Venerdì 17 gennaio 2025, alle ore 17.30, la Biblioteca della Fondazione Spadolini Nuova Antologia di Firenze, in via Pian dei Giullari 36A, ospita l'incontro di presentazione del volume “Le dittature serrano i cuori. L’omicidio di Giovanni Becciolini e la furia fascista di San Bartolomeo” di Stefano Bisi (Betti editrice). Intervengono Cosimo Ceccuti, presidente della Fondazione Spadolini Nuova Antologia, e Valdo Spini, presidente della Fondazione Rosselli. Modera Nicola Novelli.
A cento anni dai fatti accaduti nella notte tra il 3 e il 4 ottobre 1925, un’iniziativa che intende approfondire la caccia all'uomo della Federazione fiorentina del Partito nazionale fascista nei confronti degli oppositori democratici, che portò all'uccisione degli esponenti socialisti Gaetano Pilati (già deputato), Gustavo Console (membro della deputazione provinciale) e del repubblicano Giuseppe Becciolini. A ricostruire l’omicidio è Stefano Bisi, nel suo libro "Le dittature serrano i cuori", in cui analizza i fatti che determinarono il culmine della furia fascista nella così detta notte di San Bartolomeo.
“La vicenda di Becciolini, che si immola per proteggere un amico dalla folle violenza degli squadristi – spiega Cosimo Ceccuti – sacrificando la sua stessa vita, è più di un episodio, piuttosto un simbolo di quella notte di San Bartolomeo che vide esplodere l’irrazionale, fanatica ferocia dei fascisti fiorentini.”
“Con la strage del 3 ottobre 1925 il regime fascista intendeva colpire la diffusione del periodico clandestino “Non mollare” dei fratelli Carlo e Nello Rosselli e dei loro compagni – afferma Valdo Spini -. La diffusione clandestina del “Non Mollare” aveva raggiunto vette importanti di copie stampate e distribuite. Contro i diffusori del “Non Mollare” o i sospetti tali si diresse la furia delle squadre fasciste che non esitarono a colpire mortalmente Giuseppe Becciolini, Gustavo Console e Gaetano Pilati. Il “Non Mollare” riuscì a uscire ancora una volta ma Carlo Rosselli, insieme ad altri dovette lasciare la città di Firenze in cui per lui non era più possibile vivere. La cosiddetta “Notte di San Bartolomeo” rappresenta una sanguinosa conferma – se mai ce ne fosse stato bisogno – della violenza con cui il regime fascista represse ogni dissenso. Il 1925 e il 1926 sono infatti gli anni delle “leggi fascistissime” con le quali si mette fine ad ogni libertà politica, sindacale e di espressione nel nostro Paese”.
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