Anatomia del conflitto è il progetto della Compagnia Teatrale Krypton ideato da Fulvio Cauteruccio per l’Autunno Fiorentino 2025 e realizzato con il contributo di Comune di Firenze/Autunno Fiorentino, sostenuto da MIC - Ministero della Cultura, Regione Toscana TIC2025/2026 e Città Metropolitana di Firenze.
Il programma che si svolge nei cinque quartieri cittadini, utilizzando biblioteche, case del popolo, spazi teatrali dal primo ottobre al 26 novembre, affronta il tema della guerra nella sua complessità storica, simbolica e quotidiana, attraverso una proposta artistica articolata, inclusiva e radicata nel territorio. La guerra -dichiara il direttore artistico-non è solo quella dei fronti armati, ma anche quella che attraversa le vite delle persone: guerre interiori, conflitti sociali, tensioni tra identità. Anatomia del conflitto si sviluppa come un percorso di riflessione collettiva, con undici appuntamenti tra spettacoli, laboratori e letture che indagano i temi della violenza, dell’orrore e nefandezze delle guerre, la memoria e il desiderio di pace. Rivolgendosi a un pubblico ampio, dai bambini agli adulti, l’obiettivo è quello di stimolare il confronto e offrire spazi in cui il teatro, la cultura diventino esercizio di empatia, costruzione di senso e palestra di liberta’nelle nostre esistenze. In questo tempo segnato da nuove sanguinarie battaglie, l’arte si fa atto di resistenza e possibilità di pace.
Agli spettacoli di artisti di rilievo come Massimo Zamboni, con L’Eco di uno sparo che unisce autobiografia e impegno civile, la compagnia palermitana Babel Crew di Giuseppe Provinzano con Storie di noi che racconta i 57 giorni tra la strage di Capaci e l’attentato di via D’Amelio, e la Compagnia Krypton, con due produzioni di forte impatto visivo e politico come l’iconico Roccu u Stortu e il nuovissimo Bodyscaping/Corpi di Guerra, la rassegna affianca esperienze di teatro sociale e pedagogico a cura di Cesare Torricelli e un ciclo di letture e laboratori per bambini, progetto di Associazione Impresa in collaborazione con Associazione Culturale Tri-Boo.
Gli spettacoli
L’inaugurazione della rassegna è affidata a Massimo Zamboni, il grande musicista e cantautore che ha fatto la storia del punk rock italiano, che porta in scena il primo ottobre alle ore 21 al Teatro Affratellamento L’eco di uno sparo, il reading concerto tratto da suo omonimo romanzo (Einaudi 2015). L’eco di uno sparo narra le vicende familiari dell’autore e racconta la storia di suo nonno Ulisse, squadrista fascista ucciso dai GAP nel 1944. Diciassette anni dopo, un’altra pallottola uccide il partigiano che sparò quel giorno, ma a impugnare l’arma questa volta è un compagno, un ex gappista, responsabile a sua volta dell’uccisione di Ulisse.
L’eco cui allude il titolo del libro (vincitore nel 2015 del premio Manzoni al Romanzo Storico e Premio Letterario Della Resistenza- Città di Omegna) è questo, che Zamboni mette in reading con parole e musiche scritte e composte da lui. L’artista affronta la storia più dolorosa e rimossa della sua famiglia e si ritrova fra le mani il volto sfinito di un intero Paese, col suo eterno ripetersi di soprusi e vendette. Un memoir, un’indagine, ma soprattutto un canto appassionato in nome di tutte le creature. Sul palco insieme a Zamboni, voce, chitarra acustica e elettrica, vi sono Cristiano Roversi (stick bass, basso e synths) e al violino Emanuele Reverberi.
Il 29 ottobre 2025 alle ore 21.00 alla Casa del Popolo “Il Progresso” Krypton propone, in occasione dei 25 anni dal debutto, il pluripremiato Roccu u Stortu di Francesco Suriano, diretto e interpretato da Fulvio Cauteruccio.
Una “operina rock” di grande successo, come fu definita dal critico teatrale Franco Quadri, inserita nel Patalogo 2001 tra i dieci spettacoli dell’anno, che è stata rappresentata in prestigiosi festival e numerosi teatri della penisola con oltre 150 repliche, prodotta anche in versione televisiva da Rai 2 per Palcoscenico e trasmessa in diretta da Rai Radio 3.
