Incontri, performance e installazioni dedicate alle origini e alle nuove traiettorie dell’arte urbana. Da giovedì 11 a sabato 13 settembre 2025, ZAP - Zona Aromatica Protetta di Firenze, in vicolo di Santa Maria Maggiore 1, ha ospitato "Wails & Words" con 3 giorni di iniziative dedicate alle origini della street art grazie al contributo del Comune di Firenze per Estate Fiorentina 2025 - PN Metro Plus e Città Medie Sud 2021 - 2027. Un viaggio tra talk, esposizioni e interventi artistici che riportano al centro Firenze e le sue connessioni con la scena europea.
La prima giornata si è aperta con il talk del SAMRO – Sticker Art Museum Rome, insieme a Stelleconfuse e PinoVolpino, che hanno raccontato il linguaggio degli sticker come forma d’arte urbana e memoria visiva collettiva. In questa occasione, il SAMRO ha presentato anche il Terzo Paradiso reinterpretato attraverso la sticker art, realizzato in dialogo con la Fondazione Pistoletto: centinaia di adesivi di artisti da tutto il mondo che, uniti, hanno dato vita a una visione condivisa di convivenza e comunità. A seguire, Cuoghi Corsello hanno portato la loro esperienza pionieristica, ripercorrendo decenni di ricerca artistica nello spazio pubblico a Bologna e non solo. Il chiostro di ZAP ha accolto installazioni artistiche che hanno trasformato gli spazi in un luogo di incontro creativo. Alleg sta realizzando un live painting sui vetri del chiostro rinascimentale, destinato a restare fino al prossimo anno. Durante tutta la giornata Ache77 e Nian hanno creato opere temporanee, intrecciando generazioni e linguaggi diversi della scena urbana fiorentina.
La seconda giornata è stata dedicata a un ritorno importante: l’inchiesta Firenze, Can I Paint It?, realizzata dieci anni fa da Toc Toc Firenze per raccontare la scena urbana fiorentina attraverso la voce diretta degli artisti. Un lavoro che segnò un passaggio fondamentale nel modo di guardare all’arte di strada in città. A distanza di dieci anni, il dibattito ha riportato al centro le domande di allora e ha mostrato come il panorama sia cambiato. Protagonisti sono stati Clet, Exit/Enter, Frenopersciacalli, Moradi il Sedicente e 5074, che con i loro linguaggi diversi hanno intrecciato visioni, esperienze e prospettive sull’arte urbana oggi. Un confronto vivo e partecipato, capace di mettere in dialogo passato e presente, memoria e nuove sfide, confermando quanto la street art a Firenze continui a interrogare la città e chi la abita. Poi la presentazione di Wails Papers 004: La Pecora e il Centauro, dedicato a Blek le Rat, pioniere assoluto della street art europea e punto di riferimento per generazioni di artisti. Un’occasione unica per scoprire da vicino la storia e l’opera di un artista che ha cambiato per sempre il linguaggio visivo dello spazio pubblico.
La giornata conclusiva ha visto protagoniste due figure leggendarie dell’arte urbana: Blek le Rat e Paolo Buggiani. Un incontro intenso, che ha unito memoria storica e visione contemporanea. Blek le Rat è precursore della street art europea, pioniere della stencil art e ispiratore di intere generazioni, Banksy compreso. Nato a Parigi nel 1951 come Xavier Prou, inizia nel 1981 dipingendo topi con lo stencil sui muri della capitale. Per lui il topo è l’unico animale veramente libero in città, la metafora perfetta della street art: ovunque, non richiesta, impossibile da ignorare. Influenzato dai muri newyorkesi negli anni ‘70, sviluppa la sua arte con una declinazione europea: non graffiti, ma immagini replicabili, immediate. I suoi interventi notturni hanno cambiato il modo di pensare l’arte urbana. Il confronto con Banksy è inevitabile. Ma non c’è rivalità: Banksy stesso ha dichiarato, con ironico rispetto, “ogni volta che faccio qualcosa, scopro che Blek lo aveva già fatto vent’anni prima”. Paolo Buggiani è tra i pionieri della street art internazionale. Scultore, performer, sperimentatore, porta il fuoco nei luoghi dell’arte pubblica con gesti effimeri e visionari. Nato a Castelfiorentino nel 1933, passa da Roma, Parigi e New York lasciando il segno ovunque con la forza visionaria delle sue installazioni. Premiato nel 1968 con il Guggenheim per la scultura, continua a lavorare tra l’Italia e gli Stati Uniti con la forza di chi fa dell’arte un’azione viva. Negli anni ’80 è tra i protagonisti della scena urbana americana, insieme a Keith Haring, Richard Hambleton, Ken Hiratsuka, Linus Coraggio. Le sue ricerche sui Rettili Meccanici e la Mitologia Urbana iniziano nel 1978. Le sue opere, dalla neve dipinta alle sculture infuocate, passando per l’arte indossabile e i dipinti sulla realtà, esplorano il rapporto tra corpo, tempo e materia.