Uno spettacolo sul difficile rapporto tra padri e figli, tra Uomo e Natura, sulla perdita e il ritrovamento dei valori. Al Teatro della Pergola di Firenze, dal 3 all’8 dicembre 2024, Alessandro Preziosi dirige e interpreta con Nando Paone "Aspettando Re Lear", adattamento di Tommaso Mattei da Re Lear di William Shakespeare, con echi di Aspettando Godot di Samuel Beckett.
La pièce si concentra sul momento chiave dell’intera tragedia: la tempesta che colpisce Lear mentre vaga disperato nella landa desolata per allontanarsi dalle sue figlie senza cuore, Goneril e Regan, tra cui ha diviso il suo regno. Accompagnato dal conte di Kent (sotto le mentite spoglie di un servo) e dal fedele Fool (quasi un alter ego dell’esiliata Cordelia, l’amorevole terza figlia), assiste inerme alla solitudine e al caos dentro e fuori di lui. Proprio come in Aspettando Godot i personaggi di Aspettando Re Lear sembrano abitare il vuoto che rimane dopo la tragica fine di Re Lear.
Mercoledì 4 dicembre, alle ore 18, Alessandro Preziosi, Nando Paone e la Compagnia incontrano il pubblico in teatro. Coordina Gabriele Guagni. Ingresso libero su prenotazione online al link https://tinyurl.com/incontroaspettandorelear
Aspettando Re Lear è la versione contemporanea di Tommaso Mattei di Re Lear di William Shakespeare. Si concentra sulle vicende dei personaggi positivi della trama, approfondendo con grande attualità il rapporto tra padri e figli scandagliato mirabilmente dalla poesia del Bardo.
Alessandro Preziosi, anche regista, è Re Lear, affiancato da Nando Paone, nel ruolo di Gloucester, e da una compagnia affiatata di interpreti: Arianna Primavera nel ruolo di Cordelia, Roberto Manzi nel ruolo di Kent, Valerio Ameli nel ruolo di Edgar.
La regia si avvale dell’innovativa presenza nello spazio scenico delle opere di Michelangelo Pistoletto, materiali artistici che rappresentano tutto il percorso del maestro biellese e che si animano della presenza degli attori, definendo la scacchiera onirica e concettuale della messa in scena.
Le musiche originali, rinnovando la lunga collaborazione con Giacomo Vezzani, seguono tutto il percorso della discesa nella follia del patriarca shakespeariano e lo sprofondare nell’oblio della cecità della fidata corte, alternando ritmi martellanti a struggenti epiche.
Lo Spettacolo
"Ho immaginato un Re non semplicemente arrivato alla fine dei suoi anni, a un passo anagraficamente dalla morte, ma piuttosto spinto dalle circostanze e dalla trama a cercare nella maturità, e non nell’età, il tassello conclusivo della propria vita. L’impazienza che accompagna il rocambolesco circolo di eventi in cui Re Lear travolge prima di tutto sé stesso e quindi gli altri, mi ha suggerito di creare uno spazio mentale teatralmente e scenicamente reso materico dalle opere in scena" Alessandro Preziosi
Aspettando Re Lear è un adattamento da William Shakespeare con un evidente richiamo ad Aspettando Godot di Samuel Beckett, uno spettacolo sul difficile rapporto tra padri e figli, sulla relazione tra Uomo e Natura e sulla perdita e il ritrovamento dei valori.
Nello spettacolo si parla di follia, di potere che distrugge, di solitudine, di caos dentro e fuori, “l’unico ordine possibile” per Michelangelo Pistoletto. E in scena ci sono le opere e i costumi del maestro, costumi iconici realizzati dal collettivo Fashion B.E.S.T. con materiali sostenibili, come anche delle musiche composte da Giacomo Vezzani sono ispirate a opere dell’artista.
Parlando di questa commistione multidisciplinare tra arte contemporanea e teatro, commenta Alessandro Preziosi in veste di regista: «A teatro ho condiviso la messa in scena dei presupposti del Terzo Paradiso, la terza fase dell’umanità, che si realizza nella connessione equilibrata tra l’artificio e la Natura. L’uomo deve cercare di non essere debitore alla Natura di ciò che indossa: il senso dell’abito, del superfluo, dello stretto necessario sono tematiche di Michelangelo Pistoletto che porto a teatro. L’uomo nella sua nudità trova sé stesso e così anche noi attori, durante lo spettacolo, veniamo privati dei vestiti, per farci vedere per quello che siamo».
L’adattamento di Tommaso Mattei si concentra sul momento chiave della tragedia shakespeariana, rappresentato dalla tempesta che colpisce il re proprio mentre vaga alla mercè degli eventi atmosferici, dopo il disastro combinato con ognuna delle “amate” figlie.
Lear, accompagnato dal conte di Kent, sotto le mentite spoglie del servo Caio, e dal fedele Fool, a sua volta “interpretato” con arguzia della figlia Cordelia, amorevolmente impegnata a farlo rinsavire, sembra assistere inerme allo sconvolgimento dell’ordine naturale, fino al commovente finale.
Re Lear è la metafora della condizione umana: caduta e creazione. Ama solo sé stesso, la mancanza d’amore l’ha portato alla follia e alla solitudine; vaga in una landa di nulla con cui il sovrano, senza più corona, dovrà fare i conti. È come se Re Lear prevedesse l’inevitabile nulla che ci attende come risultato del fatiscente ordine permanente, proprio come Aspettando Godot ci rivela quel che accade “dopo che il vecchio cade”.
A pagare le conseguenze della “cecità” dei padri dovranno essere i figli?
Per maggiori informazioni: www.teatrodellatoscana.it
Foto: Stefania Sapuppo