Da giovedì 9 a domenica 12 ottobre 2025, San Salvi (ex manicomio di Firenze) ospita la decima edizione del Festival dell’Outsider Art e dell’Arte Irregolare, un evento che dal 2016 valorizza le forme artistiche nate ai margini, lontano dai circuiti ufficiali, ma ricche di autenticità, visione e potenza creativa.
Il Festival, nato da un’idea del Comitato Nobel per i Disabili e del Dipartimento di Salute Mentale di Bologna, ha il patrocinio della fondazione Fo-Rame. Si è affermato nel tempo come punto di riferimento nazionale e internazionale per l’arte che nasce da una profonda necessità espressiva, indipendente dalle tecniche accademiche e dalle logiche di mercato. Dal 2019 è diventato itinerante, e quest’anno fa tappa a Firenze, scelta significativa per la presenza attiva de La Tinaia, storico centro di attività espressive che festeggia i suoi 50 anni, e dei Chille de la balanza, compagnia teatrale nata a Napoli nel 1973 e da quasi 30 anni instancabile presidio culturale a San Salvi. Il titolo di questa edizione, inserita dalla Regione Toscana nel progetto Toscanaincontemporanea 2025 - è “Abitare i confini”. Prende ispirazione da una riflessione di Padre Ernesto Balducci, intellettuale e teologo impegnato per la pace e i diritti umani. Secondo Balducci, abitare i confini significa abitare le zone d’ombra e di incertezza come luoghi di trasformazione, riconoscere l’altro come parte di sé e superare barriere culturali, sociali e spirituali. Un pensiero che ben si intreccia con lo spirito stesso dell’Outsider Art, definita anche Art Brut da Jean Dubuffet nel 1945, e che comprende opere nate in contesti di disagio e marginalità – come ospedali psichiatrici, carceri o periferie – e che si caratterizzano per la loro autenticità e libertà espressiva. A partire dal 1972, con l’introduzione del termine “Outsider Art” da parte dello storico dell’arte Roger Cardinal, queste espressioni hanno progressivamente ottenuto attenzione e riconoscimento internazionale. Il Festival propone un articolato programma che comprende proiezioni cinematografiche, convegni, laboratori, mostre, talk e spettacoli teatrali. Tutte le attività si svolgono nell’area di San Salvi, tra i padiglioni dei Chille de la balanza, della Società della Ragione e de La Tinaia. L’ingresso è gratuito, anche se per alcune iniziative – in particolare gli spettacoli – è necessaria la prenotazione: mail info@chille.it – tel/ whatsApp 335 6270739).
L’apertura del Festival, giovedì 9, prevede alle ore 20.30 una doppia proiezione, che include il cortometraggio Repairing cities, repairing souls di Aurora Di Girolamo, seguito dal docu-film pluripremiato Lassù di Bartolomeo Pampaloni, con la presenza del regista e della storica dell’arte Eva di Stefano. Lassù racconta la straordinaria storia di Nino, ex muratore della periferia palermitana, che oggi vive in cima a una montagna in un vecchio osservatorio abbandonato, trasformato nel corso di vent’anni in un tempio naif straordinario. Si fa chiamare Isravele, nome da leggere al contrario: elevarsi! La sua è una missione artistica e spirituale: trasformare l’incuria in bellezza, portare “in alto il basso” attraverso un lavoro quotidiano fatto di pietre, cemento e preghiera. Un luogo che si è fatto leggenda, minacciato però dall’arrivo sempre più frequente di turisti e curiosi. Nei giorni successivi, il Festival prosegue con numerose iniziative tra la Società della Ragione e i Chille. Viene aperto uno spazio espositivo dedicato ad atelier, collettivi artistici, gallerie e case editrici legate al mondo dell’outsider art. In parallelo si svolge un laboratorio pittorico curato da Veronica Cavalloni e Andrea Simonetti, rivolto a giovani – artisti e non – chiamati a riflettere in modo creativo sul tema “Abitare i confini”. I due curatori propongono un’esplorazione delle zone d’ombra dell’esperienza e dell’immaginario, interrogandosi su ciò che resta fuori dalle narrazioni dominanti, su materiali e identità messi ai margini, e sul recupero come gesto poetico e politico. In questo contesto, dipingere su materiali abbandonati diventa un modo per restituire loro valore e significato. Sempre all’interno del padiglione dei Chille, venerdì 10 si tiene un talk rivolto agli operatori, a cura di Cavalloni e Bargellini, seguito dall’inaugurazione alle ore 18.30 della mostra “Abitare i confini. Abitare lo specchio”, a cura di Riccardo Bargellini e Tea Taramino. L’esposizione raccoglie opere provenienti da diverse realtà, con una presenza significativa di lavori realizzati dagli artisti della Tinaia e dell’Atelier Blu Cammello di Livorno. La mostra sarà visitabile fino all’8 novembre. Il Festival dedica uno spazio importante anche alla riflessione teorica, attraverso un convegno che – sabato 11 - coinvolge studiosi e professionisti del settore come Carla Burani, Francesco Paolo Campione, Vincenzo Guarrasi e Daniela Rosi. L’obiettivo è quello di creare un’occasione di confronto aperto, articolato in una sessione mattutina di interventi (dalle ore 9 alle 13) e una pomeridiana di tavoli di lavoro condivisi, per esplorare e approfondire il tema del confine come spazio di significato e trasformazione.
La sera dello stesso giorno debutta l’attesissimo spettacolo UMANI, prodotto dai Chille de la balanza, che nasce da dipinti, disegni e parole di Francesco Romiti. Sono previste due rappresentazioni: ore 20.30 e 22.30. Prenotarsi tempestivamente! Non si tratta di un omaggio biografico né di una celebrazione artistica, ma di un’indagine teatrale e poetica sul suo sguardo e sulla sua urgenza espressiva. Romiti, artista irregolare definito da Tomaso Montanari “il van Gogh dei Tetti rossi”, viene evocato attraverso linguaggi diversi – teatro, musica, video, pittura – in una performance di e con Sissi Abbondanza e Claudio Ascoli, con musiche originali di Dario Ascoli, esecuzione musicale e corale dell'Associazione Firenze Musica diretta da Concita Anastasi, elaborazioni immagini e video di Marco Triarico, presa del suono e post-produzione di Francesco Lascialfari, luci di Sandro Pulizzotto. Il lavoro non intende raccontare un uomo, ma restituire una visione del mondo che riconosce il valore dell’imperfezione, della fragilità, della resistenza umana. L’arte, in questo senso, diventa strumento etico e sociale per costruire una comunità più consapevole. La chiusura del Festival è affidata domenica 12 ore 10 all’incontro “DANA, TRA ARTE E MEMORIA”: segni, voci e testimonianze su Dana Simionescu, che fondò La Tinaia 50 anni fa! A seguire, alle ore 11.45, una visita guidata alla Tinaia offre la possibilità di accedere – almeno in parte – all’archivio storico del centro, dove sono conservate opere di artisti di Art Brut nate a San Salvi, alcune delle quali oggi presenti nelle collezioni di importanti musei in tutto il mondo.
Ulteriori informazioni su www.chille.it