Sabato 15 marzo 2025, alle ore 17.30, alla Libreria Gioberti di Firenze, in via Gioberti 37, si inaugura la mostra "Le Fotonovelle e altri racconti fotografici" di Duccio Ricciardelli alla presenza dell’autore.
In programma fino al 29 marzo 2025, la personale del fotografo Duccio Ricciardelli dal titolo Le Fotonovelle, è incentrata sulla contaminazione tra fotografia e scrittura. Le Fotonovelle è una serie fotografica di “narrative art” composta da 12 opere ispirate alla campagna di Pomino e alle favole del Casentino, un’atmosfera di magia, un lavoro sul ricordo e la fiaba, scaturito anche dalla lettura delle Novelle della Nonna Emma Perodi, autrice casentinese molto cara al fotografo.
L’autore, recentemente piazzatosi al secondo posto del Premio Alinari 2024, organizzato da Fondazione Alinari per la fotografia, non lavora sul semplice reportage documentaristico ma fa della “fotopoesia”. Gli scatti sono infatti accompagnati da dei testi e delle riflessioni in prosa scritti a margine del lavoro. Durante la mostra gli spettatori avranno poi la possibilità di scrivere le impressioni sulle opere esposte, imbucando dei foglietti in una cassetta predisposta in sala. Anche loro aggiungeranno narrazione all'evento, diventandone protagonisti e narratori. I temi riscontrabili negli scatti dell’autore, che lavora prevalentemente in bianco e nero sono la campagna, la memoria, il paesaggio interno ed esterno.
La seconda sala della mostra è composta da una miscellanea di opere sempre a tema narrativo di genere FICTION PHOTOGRAFY in cui è sempre la narrazione e la messa in scena a farla da padrone.
Tra queste opere prevalgono i paesaggi, i ritratti e soprattutto il dittico Il Gatto e la Volpe che si rifà alla favola di Pinocchio, ma anche all'archetipo Junghiano di forza animale e vitale. Nella miscellanea sarà presente anche il pannello dal titolo Il Gioco, realizzato come un gioco teatrale nelle campagne di Bagno a Ripoli. Le foto di Ricciardelli partono sempre dall’osservazione della realtà esterna per andare verso la finzione fotografica, quasi una messa in scena teatrale.
Duccio Ricciardelli nasce a Firenze nel 1976, dopo una laurea in Storia e Critica del Cinema si dedica alla fotografia di reportage e di scena. Approfondisce successivamente i suoi studi sul cinema documentario presso il Festival dei Popoli di Firenze, cominciando a lavorare come operatore, assistente operatore e regista. Lavora per due anni a Roma come assistente di produzione presso la Fandango di Domenico Procacci. Ha diretto e fotografato due medio-metraggi sperimentali realizzati entrambi sulle montagne del Trentino, “Ciadina” ( 2008 ) e “Schegge” ( 2009 ). Vince il premio Playmaker 2009 (FST Mediateca Toscana Film Commission -Play Arezzo ) e con questo contributo realizza il suo terzo lavoro dal titolo “Viaggio a Planasia” ( 2010 ) documentario sulla situazione carceraria sull'isola di Pianosa. Nel 2011 produce e dirige il cortometraggio documentario “Chiodo e il fiume”. Con il video “Vanitas” ( 2011 ) si aggiudica il contest di Video arte della Notte Bianca di Firenze 2011. Nel 2013 vince il Fondo Cinema della Regione Toscana con il documentario “Maldarno” (2012) del quale cura sceneggiatura e regia. Il suo ultimo documentario “Porto Sonoro” (2015 ) è stato prodotto dalla Genova Liguria Film Commission con una giuria presieduta dal Maestro Giuliano Montaldo. Giornalista pubblicista, nell'ultimo periodo la sua ricerca si rivolge con rinnovato interesse alla fotografia sperimentale e al fotogiornalismo.
L’apertura della mostra sarà arricchita anche dalla presentazione del libro Le mie campagne della poetessa Tiziana Di Molfetta, edito da Eretica Edizioni. Questa silloge vuole essere un omaggio alle radici e al ricordo. È proprio nel ricordo dei luoghi e nei momenti della propria vita passata che si rivive il magico incontro con le persone care che ci hanno lasciato e con lo spirito dei luoghi in cui siamo cresciuti e che hanno forgiato la nostra essenza più profonda.
Pugliese di nascita ex funzionario diplomatico di carriera per quasi 18 anni, ritiratasi a vita privata nel 2018 sulle colline di Firenze con la sua famiglia. In questa seconda fase della sua vita, torna alle origini, dedicandosi a ciò che già faceva da bambina: prima fra tutto, la poesia e poi anche le cerimonie diventando una Celebrante professionista di eventi e matrimoni simbolici.
La Libreria Gioberti si conferma dunque come luogo di esposizione e di contaminazione tra le arti e le varie forme di espressione, tra fotografia, pittura, letteratura e socialità.