Per la nona edizione del Festival internazionale «FloReMus. Rinascimento Musicale a Firenze» (6-25 settembre 2025), martedì 9 settembre 2025 alle 18, alla Biblioteca delle Oblate (Via dell’Oriuolo 24, Firenze, ingresso libero, consigliato prenotare su http://hommearme.it) c’è la prima delle conversazioni: I canterini di Firenze. Quando la poesia era anche musica, a cura di Luca Degl’Innocenti.
Perché mai, se un poeta del Rinascimento dice «leggi quel che scrivo», crediamo che faccia sul serio, ma se dice «ascolta quel che canto» pensiamo a una figura retorica? Forse perché nel Quattro e Cinquecento la circolazione scritta della poesia era normale e quella orale invece no? O forse perché sembra così a noi oggi, che in effetti i testi di allora li leggiamo soltanto ma non li ascoltiamo più? Cantare «al suon di questa cetra» non era solo una finzione retorica, ma era un modo reale di fare poesia. Anche se siamo abituati a pensare la poesia del passato come qualcosa di muto, come segni d’inchiostro sui libri, quei segni sono stati dei suoni e come tali ancora chiedono di essere intesi. In questa conversazione si parla in special modo della poesia dei canterini, che era intonata sulle piazze e nei palazzi del Medioevo e del Rinascimento di fronte a pubblici compositi e mobili che ascoltavano racconti in rima di guerre e d’amori, novelle, leggende di santi, fatti di cronaca, eventi storici, lamenti lirici, invettive politiche, moniti etici, tirate parodiche, contrasti comici. Il poeta era anche cantore e strumentista ed ammaliava l’uditorio con uno spettacolo fatto di parole e di musica, frutto di un’arte che ha nutrito non solo l’immaginario popolare ma anche l’arte narrativa e il carisma affabulatorio di autori come Ariosto e Machiavelli. Degl’Innocenti farà riscoprire la letteratura, la cultura e la civiltà del Rinascimento tenendo conto del semplice fatto che molti poeti, tanto gli Altissimi quanto i Machiavelli, cantavano davvero i loro versi (anche all’improvviso), e suonavano davvero le loro cetre.
Luca Degl’Innocenti è Professore associato di Letteratura italiana all’Università di Firenze. Si occupa di cultura del Rinascimento, letteratura cavalleresca, novelle, narrativa in versi e in prosa, storia del libro e dell’illustrazione, cultura popolare, arti visive e performance dei testi letterari. Ha lavorato su autori come Ariosto, Aretino, Boiardo, Cristoforo l’Altissimo e i cantimpanca, Corbinelli, Dante, Dolce, Machiavelli, Pulci e Amelia Rosselli. Ha partecipato a progetti di ricerca italiani, inglesi ed europei dedicati alle interazioni fra testi e immagini e a quelle fra culture orali e scritte nell’Italia del Rinascimento. È tra gli organizzatori dei cicli di letture critiche del Morgante di Pulci e dell’Orlando innamorato di Boiardo. Dirige l’unità fiorentina del progetto PRIN La biblioteca di Ariosto. Verso un nuovo commento all’«Orlando furioso» del 1532. Tra le sue pubblicazioni, i volumi I ‘Reali’ dell’Altissimo (2008) e “Al suon di questa cetra”. Ricerche sulla poesia orale del Rinascimento (2016), il testo critico del Primo libro de’ Reali dell’Altissimo (2019-20), e numerosi articoli.
FloReMus è il primo festival interamente dedicato alla musica del Quattro-Cinquecento nella città che più ha influito sulla cultura rinascimentale; si cerca di evidenziare i legami della musica con le arti visive e letterarie, la filosofia, la scienza e la politica, a partire dal preumanesimo trecentesco. Rinascimentali sono per lo più anche i luoghi dei concerti, per stabilire un’interazione fra la musica eseguita e l’ambiente che la ospita, perché lo spettatore fruisca in contemporanea di prodotti artistici nati in simbiosi.
I concerti serali sono i momenti clou del festival e accolgono gruppi ben noti di livello internazionale: per il secondo, sabato 13 all’Auditorium di Sant’Apollonia come il primo (via san Gallo 21), arriva la straordinaria Cappella Pratensis (Belgio); il terzo e il quarto, sempre alle 21.15, sono nel Cenacolo del Fuligno in via Faenza 40, sotto un magnifico affresco del Perugino; qui domenica 21 si esibisce Giovanna Baviera (Svizzera) e giovedì 25 L’Homme Armé. I concerti serali rappresentano i momenti più alti della produzione artistica del Festival, con la partecipazione di gruppi di livello internazionale e con programmi musicali molto particolari ed anche rari. La programmazione è come sempre rivolta ad appassionati e curiosi di questo repertorio, italiani e stranieri: un pubblico che di anno in anno si accresce.
FloReMus 2025 comprende 10 concerti, 3 visite musicali, 6 conversazioni; è raccomandata, e per alcuni eventi è obbligatoria, la prenotazione sul sito http://hommearme.it. Il cartellone prevede anche Concerts à boire, più brevi di quelli serali, all’ora dell’aperitivo, con formazioni giovani o emergenti, Monumenti sonori, che intendono dare risalto a chiese e organi storici del territorio, Visite musicali alla scoperta di alcuni luoghi di eccezionale valore artistico e culturale, biblioteche, antichi manoscritti, abbinate ad un breve concerto finale, e Conversazioni, ovvero conferenze informali su temi legati al Rinascimento che, oltre alla musica, includono arte, storia, cultura, con particolare attenzione all’ambiente fiorentino e toscano.