Mercoledì 23 aprile 2025, alle ore 17.30, la
Biblioteca delle Oblate di Firenze (via dell'Oriuolo, 24) ospita la presentazione del libro
"Machiavelli. Tra religione e politica" di Adriano Prosperi (Officina libraria, 2024), per la
XXX stagione di "Leggere per non dimenticare", il ciclo di incontri ideato da Anna Benedetti. Presenta l'iniziativa: Laura Diafani.
Il nome di Machiavelli produce ogni volta l’effetto di scuotere i lettori, metterne alla prova i convincimenti, costringerli a reagire e a misurare i loro strumenti di comprensione e di giudizio, restando però sempre irriducibile a formule o etichette. La premessa necessaria per comprenderlo – sostiene Adriano Prosperi in questo libro – è dunque rinunciare a categorie e sistemi generali e cercare di coglierne la straordinaria capacità intellettuale di elaborare e trasformare a proprio uso tutto quello che egli raccoglieva dall’esperienza della realtà e dalle letture di autori antichi e meno antichi: esperienze e letture che nel suo crogiuolo si fondono e assumono significati nuovi e imprevedibili, aderendo al carattere fluido della società e della politica e allo stesso tempo cogliendo le permanenze iscritte nelle costanti immutabili della specie umana. Sostanzialmente ignorato finché Machiavelli fu vivo, solo dopo la sua morte Il Principe trovò nella stampa postuma sotto le insegne papali la porta per entrare davvero nell’orizzonte del tempo. Ma intanto in quella diffrazione temporale tra la stesura e la stampa si era prodotto un cambiamento di clima decisivo: assente il nuovo stato italiano da lui sognato, era il papato che saldava per i secoli a venire la sua preminenza su un’Italia pura espressione geografica, perdendo però non solo il potere materiale degli eserciti ma anche quello immateriale delle indulgenze, come Machiavelli stesso aveva lucidamente compreso. E la lotta che si svolgeva allora in Europa aveva per campo la Riforma protestante, che saldava nei cuori la devozione e chiedeva la trasparenza tra convinzioni interiori e confessione pubblica di fede, come un patto scritto tra sovrani e sudditi. In quel contesto dire e scrivere che per un capo politico contava più l’apparenza che la realtà e che nella lotta per il potere vigevano altre regole che quelle della morale privata non era possibile. Ecco perché la Chiesa cattolica fu la prima a condannare quei libri a non essere letti, perché la chiesa calvinista creò l’invenzione polemica del machiavellismo come dottrina di immoralità, finzione e delitto, e perché infine in Inghilterra Il Principe venne letto come un libro scritto col dito di Satana.
Adriano Prosperi professore emerito di Storia moderna presso la Scuola Normale Superiore di Pisa. Tra le sue opere: Tribunali della coscienza. Inquisitori, confessori, missionari (1996 e 2009), Storia moderna e contemporanea (con P. Viola, 2000); Il Concilio di Trento: una introduzione storica (2001); Dare l’anima. Storia di un infanticidio (2005 e nuova edizione 2015); Giustizia bendata. Percorsi storici di un’immagine (2008); Cause perse. Un diario civile (2010); Delitto e perdono. La pena di morte nell’orizzonte mentale dell’Europa cristiana (2013 e nuova edizione 2016); La vocazione. Storie di gesuiti tra Cinquecento e Seicento (2016); Un volgo disperso. Contadini d’Italia nell’Ottocento (2019 e, in una nuova edizione ampliata, 2021), Un tempo senza storia. La distruzione del passato (2021), Una rivoluzione passiva. Chiesa, intellettuali e religioni nell storia d’Italia (2022), Inquisizioni (2023), Paure e devozioni (2024).
Per ulteriori informazioni:
www.leggerepernondimenticare.it