Nel 2026 ricorre il centenario della nascita dell’architetto Vittorio Giorgini (Firenze, 1926–2010), figura di straordinaria originalità nel panorama dell’architettura organica italiana e internazionale. Pioniere nella sperimentazione di forme architettoniche ispirate ai principi della natura e della biologia, Giorgini ha realizzato opere iconiche come la
Casa Esagono (1957-‘59) e la
Casa Saldarini (1962-‘65) a Baratti (LI), che anticipano riflessioni contemporanee su sostenibilità, ambiente e morfogenesi naturale.
Per promuovere l’importante ricorrenza, negli spazi dello Studio Savioli a Galluzzo, è stata inaugurata la mostra “Vittorio Giorgini. Architetture di alabastro”. L’iniziativa, promossa dall’Associazione B.A.Co. Archivio Vittorio Giorgini, in collaborazione con il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato, è sostenuta dalla Regione Toscana, assessorato alla Cultura e vede il patrocinio del Comune di Piombino e della Fondazione/Ordine degli Architetti di Firenze.
«È con particolare soddisfazione – afferma l’
assessora regionale alla cultura Cristina Manetti – che la Regione Toscana accoglie negli spazi dello Studio Savioli questa mostra dedicata a Vittorio Giorgini, una delle figure più eccentriche, visionarie e coraggiose dell’architettura italiana del Novecento. Portare il suo lavoro in un luogo così emblematico non è soltanto una scelta espositiva: è un gesto culturale forte, un incontro tra due maestri che, pur seguendo strade diverse, hanno saputo sondare senza paura i confini della forma e dell’abitare. Lo Studio Savioli diventa così il teatro naturale per far risuonare ancora una volta la radicalità di Giorgini, mettendola in dialogo con quella stagione irripetibile dell’architettura toscana che continua a parlare al presente.»
Gli spazi architettonici dello Studio Savioli consentono di riannodare i fili tra Vittorio Giorgini e Leonardo Savioli, dove il primo ha fatto da assistente al secondo alla Facoltà di Architettura di Firenze, tra il 1958 e il 1967. Un rapporto intenso, quello tra le due personalità fiorentine, con una stima reciproca che partorì anche collaborazioni a livello professionale (pensiamo al progetto per il quartiere di Sorgane). «Nello spazio organizzato dal fluire ininterrotto degli ambienti, rigorosamente stereometrici - spiega Marco Del Francia, presidente dell’associazione B.A.Co. - si inseriscono le ‘diafane’ e organiche opere di Giorgini, frutto di inediti disegni ideati negli anni Settanta e tradotti tridimensionalmente in pietra di alabastro dagli artisti Alessandro Marzetti e David Dainelli».
Strettamente legata a Giorgini e Savioli e trait d’union tra le due personalità di quel contesto di riferimento, fu sicuramente Lara Vinca Masini. «L’archivio di Lara – chiude Stefano Pezzato, curatore del Centro per l'Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato – da noi custodito, assieme all’opera grafica di Savioli, presenta anche opere inedite di Giorgini. Cercheremo di evidenziare queste relazioni durante il finissage della mostra, facendo “parlare” e mettendo in relazione i relativi archivi».
L’iniziativa intende riattivare lo
Studio Savioli, rivelandone le sue potenzialità, non solo nell’ottica di valorizzarlo come importante opera di architettura, ma rigenerarla come spazio ibrido creativo, capace di innestare una attrattività culturale per le comunità locali e non solo.
La mostra sarà aperta nei week end dal venerdì alla domenica fino al 4 gennaio, dalle ore 15.30 alle 17.30, ingresso gratuito.
Per maggiori informazioni:
www.archiviovittoriogiorgini.it Fonte: Toscana Notizie - Agenzia di informazione della Giunta Regionale