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sabato 06 dicembre 2025

"Giovani infelici", le parole di Pasolini tra teatro e danza al Cantiere Florida di Firenze

02-11-2025

Tra l’inizio del 1975 e il giorno della sua morte, il 2 novembre dello stesso anno, Pier Paolo Pasolini pubblicò sulle pagine del Corriere della Sera e del settimanale Il Mondo una serie di scritti pedagogici, poi confluiti nella raccolta postuma “Lettere Luterane”. Nel primo capitolo del testo decreta: “i figli che non si liberano dalle colpe dei padri sono infelici”. Parte da questa riflessione “Giovani infelici”, lo spettacolo coprodotto da Archètipo e Versiliadanza che debutterà in prima italiana al Teatro Cantiere Florida di Firenze (via Pisana 111 Rosso) domenica 2 novembre 2025, proprio nel giorno in cui ricorrono i 50 anni dalla scomparsa del grande intellettuale. Appuntamento alle 19.00 con un lavoro che rilegge le parole di Pasolini attraverso il teatro e la danza - per la regia di Riccardo Massai con coreografie di Angela Torriani Evangelisti. In scena quattro giovanissimi talenti: gli attori under 35 Emanuele Taddei e Luca Pedron e le danzatrici under 25 Stella Ciutti e Matilde Danti. In apertura, alle 17.30, sarà possibile partecipare al talk “Pasolini e il teatro: una storia d’amore postuma”: un incontro per affacciarsi sulla distanza che separa - e sul filo che unisce - Pier Paolo Pasolini e il teatro, condotto dal critico Michele Pascarella. Lo spettacolo inaugura la stagione 2025/2026 del Cantiere Florida e si inserisce nel programma della 6/a edizione di Effetto Donna - Dialoghi Taciuti, rassegna dedicata ai temi della violenza sulle donne e degli stereotipi di genere sostenuta da Città Metropolitana di Firenze e UNIPOL SAI - Agenzia Firenze Ovest.

I giovani di cui parla - e a cui si rivolge - Pasolini sono ragazzi e ragazze su cui gravano gli errori della generazione precedente: aver accettato il fascismo, il consumismo e una società borghese solo apparentemente aperta e tollerante. Pasolini analizza il crescente conformismo causato dai media di comunicazione di massa in un’invettiva accorata verso un mondo in rovina ancora oggi attualissima. Sul palco, incorniciati da una scenografia scarna, fatta di proiezioni e pochissimi oggetti essenziali, anche l’Ensemble Fuori dal Coro, formazione diretta da Chiara Piccioli e composta da ragazze e ragazzi tra i 15 e i 25 anni. “Mi sembrava giusto che fossero artisti giovani e giovanissimi a riportare le parole di Pasolini - spiega Riccardo Massai - perché riguardano loro in primis ed è sensato che risuonino attraverso le loro voci”.

Prosegue Massai: “Ho incontrato le “Lettere Luterane" grazie a una frase: “è il possesso culturale del mondo che dà la felicità”. Ricercando la fonte di questa affermazione mi sono imbattuto prima nelle “Lettere” e poi nel suo primo capitolo, intitolato “I giovani infelici”. Nel deserto di scontento che è quest’epoca in cui ci troviamo a vivere è fondamentale trovare un motivo di gioia, soprattutto per le nuove generazioni. Ma quale può essere la ricetta per fuggire dall’infelicità secondo Pasolini? Forse è proprio quello che lui chiama “possesso culturale del mondo”, e che non si riferisce solo alla cultura cosiddetta “alta”, ma anche al recupero delle tradizioni, al sapere contadino, alle arti umili che anno dopo anno si vanno perdendo. Forse la strada della felicità è riscoprire cose che fanno parte della nostra storia salvandole dalla dimenticanza, dalla morte”.

“Da qualche anno Versiliadanza collabora con Archètipo per tradurre capolavori letterari in linguaggio danzato”, aggiunge Angela Torriani Evangelisti. “Non è facile affrontare Pasolini, soprattutto con uno scritto così denso, così necessario. Ancora una volta col corpo abbiamo cercato di trasporre le parole in azione coreografica: attori e danzatrici hanno lavorato insieme, anche a livello improvvisativo, attraversando i temi del testo pasoliniano. Allargando il campo ci siamo concentrati anche su due canzoni scritte da Pasolini, che compaiono nello spettacolo interpretate dall’Ensemble Fuori dal Coro, su elementi video, su proiezioni. Fondamentale è stata una lettura rigorosa del copione portata avanti con Riccardo Massai, cercando di capire insieme in che modo il movimento potesse rappresentare l’inquietudine dei giovani”.

Le attività del Teatro Cantiere Florida sono co-finanziate dal Creative Europe Programme dell'Unione Europea, con il sostegno di Ministero della Cultura, Regione Toscana, Città Metropolitana di Firenze, Comune di Firenze, Fondazione CR Firenze, UNIPOL SAI – Agenzia Firenze Ovest in collaborazione con RAT Residenze Artistiche Toscane, Firenze dei Teatri, Quadrato, con il contributo di Unicoop Firenze.

Per maggiori informazioni: www.teatroflorida.it 

Foto: Andrea Ulivi