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mercoledì 26 novembre 2025

FLUX Flussi di musica creativa: 10 concerti al PARC Performing Arts Research Centre di Firenze

20-11-2025

Saranno il trombettista e compositore americano Rob Mazurek, già Jazz Musician of the Year in Italia e strumentista dell’anno al Parliamentary Jazz Award e, tra le figure centrali del jazz di Chicago, e Gabriele Mitelli, tra i musicisti italiani più audaci e originali della nuova generazione, con il loro progetto Star Splitter al centro della serata inaugurale di FLUX – Flussi di musica creativa. Appuntamento giovedì 20 novembre 2025 alle ore 21 al PARC - Performing Arts Research Centre di Firenze, per un viaggio sonoro sospeso tra jazz, avanguardia e poesia elettronica, per un’immersione in trame che si muovono tra energia cosmica e improvvisazione radicale. La rassegna, curata da Toscana Produzione Musica (TPM), centro di produzione presieduto da Paolo Zampini con la direzione artistica di Francesco Mariotti e Maurizio Busìa, propone sette serate per dieci concerti in cui si incontrano le personalità più rappresentative del jazz contemporaneo e delle musiche di ricerca internazionali. Con il sostegno di Ministero della Cultura, Regione Toscana e Fondazione CR Firenze, FLUX - Flussi di musica creativa propone una serie di incontri sonori capaci di abbattere le frontiere tra i generi, unendo improvvisazione, elettronica, scrittura contemporanea e visione (biglietti a prezzi calmierati e abbonamenti per rendere la musica più accessibile, prevendite su www.ticketone.it  - info e ingressi: www.toscanaproduzionemusica.it).

Nato nel 2018, Star Splitter si caratterizza per un linguaggio musicale che intreccia tromba, elettronica e voce, esplorando sonorità libere, intense e in continua evoluzione. Il dialogo tra Mazurek e Mitelli è diretto, immediato, privo di filtri: un gioco di rimandi, contrasti e tensioni che si risolvono in paesaggi sonori sempre nuovi, capaci di sorprendere e coinvolgere. Il duo ha pubblicato due album: Star Gaze Night (2019) e Medea (2024), quest’ultimo caratterizzato da una presenza elettronica più marcata e da un approccio musicale al tempo stesso più giocoso e più potente. Il progetto è oggi considerato un punto di riferimento per la scena jazz contemporanea e per le avanguardie sonore internazionali, raccogliendo ampi consensi di pubblico e critica.

FLUX - Flussi di musica creativa continua venerdì 21 novembre ore 21, protagonista sarà la nuova formazione diretta da Riccardo Brazzale, Lydian New Call. Dopo trentacinque anni di attività come Lydian Sound Orchestra, la storica medium band cambia pelle e si rinnova nel segno della ricerca, coinvolgendo una dozzina di giovani musicisti tra cui Gaia Mattiuzzi, Michele Tedesco, Glauco Benedetti, Salvatore Maiore e Federica Michisanti per un repertorio originale che unisce la batteria jazz al percussionismo colto e alla scrittura contemporanea, attraversando Bartók, Reich, Ornette Coleman e Monk.

Sabato 22 novembre la giornata si apre alle 19.00 con il contrabbassista Jacopo Ferrazza e il suo quintetto Prometheus, un ensemble che riunisce Alessandra Diodati alla voce, Enrico Zanisi al pianoforte e all’elettronica, Livia De Romanis al violoncello e Valerio Vantaggio alla batteria. Ferrazza, figura di riferimento della nuova scena jazz italiana, presenta il nuovo album Prometheus, un viaggio tra introspezione e potenza sonora, in cui jazz, elettronica, rock e musica da camera si fondono in un linguaggio personale e narrativo. Alle 21.00, sullo stesso palco, spazio al nuovo progetto del visionario batterista Jim Black, The Schrimps, con Asger Nissen e Julius Gawlik ai sassofoni e Felix Henkelhausen al contrabbasso. Fin dagli esordi con AlasNoAxis, Jim Black ha rivoluzionato il jazz contemporaneo fondendo la libertà dell’avanguardia con la forma-canzone. Con The Schrimps prosegue questa ricerca in chiave più lirica e istintiva, dando vita a un’esperienza sonora intensa e imprevedibile.

Domenica 23 novembre si apre alle 19.00 con la chitarrista e compositrice americana Ava Mendoza, una delle voci più radicali della chitarra contemporanea. Nel suo solo set, Mendoza attraversa territori che vanno dal rock sperimentale al noise, dal blues destrutturato al free jazz, trasformando ogni concerto in un’esperienza visiva e fisica, un viaggio elettrico e visionario. A seguire, alle 21.00, l’atteso ritorno di Hamid Drake insieme al vibrafonista Pasquale Mirra, un duo nato più di dieci anni fa e cresciuto attraverso un’intesa straordinaria, capace di unire spiritualità e ritmo, improvvisazione e dialogo timbrico. Batteria, frame drum, voce, vibrafono e marimba si intrecciano in un equilibrio perfetto tra forma e libertà.

La rassegna riprende venerdì 28 novembre ore 21 con il duo formato dalla sassofonista e cantante María Grand e dalla pianista Maya Keren. Le due artiste intrecciano composizioni originali e improvvisazioni libere, costruendo un linguaggio che sfugge a ogni classificazione, con una musica che racconta storie di donne e di sensibilità contemporanee, intrecciando radici antiche e modernità in tempo reale.

Sabato 29 novembre, alle ore 21.00, il sassofonista e compositore Dan Kinzelman presenta Unfall, progetto nato dal recupero e dalla trasformazione di materiali musicali in disuso. Insieme a Mirco Rubegni, Manuele Morbidini, Rossano Emili e Renato Grieco, Kinzelman esplora l’incontro tra improvvisazione, elettroacustica e minimalismo, trasformando l’errore in gesto generativo e poetico.

Gran finale domenica 30 novembre con una doppia serata. Alle 19.00 aprono i Weave 4, quartetto franco-italiano che riunisce due generazioni di musicisti d’eccellenza: il pianista parigino Benoît Delbecq e il batterista Steve Argüelles, insieme al chitarrista Francesco Diodati e al sassofonista Francesco Bigoni. La loro musica intreccia composizione e improvvisazione in un flusso continuo, un tessuto sonoro in costante metamorfosi. Chiude la rassegna, alle ore 21.00, Cronosisma, progetto del sassofonista e compositore Marco Cerri Ciommei con Giacomo Ancillotto alla chitarra, Luca Venitucci al pianoforte e alla melodica e Marco Zenini al contrabbasso. Ispirato all’omonimo concetto di Kurt Vonnegut, Cronosisma indaga la percezione del tempo attraverso suoni sospesi tra passato e futuro, in una musica che si oppone alla frenesia contemporanea e sceglie la dilatazione come forma di resistenza poetica.

Per maggiori informazioni: www.toscanaproduzionemusica.it