Il testo, segnalato al Premio Riccione nel 1999, ha come fulcro la vicenda di Roccu “u stortu”, lo scemo del paese, un umile contadino che, inviato al fronte nel Primo Conflitto mondiale del 1915-1918, vive l'illusione di ottenere al suo ritorno un pezzo di terra e invece si trova a sperimentare l'orrore della guerra. Rocco Sprizzi è un soldato del 142º reggimento fanteria, 6ª compagnia della Brigata Catanzaro e racconta la propria storia, prima e durante la guerra, fino alla decimazione, avvenuta a Santa Maria la Longa il 16 luglio 1917.
Presentare nuovamente Roccu u stortu significa per il regista e interprete restituire voce a un passato che continua inesorabilmente a risuonare nel presente. Il monologo, scritto in dialettocalabrese e in lingua, con la sua crudezza e umanità, ci ricorda che dietro ogni guerra ci sono corpi, vite e memorie spezzate. In un’epoca segnata quotidianamente da conflitti e tensioni globali, il racconto del soldato calabrese diventa uno specchio attraverso cui rileggere l’orrore. Ad affiancare sul palco Fulvio Cauteruccio, ci sono il musicista e cantante Peppe Voltarelli, compositore dei brani originali della pièce, e il fisarmonicista Roberto Beneventi.
La rassegna prosegue al Teatro Affratellamento il 9 novembre 2025 (dalle 21 alle 22,30) dove Fulvio Cauteruccio e Massimo Bevilacqua debuttano con un nuovo lavoro firmato a quattro mani e intitolato Bodyscaping/Corpi di Guerra - Otello: Tragedia dell’identità, amore sotto occupazione. Bodyscaping/Corpi di Guerra è una performance immersiva che intreccia Otello di Shakespeare con le tensioni contemporanee segnate dalla lacerazione tra popoli e culture diverse. Una riflessione sensoriale e politica sulla fragilità della fiducia, sulla manipolazione dell’identità e sulla violenza del sospetto. La performance affronta il tema della guerra dell’identità, dove il corpo diventa campo di battaglia non solo fisico ma anche simbolico. Il testo e la struttura si ispirano alla tragedia shakespeariana, trasposta in un contesto contemporaneo, dove amore, fiducia, tradimento e manipolazione si incrociano con la frattura culturale e politica.
Otello non è più solo il Moro di Venezia; è il combattente lacerato, l’uomo ibrido, il ponte instabile tra due mondi che si rifiutano. Un uomo diviso tra mondi inconciliabili, amato e rifiutato da entrambi. Desdemona, interpretata da Flavia Pezzo, diventa il corpo sacrificale, desiderato e ucciso per una verità fabbricata. Iago si incarna nella voce della propaganda, nelle narrazioni tossiche, nei bias cognitivi che trasformano l’amore in sospetto, la convivenza in conflitto. Lo spettatore è immerso in un paesaggio visivo VR generato, che fonde realtà e allucinazione: architetture distrutte, checkpoint, sogni d’infanzia, visioni di spiagge e droni. I performer, dotati di sensori di movimento, plasmano la colonna sonora dal vivo.
Un corpo non appartiene mai solo a se stesso. È attraversato, definito, diviso. Come un confine.
La performance-experience della durata di 15 minuti viene ripetuta ciclicamente.
Appuntamento finale il 26 novembre 2025 alle ore 21.00 alla Casa del Popolo “Il Progresso” con Storie di noi di Beatrice Monroy, diretto e interpretato da Giuseppe Provinzano, con la partecipazione in voce off di Dario Aita, Emmanuele Aita, Ninni Bruschetta, Filippo Luna, Lucia Sardo, Manuela Ventura. Lo spettacolo di Babel Crew, realizzato in collaborazione con la Fondazione Giovanni Falcone, ha girato l’Italia intera raccontando i 57 giorni tra la strage di Capaci e via D’Amelio, e come quelle due bombe abbiano cambiato per sempre la vita dei palermitani e di tutto il Paese. La drammaturgia si sviluppa a partire dalle singole esperienze di altri: quella di una giovane madre di allora che si unì all’attivismo della società civile, quella di un uomo che viveva in un quartiere di periferia fianco a fianco a chi vedeva tutta la vicenda con un’altra prospettiva; storie che si intrecciano con altre Storie Nostre, storie comuni, storie che hanno attraversato le carni, storie di palermitani qualunque... per trasmettere e restituire le emozioni non dette e quelle cancellate, le reazioni emotive per affrontare il passato e rinarrarlo. Riconoscere le nostre storie. Le storie di noi.
