musicale di Cristina Abati.
Yehuda Amichai (1924-2000), nato a Würzburg (Germania), con il nome di Ludwig Pfeuffer, emigra con i genitori nella Palestina Mandatoria nel 1935. Combatte nella Brigata Ebraica aggregata all'esercito inglese durante la Seconda Guerra Mondiale, poi nel Palmàch (truppe d'assalto dell'organizzazione di difesa ebraica) durante la guerra d'Indipendenza, partecipando a sanguinose battaglie i cui echi si possono trovare nella sua opera poetica. Dopo la guerra studia letteratura ebraica e Bibbia all'università di Gerusalemme, città nella quale trascorre tutta la vita e che diventa uno dei temi emblematici della sua poesia. È fra gli autori più innovatori e influenti nella poesia ebraica moderna. Oltre a numerosi libri di poesie ha pubblicato due romanzi, alcuni libri per bambini, una raccolta di racconti brevi e alcune opere teatrali. Molte delle sue poesie sono state musicate e sono diventate canzoni popolarissime in Israele. Gli sono stati assegnati il Premio Bialik nel 1976 e il Premio Israele nel 1982. Fra i numerosi riconoscimenti all'estero, di particolare rilievo il Premio Malraux in Francia (1994). Muore a Gerusalemme nel 2000, e la sua opera omnia poetica è ora raccolta in un'edizione in cinque volumi. Opere: Adesso e in altri giorni, Tel Aviv 1955, nuova edizione 1960. A distanza di due speranze: Poesie, Tel Aviv, 1958. Nel giardino pubblico, Merchavia, 1959. Poesie 1948-1962, Gerusalemme e Tel Aviv, 1963. Adesso nel rumore: poesie 1963-1968, Gerusalemme e Tel Aviv, 1968. E non per ricordare, Gerusalemme e Tel Aviv 1971. Dietro tutto ciò si cela una grande felicità, Gerusalemme e Tel Aviv 1974. Il tempo, Gerusalemme e Tel Aviv, 1977. Una grande tranquillità: domande e risposte, Gerusalemme e Tel Aviv 1980. L'ora di grazia, Gerusalemme e Tel Aviv 1983. Vieni dall'uomo, e all'uomo tornerai, Gerusalemme e Tel Aviv 1985. Anche il pugno fu una volta mano aperta e dita, Gerusalemme e Tel Aviv 1989. Aperto chiuso aperto, Gerusalemme e Tel Aviv 1998.
Mahmud Darwish nasce nel 1941 a al-Birwe [Galilea] e muore nel 2008 a Houston [USA], durante un’operazione al cuore. A ventidue anni, nel 1964, pubblica la sua prima raccolta di versi. Fra il 1961 e il 1970 è per quattro volte nelle prigioni israeliane. Nel ’71, poeta già affermato e celebre si rifugia a Beirut. Nei suoi versi l’esperienza personale dell’esilio tende a farsi metafora della condizione umana e il riferimento alla sua terra filtra allusivamente in una memoria che si stratifica fino a risalire al mito. A Beirut fonda «al-Karmil» che ben presto diventa una delle riviste letterarie più prestigiose del mondo arabo. La pubblicherà poi a Cipro, durante gli anni dell’esilio parigino seguiti all’invasione israeliana del Libano nel 1982, e infine a Ramallah. Vigile e disciplinato, il suo linguaggio è privo di compiacimenti o ridondanze. Il recupero della classicità araba, in crescente simbiosi con la maturazione formale, lo porta a essere uno dei poeti più raffinati del nostro tempo e al contempo permette una fruizione immediata dei suoi versi, molti dei quali sono stati musicati. È qui risiede la sua straordinaria capacità di esprimere il sentire popolare che ne fa coscienza e voce di milioni di uomini. Tra le sue raccolte: Foglie di ulivo, 1964; L’amante della Palestina, 1966; Alla fine della notte, 1967; Gli uccelli muoiono in Galilea, 1970; Meno rose, 1986 [traduz. it. 1997, Cafoscarina edit.]; Undici pianeti nell’ultimo cielo andaluso, 1992 [traduz. it. 2018, Jouvence edit.]; Perché hai lasciato il cavallo da solo?, 1995[traduz. it. 2001, S. Marco dei Giustiniani edit.]; Il letto della straniera, 1998 [traduz. it. 2009, Epoché edit.]; Murale, 2000 [traduz. it. 2005, Epoché edit.]; Stato d’assedio, 2002 [traduz. it. 2014, Edizioni Q]; Non scusarti per quel che hai fatto, 2004 [traduz. it 2024, Crocetti edit.]; Come fiori di mandorlo o più lontano, 2005 [traduz. it. 2010, Epoché edit.]. Il volume Una trilogia palestinese [2014, Feltrinelli edit.], raccoglie, oltre all’ultimo poema, ll giocatore d’azzardo (uscito postumo),tre importanti scritti in prosa di Darwish: Diario d’ordinaria tristezza, 1983; Memoria per l’oblio, 1987 e In presenza dell’assenza, 2006. Oltre alle traduzioni citate, Darwish è presente in italiano in varie riviste e antologie (tra cui In un mondo senza cielo. Antologia della poesia palestinese, 2007. Giunti edit.). A Darwish è dedicato l’ultimo numero della rivista Semicerchio, che esce appunto questo Settembre.
Ingresso libero
Per maggiori informazioni: www.vocilontane.it