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mercoledì 02 aprile 2025

"Lungo viaggio verso la notte", Gabriele Lavia e Federica Di Martino al Teatro della Pergola

11-03-2025

Un impietoso viaggio nell’amarezza di un fallimento senza riscatto. Dall’11 al 16 marzo 2025, al Teatro della Pergola di Firenze, Gabriele Lavia e Federica Di Martino affrontano Lungo viaggio verso la notte, immergendosi nella dolorosa intimità della famiglia Tyrone, protagonista del più autobiografico dramma di Eugene O’Neill.

In scena con Jacopo Venturiero, Ian Gualdani, Beatrice Ceccherini, Lavia e Di Martino danno vita al capolavoro del drammaturgo statunitense. Un’opera-confessione, in cui i membri di una famiglia – su tutti un padre e una madre – si accusano, si tormentano e precipitano sé stessi oltre ogni canone di umanità.

E mercoledì 12 marzo, alle 18, visita dietro le quinte dello spettacolo per scoprire i segreti della scenografia e della messa in scena. Ingresso libero con prenotazione online su https://tinyurl.com/visitadietrolequinte 

Un attore famoso, ormai in declino, una moglie vittima della dipendenza da oppiacei, due figli in lotta con i propri demoni: Lungo viaggio verso la notte è il capolavoro del drammaturgo statunitense Eugene O’Neill. Scritto tra il 1941 e il 1942, fu rappresentato per la prima volta a Stoccolma nel 1956 e vinse il Premio Pulitzer l’anno successivo, dopo la morte dell’autore. Sidney Lumet ne diresse il primo adattamento cinematografico nel 1962, con Katharine Hepburn e Ralph Richardson.

Ambientato nel 1912, il dramma, racconta una giornata della famiglia Tyrone, tra conflitti, dipendenze e segreti dolorosi. Gabriele Lavia e Federica Di Martino portano in scena questa opera-confessione, “un viaggio all’indietro” nella vita di O’Neill, precipizio impietoso nell’amarezza di un fallimento senza riscatto.

L’intera vicenda si svolge tra le pareti di una casa borghese e nell’arco di una sola notte, durante la quale le vite dei personaggi non sono che una somma di tenerezza e di violenza, di amore e disprezzo, comprensione e rigetto, di rapporti di famiglia e della loro rovina. E qui sta il cammino sorprendente della messa in scena: il padre dell’autore era stato un attore di grande successo, come il protagonista della sua opera teatrale. La casa-prigione della “famigliaccia” che O’Neill racconta è proprio casa sua: il padre di O’Neill era stato un attore di grande successo, come il protagonista della sua opera teatrale.

«Le vite degli uomini – scrive Lavia nelle note di regia – sono fatte di tenerezza e violenza. Di amore e disprezzo. Comprensione e rigetto. Di famiglia e della sua rovina

Per maggiori informazioni: www.teatrodellatoscana.it 

Foto: Tommaso Le Pera