Raccontare le vicende dello sport per raccontare le vicende della società. In prima nazionale al Teatro di Rifredi, il 6 e 7 maggio 2025, alle ore 21, Klaus Martini interpreta "Orlando non fa suonare il corno: mito e leggenda di Ottavio Bottecchia" scritto e raccontato da Riccardo Ventrella, con Vieri Sturlini alla chitarra, e la voce di Jauris Casanova, dedicato al ciclista doppio vincitore del Tour de France nel 1924 e 1925, quintessenza del ciclismo eroico.
Il 7 maggio, alle ore 18.30, Giovanni Grossi presenta in teatro il suo libro Virtour capitali. In bici per l’Europa tra città, fiumi e miraggi edito da I libri di Mompracem. Con l’autore interviene Riccardo Ventrella. Ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili.
L’idea di uno spettacolo su Ottavio Bottecchia nasce a Parigi, dove la vicenda reale aveva scritto le sue pagine più gloriose, alla vigilia dei Giochi Olimpici del 2024. Durante una conversazione con il Club Universitario di Parigi emerge la storia di Rino Della Negra, figlio di emigrati friulani in Francia, calciatore nel club comunista Red Star di Parigi e resistente con la Brigata Manouchian, che riuniva tutti i parigiani di nazionalità non francese, fucilato nel 1944. Una figura poco nota in Italia, riemersa in Francia in occasione dell’ottantesimo anniversario del sacrificio dei membri della brigata, cui il Club voleva dedicare una lettura di piazza.
Perché non accoppiare a Della Negra la figura di un altro italiano capace di grandi imprese in Francia, anche lui proveniente dalle medesime zone, che cento anni prima era stato il primo ciclista proveniente dal nostro Paese a vincere il Tour?
Ottavio Bottecchia, veneto di origine e di dimora nella prima parte della sua vita, friulano a partire dal 1923; contadino, carrettiere, bersagliere ciclista decorato nel primo conflitto mondiale e poi corridore. Patriota prima, valoroso soldato in guerra, di ispirazione socialista poi, non fu l’eroe nazionale che il regime fascista immaginava e bramava: questo ha forse a che fare con la sua misteriosa morte avvenuta a seguito di un incidente stradale nel 1927, mentre si allenava sulle strade friulane.
Pure, quella fine precoce e mai spiegata lo ha inscritto in un Olimpo che merita di essere cantato con i mezzi mitopoietici del teatro, in questo monologo polifonico che restituisce anche l’affascinante storia di quella temperie, gli anni Venti, che così tanto cambiò il mondo: dalle trincee alle Olimpiadi di Parigi, dai balletti russi alle avanguardie storiche.
Orlando fa non suonare il corno è nato come lettura di piazza in due lingue, a Parigi; è stato poi rappresentato a Firenze, e di nuovo a Tirana in italiano, inglese e albanese. Ora approda in prima nazionale sul palcoscenico del Teatro di Rifredi il 6 e 7 maggio, ore 21, con i suoi interpreti originali, Klaus Martini e Vieri Sturlini, e con una piccola citazione della sua origine, il contributo registrato della straordinaria voce di Jauris Casanova, della troupe del Théâtre de la Ville, che lo aveva letto a Parigi.
Luci e audio di Samuele Batistoni. Scene dei tecnici di palcoscenico della Fondazione Teatro della Toscana. Costruzione oggetti di Gisella Butera. La bicicletta è stata ricostruita da Simoncini Telai – Castelfiorentino. Produzione Teatro della Toscana, Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, Théâtre de la Ville – Parigi, e la collaborazione di Qendra Multimedia – Prishtina.
Per maggiori informazioni: www.teatrodellatoscana.it/it/teatri/teatro-di-rifredi