Dal 13 novembre 2024 al 10 gennaio 2025, in concomitanza con “Shozo Shimamoto. Gruppo Gutai - Primo Assalto” a cura di Italo Tomassoni e Giuseppe Simone Modeo a Palazzo Bastogi, sede del Consiglio regionale della Toscana, la Galleria Il Ponte di Firenze (via di Mezzo 42/b) dedica la mostra "Shozo Shimamoto. Pittura e video-performance" a un nucleo di opere recenti dell’artista giapponese (Osaka 1928-2013) in collaborazione con la Fondazione Morra di Napoli.
Nello spazio della galleria vengono presentate opere di grandi dimensioni, acrilici su tela, 2008 e 2009, e alcune fotografie e video delle sue performance degli stessi anni...
“Grazie alla messa al bando del pennello […], Shozo Shimamoto raggiunge nella sua maturità una sorta di monoteismo estetico […]. Percorsi puntiformi segnati da un ritmo ipnotico seguono il succedersi di forme anulari che vengono ripetute in sequenza fino a prefigurare la fuoriuscita del segno dal bordo. Appare evidente come il vitalismo biologico del tessuto pigmentoso che si deposita sul supporto, orienti, come sotto l’effetto di una subliminale inquietudine elettrica, l’andamento degli sciami segnici […]. Analogo, e correlato al grafismo del segno-traccia il percorso del segno-colore. Il colore per Shimamoto […] è il mezzo attraverso il quale viene superata la distanza tra lo spazio reale e lo spazio creato. Il colore si muove entro lo stesso schema cinetico e corporeo del segno, in un’economia dove la mente governa la premeditazione, mentre il soma si incarna con il manifestarsi della materia. E tutto avviene all’interno di un’esperienza sempre unica… Il colore coinvolge l’emotività dell’artista trascinandolo da una cinetica implosa e centripeta a uno sconfinamento esploso e centrifugo […]. La materia colorata si fonde e si confonde, in balia di onde d’urto armoniche o dissonanti che spalancano finestre sul mondo con spettacolari deflagrazioni risolte nell’attimo bruciante del loro apparire” (Italo Tomassoni, Shozo Shimamoto. Tra azione e materia, tra Gutai e Art Autre, 2024).
Shozo Shimamoto nasce ad Osaka, in Giappone, nel 1928. Co-fondatore del gruppo Gutai, insieme a Jiro Yoshihara, è stato uno degli artisti più sperimentatori del secondo dopoguerra. Il Gutai, primo movimento artistico radicale del Giappone, si sviluppa sul finire degli anni Cinquanta quasi in contemporanea all’arte informale europea e americana, con l’intento di rinnovare la tradizione artistica giapponese. Nel 1957 partecipa alla prima esposizione “Arte Gutai sulla scena" al Center Sankei di Osaka, dove mette in mostra i suoi lavori video e sonori. Sono anni in cui inizia a tenere mostre anche fuori dal Giappone, in importanti istituzioni e gallerie come lo Stedelijk Museum di Amsterdam e il Musée cantonal des Beaux Arts di Losanna. Nel 1972, con la morte di Yoshihara, il Gruppo Gutai si scioglie e Shimamoto s’interessa alla Mail Art. Nel 1987 viene invitato dal Museo di Dallas a celebrare il centenario della nascita di Duchamp, per il quale proietta messaggi di pace e spezzoni di film sulla sua testa. Nel 1998 viene scelto come uno dei quattro più grandi artisti del mondo del dopoguerra assieme a Jackson Pollock, John Cage e Lucio Fontana, per un'esposizione al MOCA di Los Angeles e l’anno successivo partecipa alla 48a Biennale di Venezia con David Bowes e Yoko Ono. Nel 2004 realizza una performance in elicottero come anticipazione della successiva Biennale di Venezia del 2005. Nel maggio 2006 la Fondazione Morra di Napoli ospita una sua antologica “Shozo Shimamoto. Opere anni '50-'90”, che viene inaugurata da una performance nella storica Piazza Dante, in cui getta una sfera piena di colori su una tela, sollevato dal braccio di una gru e accompagnato al pianoforte da Charlemagne Palestine. Sue opere si trovano, tra le tante, nella collezione della Tate Gallery, del Centre Pompidou, della Galleria di arte moderna di Roma, oltre a essere presenti in quasi tutti i musei giapponesi. Muore ad Osaka nel 2013.
Per maggiori informazioni: www.galleriailponte.com