Mercoledì 13 novembre 2024, alle ore 20.00, la performer e regista
Cristina Abati e il musicista e sound designer
Spartaco Cortesi con "
Dio-Ti-(A)ma" esplorano il tema della parola e del corpo al
CanGo - Cantieri Goldonetta di Firenze, in via Santa Maria 25, per un nuovo appuntamento della rassegna
"La Democrazia del corpo" di Virgilio Sieni.
“Pochi tra gli esegeti del simposio, hanno creduto nell’esistenza di Diotima di Mantinea. Sembra quasi di udirla ancora enunciare la sua memorabile rivelazione con quella voce un po’ sorda, metallica, infinitamente dolce con cui parlava sempre. Lei era al di là, come l’immensa maggioranza è al di qua.” Queste sono alcune delle parole con cui Maria Zambrano nel suo prologo presenta il manifestarsi di questa figura, Diotima di Mantinea, conosciuta come colei che secondo Platone, insegnò a Socrate la vera natura dell’amore. Nella riscrittura del testo della Zambrano, la voce di Diotima è la voce della conoscenza poetica capace di riscattare le cose dalla mutezza del mondo e dall’anonimato degli invisibili. Una parola nata da un ascolto che si trasmette orizzontalmente, “da udito a udito”. La parola si deposita in memoria, e la memoria in corpo. Un corpo che cerca la sua posa nello stare, in un attraversamento che sia suono e deposito, in quella che io chiamo la stanza del cuore. “Nella caverna, questa caverna che ci ripara tutti, l’avvento della luce si dà per intero, anche se solo in un punto; e quando si subisce una ferita agli occhi, che di per sé sono ferita, succede lo stesso: attraverso un solo punto si vede tutta la luce, o meglio, si comincia di nuovo a vedere, a vedere l’immensità della luce senza orizzonte, senza riparo” (Maria Zambrano, Dell’aurora). Il lavoro è nato dalla collaborazione della performer e regista Cristina Abati e il musicista e sound design Spartaco Cortesi. La parte sonora del lavoro è realizzata usando solo la voce registrata e live della performer, con suoni dal vivo, registrati e campionamenti live. Il lavoro si sviluppa in un attraversamento del corpo nello spazio che trova la sua posa nel tempo della parola, del suono e del canto. Ma non c’è inizio né fine per gli invisibili, è solo un andare e tornare, come le onde del mare, un errare ogni volta diverso.
Per maggiori informazioni:
www.virgiliosieni.it