In scena un uomo solo, un uomo che ha paura, che si guarda attorno con circospezione, un uomo che chiameremo "Tony": sembra un parcheggiatore abusivo o forse un venditore ambulante, una "sentinella" o un "fiancheggiatore", sicuramente è un uomo che ne ha “viste tante” e che sa qualcosa ma ... Tony non si rivela, non ci dice nulla di lui, non sappiamo nemmeno se si chiami davvero Tony, nasconde il suo segreto in questi 57 minuti in cui piuttosto ci racconta di quei giorni che hanno diviso la Strage di Capaci con quella di Via D’Amelio da un punto di vista inedito: quello dei palermitani comuni! Nessuna cronaca, nessuna inchiesta, nessuna (ennesima) interpretazione dei due Grandi giudici ma il racconto dell’impatto che quelle due bombe hanno avuto nelle vite di cittadini comuni.
Labororatori
Nel mese di ottobre Anatomia del conflitto si arricchisce di attività laboratoriali dedicate ai più piccoli e prende il via Leggiamo la guerra ma facciamo la pace! , il ciclo di letture e laboratori per bambini sulla guerra curato da Associazione Impresa e Associazione Culturale Tri-Boo, declinato in 4 incontri nella Biblioteche Mario Luzi il 6 ottobre, Biblioteca Villa Bandini il 13 ottobre, Bibliotecanova 20 ottobre e Biblioteca Filippo Buonarroti 27 ottobre, sempre alle ore 17.00.
Per spiegare la guerra ai bambini parlando di conflitti, coraggio e pace attraverso la forza delle storie e letture interattive liberamente ispirate a due favole moderne come “Il nemico, una favola contro la guerra” di Davide Calì e “La battaglia delle rane e dei topi” adattato da Daniele Catalli a partire dalla “Batracomiomachia” di Omero, accompagnate da momenti di dialogo e laboratorio espressivo.
In novembre segue un secondo laboratorio realizzato da Associazione Il Vivaio del Malcantone APS e Istituto Superiore Sassetti Peruzzi, tenuto da Cesare Torricelli al Vivaio del Malcantone, con il titolo Non può piovere per sempre. Non può piovere per sempre LAB che si svolge il 7 e 8 novembre è aperto a tutti coloro che vogliano fare un’esperienza inclusiva, e si propone di favorire la socializzazione all'interno del gruppo di partecipanti inteso come realtà complessa e multidimensionale, offrendo momenti che sappiano coniugare la dimensione artistica con quella espressiva e relazionale. Il gruppo integrato è composto da allievi e allieve dell'IIS Sassetti Peruzzi con diverse abilità, pedagogisti, educatori, coreografi, registi, danzatori e attori professionisti.
Il 12 novembre 2025 dalle ore 9.30alle ore 12.30 il gruppo dei partecipanti si sposta al PARC che accoglie il risultato scenico di Non può piovere per sempre LAB.
Lo spettacolo nasce da una domanda semplice e urgente: come possiamo parlare della guerra, oggi, partendo da noi stessi? La guerra non è solo quella dei conflitti armati, ma anche quella invisibile e quotidiana che si combatte contro l’esclusione, la solitudine, la paura, lo stigma. Il lavoro porta in scena le tensioni interne e collettive, le fratture e le possibilità di ricomposizione attraverso il linguaggio simbolico del corpo, del gesto, del suono e della parola. Non può piovere per sempre non offre soluzioni ma restituisce una coralità fragile e potente insieme, dove le contraddizioni trovano spazio e senso, e la diversità si fa possibilità di incontro. È un grido sommesso che chiede ascolto, è la rappresentazione di un desiderio collettivo di pace: una pace che non è assenza di conflitto, ma pratica quotidiana di riconoscimento reciproco.
Per maggiori informazioni, prenotazioni e iscrizioni: https://compagniakrypton.com
Foto: Paolo Degan