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Una riflessione sul ruolo della cultura come strumento di partecipazione e cittadinanza attiva.
Giovedì 6 febbraio 2025, alle ore 17.00, la
Biblioteca Palagio di Parte Guelfa, in piazza della Parte Guelfa 1, ospiterà l'incontro di presentazione del libro
"Cultura è cittadinanza. Esperienze, pratiche e futuri possibili" di Ledo Prato in conversazione con Paolo Di Paolo e la postfazione di Giuseppe De Rita (Donzelli Editore, 2024). Insieme all’autore interverranno l'assessore al patrimonio del Comune di Firenze
Dario Danti,
Antonio Bagni di LU.MEN Firenze e
Carlo Fuortes, sovrintendente della Fondazione del Maggio Musicale. Coordina la giornalista
Chiara Brilli.
Mai come in questo tempo, devastato dalle guerre e da crisi ambientali e sociali, è forte il richiamo alla cultura come paradigma dei cambiamenti sociali e delle ragioni della speranza. È all’insegna di questa visione che Ledo Prato ha impostato la sua intera vita professionale, come emerge dalla conversazione con Paolo Di Paolo. Sollecitato dalle osservazioni dello scrittore e mettendo in gioco la pluridecennale attività nell’ambito delle politiche culturali, Prato riflette sulle sue esperienze più significative: dall’impegno nel sindacato a Napoli, nella difficile fase tra la fine degli anni settanta e la metà degli anni ottanta, ai primi tentativi di promozione dell’imprenditorialità giovanile nel Mezzogiorno, fino alla esperienza della direzione di Mecenate 90, costruendo progetti in grado di promuovere un rapporto virtuoso tra pubblico e privato nella gestione del patrimonio culturale.
Nel dialogo emergono le questioni nodali nella dialettica tra politica e cultura e in che modo possono incidere sul futuro: come costruire nuovi spazi di sapere diffuso, come moltiplicare le opportunità di crescita della cittadinanza anche fuori dai grandi centri, come conciliare cultura e impresa, scardinando vecchi pregiudizi e convinzioni sedimentate da parte degli stessi attori culturali, incapaci spesso di andare oltre schemi logori e stantii. Nella lotta alla povertà educativa c’è un territorio enorme da dissodare, guardando sotto le foglie del rapporto tra impresa e cultura, scommettendo sull’attivismo giovanile e sulle scuole come infrastrutture sociali: «Continuo a domandarmi – si chiede Prato – cosa impedisce a un paese come il nostro, con le sue dotazioni culturali, naturali, ambientali, di essere tra i protagonisti della scena mondiale nell’economia della conoscenza e del turismo. E non ho trovato una risposta se non pensando alla miopia di una classe politica e imprenditoriale che ha voluto rifugiarsi nella conservazione e non ha saputo osare. Il tempo che stiamo attraversando richiede coraggio, innovazione, capacità di affrontare le sfide del futuro guardando al bene comune e meno ai propri piccoli interessi».
La cultura può e deve essere un motore per generare una vera ed effettiva cittadinanza, una cittadinanza attiva.
Ledo Prato, esperto di politiche per i beni e le attività culturali, è segretario generale dell’associazione Mecenate 90. Svolge attività nell’ambito della programmazione territoriale, della valorizzazione dei sistemi culturali, della gestione dei musei. Tra i tanti progetti promossi, la riapertura del Palexpò a Roma e del Palazzo Ducale a Genova. Segretario generale dell’associazione delle Città d’arte e di cultura (Cidac), promuove reti e progetti culturali. Insegna Governo e gestione delle istituzioni dell’arte e dei beni culturali al Master MaRAC, Università Iulm Roma. Collabora con quotidiani e riviste culturali.
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L’umanità è segnata da divisioni e ingiustizie. Tutto ci sembra difficile, la speranza rischia di affievolirsi. Dobbiamo ricordare che cultura è libertà, è pace e può aiutarci a superare le diseguaglianze, il razzismo, l’egoismo. Per questo i regimi autoritari perseguitano gli artisti. La cultura mette al centro la persona. Non può farlo da sola, ha bisogno della politica. Se non è così, allora è retorica e il resto non conta». Ledo Prato
Paolo Di Paolo, scrittore, ha pubblicato tra gli altri i romanzi Mandami tanta vita (2013, finalista Premio Strega), Una storia quasi solo d’amore (2016), Lontano dagli occhi (2019, Premio Viareggio-Rèpaci), Romanzo senza umani (2023, finalista Premio Strega), tutti nel catalogo Feltrinelli e tradotti in diverse lingue. Molti suoi libri sono nati da dialoghi: con Antonio Debenedetti, Dacia Maraini, Raffaele La Capria, Antonio Tabucchi, di cui ha curato Viaggi e altri viaggi (2010), e Nanni Moretti. Collabora con «la Repubblica» e «L’Espresso».
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Le guerre, il disorientamento, l’impotenza. Quando ci appelliamo alla cultura, al fare cultura, non alimentiamo una retorica illusoria. Se parliamo di lotta alle disuguaglianze, di difesa dei diritti sociali e civili, di lotta al precariato non stiamo forse parlando di cultura? Su quale terreno attecchisce una lotta delle disuguaglianze se non in una coscienza culturale? Solo l’ignoranza è nemica. Fare politica e fare cultura sono gesti coincidenti». Paolo Di Paolo
Per maggiori informazioni:
https://cultura.comune.fi.it/pagina/le-biblioteche-comunali-fiorentine/biblioteca-palagio-di-parte-guelfa